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Comune di Pulfero - il teorema sulla "lingua autoctona" non proviene dalla scienza linguistica,ma è costruito da "esperti fai da te"
Una "pesante manipolazione politica" Sono bastate tre parole del presidente della Confederazione delle organizzazioni slovene,Drago Štoka,per rispedire al mittente il tentativo - tutto politico e per niente scientifico - della maggioranza di centrodestra del Comune di Pulfero di trasformare il locale dialetto sloveno nella fantomatica"lingua autoctona denominata nediško" e di imporla a tutte le Valli del Natisone.
Niente di nuovo sotto il sole.Da decenni,almeno da quel 30 marzo 1946 quando un segretario comunale valligiano si espose al ridicolo sostenendo che "Sì,si parla lo slavo,ma uno slavo che è un dialetto della lingua italiana",circola la teoria secondo la quale i dialetti parlati nelle Valli del Natisone,Valle del Torre e Val Resia non sarebbero sloveni,ma misteriosi "idiomi arcaici di origine slava".Tutto per negare l'appartenenza e la connessione alla comunità linguistica e culturale slovena ,nonostante nelle limitrofe aree della Slovenia si parlino gli stessi dialetti. Mentre la gente,quando parla della propria lingua,dice semplicemente:"Guormo po slov(i)ensko" e non "po našim o "po nediško".
Di fronte a questi giochetti bisogna dare atto di maggior onestà intellettuale addirittura a Benito Mussolini che nel 1915,cent'anni fa,scrisse:"Tappa San Pietro al Natisone.Primo dei sette comuni in cui si parla il dialetto sloveno".Quello sloveno che, una volta salito al potere osteggiò con tutti i mezzi,arrivando a proibirlo anche nelle chiese (1923).
Comune denominatore di tutte le strampalate teorie sulla non slovenità dei dialetti è che esse non provengono dalla comunità scientifica linguistica,ma da "esperti fai da te",magari luminari in altri campi.E' come andare dal macellaio per farsi operare di appendicite,rivolgersi all'arrotino per imparare a suonare il pianoforte o commissionare un indagine sociologica a un netturbino. Ma i paladini delle "lingue autoctone " della Slavia e di Resia non possono fare diversamente,dato che glottologi e linguisti veri,quelli che hanno i titoli per farlo,si sono espressi inequivocabilmente.L'Associazione italiana degli slavisti (si tratta di docenti universitari di tutte le lingue slave e delle materie attinenti) ha sancito più volte all'unanimità la slovenità dei dialetti parlati nella fascia confinaria della provincia di Udine con la Slovenia.Trascriviamo il documento approvato il 21 settembre 2006.
L’assemblea dell’Associazione Italiana degli Slavisti, riunita
a Udine in occasione del 4° Congresso Italiano di
Slavistica, ritiene doveroso esprimersi sull’origine e l’appartenenza
dei dialetti sloveni che si parlano lungo la fascia
confinaria della Provincia di Udine. L’uso strumentale di definizioni
di questi dialetti (quali «po našin», «natisoniano»…)
e delle genti che li parlano (quali «slavofone», «popolazioni
autoctone di origine slava» ecc.) appare funzionale a negare
l’appartenenza di questi dialetti e di queste genti alla
comunità linguistica e culturale slovena.
A questo proposito ribadiamo quanto già affermato nel 1989
dall’AIS in un documento in cui tra l’altro si sottolineavano
i seguenti punti:
- Gli sloveni della provincia di Udine (Valli del Natisone, Val
di Resia e Valle del Torre e del Cornappo) parlano tre diversi
dialetti sloveni, appartenenti, come i dialetti sloveni delle
province di Gorizia e Trieste, al gruppo dei dialetti sloveni
comunemente definiti del Litorale. L’appartenenza di questi
dialetti alla lingua slovena è attestata da un’innumerevole
serie di studi scientifici, recepiti e messi a frutto con
contributi originali dai glottologi e dagli slavisti italiani e stranieri.
- Una relativa diffusione della lingua letteraria slovena nel
passato e l’«arcaicità» dei dialetti sloveni in uso nelle località della provincia di Udine suddette non è dovuta a una
presunta e scientificamente inesatta estraneità di questi dialetti
alla lingua slovena, bensì a fattori storici e amministrativi
che hanno determinato la situazione linguistica attuale.
- La peculiarità dei dialetti sloveni della popolazione slovena
della provincia di Udine, nonché il loro particolare sviluppo
storico, non possono essere quindi assunti a motivazione
di un’artificiosa distinzione di queste parlate dal
resto della lingua slovena o da una differenziata applicazione
delle leggi di tutela (482/99 e 38/01).
Negli ultimi decenni, attraverso l’opera delle associazioni
culturali slovene e della scuola bilingue di San Pietro al
Natisone, si è rafforzato l’attaccamento alle varianti dialettali
locali e il loro uso anche in forma scritta. Allo stesso tempo
è cresciuto in modo significativo l’interesse e lo studio della
lingua slovena standard.
Più chiaro di così...Ma quale effettiva conseguenza avrà il documento approvato dalla maggioranza del comune di Pulfero?Nessuna che possa concretamente cambiare leggi ed altre disposizioni in materia di tutela della minoranza slovena in provincia di Udine.Ma potrebbe danneggiare l'amministrazione nell'erogazione dei contributi destinati alle attività culturali per la valorizzazione della cultura,della lingua e dei dialetti sloveni.Un buco nell'acqua!
fonte dal dom del 15 aprile 2015