6 maggio 1976 - 6 maggio 2014
Stasera alle ore 18:00 a Cesariis ci incontriamo prima in Chiesa poi davanti al Monumento ai Caduti, per ricordare la tragedia del terremoto le sue vittime e per ringraziare tutti coloro che, in quel terribile momento, ci hanno dato una mano per la ricostruzione dei nostri paesi. Di seguito pubblico un estratto di uno scrittore locale che descrive quei devastanti 59 secondi.
Il 6 maggio 1976 era un giovedì. La sera era calda serena. Molti si attardavano all'aperto a chiacchierare. I bambini, come ogni sera dopo la dottrina, giocavano in piazza prima di rincasare.
Gli anziani abitudinari, dopo il suono della Velika Nuoić, l'Ave Maria, si erano ritirati per riprendere l'indomani alle prime luci il lavoro nelle stalle e nei campi.
Altri sostavano nell'osteria del paese per bere un bicchiere di vino. Tutto era tranquillo, quando si avvertì un brontolio, un tintinnio di vetri. Ma nessuno ci pensò sopra.
Poi si abbattè una tremenda scossa con durata di 59 secondi di magnitudo pari a 5,9 Richter, il decimo grado della scala Mercalli. Le campane cominciarono a suonare da sole, i fili della luce lasciavano cadere scintille, i tetti e le travi delle case caddero come costruzioni di carta. Gli orologi dei campanili si fermarono alle 21 e 24 minuti. Da allora fu tutto diverso.
Gli anziani abitudinari, dopo il suono della Velika Nuoić, l'Ave Maria, si erano ritirati per riprendere l'indomani alle prime luci il lavoro nelle stalle e nei campi.
Altri sostavano nell'osteria del paese per bere un bicchiere di vino. Tutto era tranquillo, quando si avvertì un brontolio, un tintinnio di vetri. Ma nessuno ci pensò sopra.
Poi si abbattè una tremenda scossa con durata di 59 secondi di magnitudo pari a 5,9 Richter, il decimo grado della scala Mercalli. Le campane cominciarono a suonare da sole, i fili della luce lasciavano cadere scintille, i tetti e le travi delle case caddero come costruzioni di carta. Gli orologi dei campanili si fermarono alle 21 e 24 minuti. Da allora fu tutto diverso.
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