Ci sono buone prospettive che l’insegnamento bilingue italiano-sloveno nei plessi scolastici di Taipana e Vedronza parta con il nuovo anno scolastico, come deliberato dalla Giunta regionale nello scorso dicembre. Dopo settimane di polemiche, che hanno visto su fronti contrapposti le amministrazioni comunali di Lusevera, che sosteneva il passaggio all’istituto comprensivo bilingue di San Pietro al Natisone, e quella di Taipana (spalleggiata da Tarcento, Nimis e Magnano in Riviera) che voleva restare nell’istituto comprensivo di Tarcento, giovedì 27 marzo si è avuta una schiarita. I genitori interessati al progetto hanno accolto con favore il progetto, steso in collaborazione tra i due istituti comprensivi. Esso prevede che le scuole di Taipana e Vedronza restino nell’ambito dell’istituto comprensivo di Tarcento e che l’insegnamento bilingue sia introdotto gradualmente, interessando da subito la scuola dell’infanzia e le prime due classi della primaria. «Ora sottoporremo il progetto alle autorità preposte – fa sapere la dirigente dell’istituto comprensivo di Tarcento, Annamaria Pertoldi (nella foto) –, auspicando una risposta in tempi rapidi. Intanto sono molto soddisfatta del clima di collaborazione che si è instaurato con l’istituto di San Pietro al Natisone, la sua dirigente Živa Gruden e le insegnanti: il progetto didattico l’abbiamo steso insieme». I sindaci di Tarcento, Celio Cossa, di Nimis, Walter Tosolini, di Magnano in Riviera, Mauro Steccati, e di Taipana, Elio Berra, avevano inviato alla Provincia, alla Regione, al Ministero e alle autorità scolastiche locali una lettera con la quale chiedono l’attuazione dell’istruzione bilingue nell’ambito dell’istituto comprensivo di Tarcento e offerto «la massima collaborazione alla realizzazione di tali percorsi bilingui». È necessario tenere conto, sottolineavano «del legame geografico-territoriale, storico-culturale, identitario e organizzativo istituzionale (servizi scolastici, socio-assistenziali, sanitari, mezzi di trasporto, ecc.) esistenti fra le popolazioni della Valle del Torre con Tarcento». Ritengono, infatti «che un diverso assetto organizzativo, con l’eventuale accorpamento dei plessi di Vedronza/Lusevera e Taipana ad altra istituzione scolastica con bilinguismo consolidato, ma geograficamente estranea al territorio, costituisca elemento di forte criticità per l’utenza, generando forme di disgregazione delle attuali comunità, di disagio in termini organizzativi, di mancanza di vitale e feconda interazione tra comunità di lingua italiana e slovena». I quattro sindaci avevano espresso pure la richiesta affinché «si preveda già per l’anno scolastico 2015/16 la possibilità di articolare una classe prima della scuola media di Nimis in un percorso monolingue ed in uno bilingue, quale naturale sbocco in continuità ed a completamento di detti percorsi bilingui». Un documento dello stesso tenore era stato sottoscritto dai genitori di tutti gli alunni delle scuole di Taipana.
Dvojezičen pouk v Terskih dolinah bo
Vse kaže, de v Terskih dolinah bojo že lietos začeli z dvojezično šuolo, saj je dežela Furlanija Juljiska krajina paržgala zeleno luč učenju po slovensko tudi v Tipani in na Njivici. Starši zainteresiranih otruok so se srečali z Annamario Pertoldi (na sliki), ki je direktorca vičstopinskega inštituta v Čenti, in z Živo Gruden, ki je direktorca dvojezičnega vičstopinskega inštituta v Špietru. Sparjeli so projekt, ki predvideva, de bota šuoli ostali v sklopu inštituta v Čenti in de bojo z učenjam po slovensko začeli v vartcih in parvih dvieh razredih primarne šuole. Novica je liepa, saj se je bluo bati, de bi po političnih polemikah odložli začetak dvojezičnega učenja. Kamun Bardo je biu za tuo, de bojo njega šuole šle po Špietar. Šindiki Celio Cossa iz Čente, Walter Tosolini iz Nem, Mauro Steccati iz Magnana in Elio Berra iz Tipane, so pa pošjali vsiem šuolskim organom pismo v katerem podperjajo učenje v dvieh jezikah. Vprašajo pa, da bo iz geografskih, zgodovinskih, kulturnih in institucionalnih ražunu tako učenje znotra vičstopinskega šuolskega inštituta v Čenti. Želijo tudi, de bojo učili po slovensko in po italijansko ne samuo v vartcah in primarnih šuolah na Njivici in v Tipani pa tudi na njižiji srednji šuoli v Nemah. Glih takuo so napisali vsi starši šuolarju v Tipani, ki so pošjali pismo šuolskim oblastem.
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