14 nov 2014

Riforma, in Slavia non c’è accordo/ Reforma: ni skupnega stališča


La riforma delle autonomie locali, quella che cambierà radicalmente la geografia amministrativa del Friuli Venezia Giulia, sarà all’esame dell’aula del Consiglio regionale da martedì 18 novembre. La Giunta Serracchiani conta di vedere trasformato il suo disegno in legge in pochi giorni.
Il momento è cruciale, ma la Slavia vi arriva in ordine sparso, senza una posizione condivisa. Il commissario della Comunità montana, Sandro Rocco, lo scorso 5 novembre ha riunito i sindaci a San Pietro al Natisone. Ma è stato muro contro muro.
«Dalla riunione è emersa la necessità di un ente che sia sovraordinato rispetto ai Comuni e che possa dare risposte in termini di servizi alle municipalità più piccole, che si trovano nella condizione di non disporre di personale sufficiente per rispondere alle esigenze dei cittadini», riferisce Rocco.  Purtroppo, la convergenza finisce qui, in quanto «ci sono delle situazioni trasversali che non consentono di dare o di proporre un documento condiviso».
Il sindaco di Drenchia, Mario Zufferli, ha sostenuto con decisione la linea di constituire un’Unione che ricalchi la Comunità montana Torre, Natisone e Collio. «Questo territorio – si legge nel documento presentato – per le note vicende geopolitiche del passato non ha potuto avere uno sviluppo armonioso ed equilibrato rispetto alle altre aree della regione, ma adesso con i grandi cambiamenti in seno all’Unione Europea questo territorio diventa centrale, cerniera per un possibile e auspicabile nuovo sviluppo».
Inoltre, in ben 17 dei 25 Comuni si applica la normativa di tutela della minoranza slovena e «questi strumenti legislativi possono permettere ai nostri Comuni un margine di autonomia e pertanto riteniamo sia necessario utilizzare anche queste opportunità». È doveroso pure che la riforma «in sede di approvazione definitiva tenga debitamente conto della presenza della minoranza linguistica slovena». Il documento chiede, infine, di non sottovalutare lo strumento del Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect) «per l’area compresa tra le Valli del Natisone, Valli del Torre, Collio e lo Zgornje Posočje o valutare le possibilità di un eventuale allargamento territoriale dell’attuale Gect Gorizia-Nova Gorica-Šempeter».
Alle posizioni di Drenchia si sono affiancati anche i comuni di San Floriano del Collio e Savogna rispetto a un mantenimento di quello che è l’attuale assetto della Comunità montana Torre Natisone Collio. Altri, come il sindaco di Stregna, Mauro Veneto, si sono detti favorevoli a unioni entro i confini degli attuali distretti sanitari, che smembrerebbero il territorio montano e lo metterebbero alla mercé della pianura.
Il commissario Rocco, che è sindaco di Attimis, è convinto che «con una mediazione si possa anche mantenere l’assetto attuale. I finanziamenti che derivano dalla presenza di minoranze linguistiche – sottolinea – possono rappresentare delle possibilità per il nostro territorio».
Alla riunione di San Pietro hanno partecipato 14 comuni su 25. «È stata un’assenza soprattutto del Collio, e si può capire davanti a un disegno di legge che prospetta  la nascita di due Unioni in provincia di Gorizia – sottolinea Rocco –. È incomprensibile, invece, l’assenza di Cividale, di cui non conosciamo la posizione rispetto alla riforma».
Na deželi arzpravljajo o reformi lokalnih avtonomij. Še v pandiejak bojo pregledovali tekst v komisiji, naslednji tiedan bojo o reformi guorili in glasovali v avli. Pred kratkim je komisar Gorske skupnosti Ter Nediža in Barda Sandro Rocco povabu vse šindake telega teritorija, de bi našli ‘no skupno rešiteu, ki lahko predstavli Deželi. Skupnega jezika pa naši šindaki nieso ušafali. Nekateri predlagajo, de bi nova nadkamunska Unija obiemala teritorij Gorske skupnosti Ter, Nediža in Barda, drugi pa, de bi bla Benečija arzspatjena na zdravstvena okrožja, distretti sanitari. Za parvo rešiteu so se pokazali kamuni Dreka, Sauodnja in Števerjan, zatuo je tudi sam komisar gorske skupnosti, ki je šindik v Ahtnu. Dreški šindik Mario Zufferli je vrašu, naj se upošteva tudi zakon na Slovence, ki bi lahko parpomau, de bi imieli naši kamuni večjo avtonomijo. Blizu tega Zufferli je poviedu, naj se pomisli tudi na Evropsko združenje za teritorialno sodelovanje, na Gect, v katerim bi Benečija sodelovala s Posočjam.
http://www.dom.it/riforma-in-slavia-non-ce-accordo_reforma-ni-prislo-do-skupnega-stalisca/

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