12 lug 2015

Consigli utili del Soccorso Alpino del FVG per escursionisti


Numeri di telefono da utilizzare per richiedere l’intervento di soccorso
Italia 118      Austria  140       Slovenia   112

foto di Luca pb
immagine dal web

Visto i numerosi incidenti in montagna che si leggono  spesso in cronaca, ho pensato fosse utile riportare questi consigli della Protezione Civile in collaborazione con il Soccorso Alpino del FVG

1- Non fidarsi del cellulare perché spesso in montagna non c’è alcun segnale di campo.
2- In caso di incontro “indesiderato” con qualche animale o insetto, spesso una puntura di zecca, è sempre opportuno passare al pronto soccorso, perché solo il medico potrà verificare se c’è il rischio di “animale infetto” con conseguenze anche pericolose. Alcune regole per godere del piacere di un’escursione ben riuscita:

1) Un po’ di allenamento prima di partire per l’alpe. Meglio consultare il medico per individuare eventuali limiti all’attività in quota e per adottare qualche precauzione.

2) Preparare il percorso, studiare la carta topografica, prevedere i punti di sosta, ricordare i numeri dei sentieri, e soprattutto informarsi sui tempi, quando partire e quando iniziare il rientro per non farsi sorprendere dal buio. Ricorrere eventualmente alla consulenza delle locali Sezioni del CAI o delle Guide Alpine, per ottenere informazioni aggiornate. Non uscire mai dai sentieri!!

 3) Informare su dove si va, con chi, quando si rientra e lasciare un segno del proprio passaggio sui libri dei rifugi, dei bivacchi e di vetta. Evitare di muoversi da soli!!

4) Preparare con cura lo zaino e l’abbigliamento dopo aver consultato le previsioni meteo: se è previsto tempo a rischio è meglio rimandare o accorciare il percorso.

5) Partire piano per scaldare i muscoli e poi mantenere un ritmo costante e lento calcolando circa 350 metri all’ora di dislivello in salita e 500 in discesa. Non spendere subito tutte le energie: bisogna affrontare anche il ritorno. La rarefazione dell’ossigeno in quota, provoca una progressiva riduzione della forza muscolare e può portare anche a delle conseguenze fisiologiche gravi. Modulare quindi lo sforzo facendo attenzione ai sintomi del “mal di montagna” quali il mal di testa, colpi di tosse, insonnia, nausea e vomito, malessere generale o debolezza. Tali sintomi possono migliorare scendendo di quota.

6) Fare attenzione che il ritmo cardiaco non superi le 130 pulsazioni al minuto, fermarsi ogni 2 ore almeno, bere spesso (almeno 2-3 litri per escursione) e mangiare anche saltuariamente cioccolata, frutta, biscotti. Non bere alcolici, soprattutto con il freddo, poiché l’alcool produce vasodilatazione e quindi accentua l’azione del freddo. Se c’è vento, l’azione del freddo si moltiplica per 10, con l’umidità per 14.

7) Informarsi sul rischio temporali e sulla presenza di rocce a base ferrosa lungo l’itinerario. Il fulmine colpisce i luoghi più elevati ed appuntiti, quindi evitare creste, punti esposti e cime; mantenere la distanza di sicurezza di 30 metri tra le persone, evitare la sosta a fianco delle pareti verticali liberandosi di oggetti metallici ed evitare i margini del bosco con piante di alto fusto; in casi estremi rannicchiarsi a “palla”.

8) In caso di emergenza, richiamarsi alle norme di comportamento suggerite dal Soccorso Alpino (vedi pag. 24)

 9) Se ci si è persi, evitare di “arrangiarsi” poiché si potrebbero commettere errori irreparabili.

 L'EQUIPAGGIAMENTO

Lo zaino
 L’attività fisica in montagna determina sempre un notevole impegno, per cui si deve evitare uno zaino troppo pesante. Lo zaino dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: - deve essere capiente, in genere per un’escursione giornaliera la sua capacità non dovrebbe superare i 40-50 litri; - spallacci larghi ed imbottiti, cosicché le spalle soffriranno di meno; - dorso imbottito, con un telaio rigido interno alla struttura e tale da consentire un minimo di aerazione e una buona distribuzione dei pesi; - cintura ventrale a sgancio rapido, per mantenerlo stabile sulla schiena; - almeno una tasca esterna superiore utile per riporre oggetti di uso frequente. Nello zaino è utile mettere: - giacca a vento - un maglione o pile (meglio 2 leggeri, secondo il metodo di utilizzo a “cipolla”); - una mantellina ed il coprizaino antipioggia; - biancheria intima e camicie per ricambio, tutto in sacchetto di plastica per proteggere dall’acqua che può eventualmente entrare nello zaino; - contenitore di plastica rigida per alimenti; - occhiali da sole, crema protettiva, berretto; - tessera CAI se iscritti, copia del libretto sanitario, medicinali e documenti personali; - coltellino multiuso, pila, fischietto per eventuale emergenza e possibilmente telo termico in foglio d’alluminio.


 L'ABBIGLIAMENTO

Sono utili i calzoni lunghi per ridurre il rischio “zecche”, camicie in flanella e scarponcini da trekking con suola scolpita in gomma, robusti, alti alla caviglia, comodi e mai giusti per non soffrire a causa di calzature che diventano strette per il fisiologico gonfiore durante la giornata. Inoltre, è consigliabile sovrapporre due paia di calzetti: prima quelli in cotone, poi quelli in lana. È opportuno che il colore dell’abbigliamento sia di “contrasto” con l’ambiente, per esempio non “verde”. >

 L'ALIMENTAZIONE

 L’alimentazione deve essere costituita da cibi facilmente consumabili durante le soste che devono essere: - energetici, poiché il fabbisogno calorico giornaliero può anche raddoppiare sotto sforzo ed in condizioni ambientali avverse; - digeribili poiché durante l’attività fisica e soprattutto in quota la digestione è più difficile e lenta; - leggeri da trasportare per non appesantire lo zaino. Un esempio di alimentazione equilibrata per l’escursione di un giorno può essere: - prima colazione abbondante a base di latte fresco oppure the con miele; - pane biscottato con burro e marmellata; - un bicchiere di frullato o succo di frutta. Nello zaino: - pane, biscotti, cracker, che sono più digeribili e conservabili del pane fresco; - prosciutto magro, formaggio grana; - frutta fresca e frutta secca mista come nocciole, albicocche, noci; - succhi di frutta, possibilmente in brick, the, acqua; - tavolette a base di müesli, marmellatine, cioccolate. Evitare bevande gassate e cibi in scatola, soprattutto con contenuto oleoso. 

 LA SICUREZZA


 Andare in montagna senza conoscerla e senza essere preparati vuol dire rinunciare alla possibilità di scoprire segreti affascinanti e di vedere ambienti unici. Le statistiche elaborate dal Soccorso Alpino parlano chiaro. La maggior parte degli incidenti di montagna avvengono su percorsi non difficili, spesso su sentieri e su pendii erbosi, e sono causati dall’imprudenza e dall’impreparazione. Quindi non cercare inconsciamente un’avventura temeraria. Ricordati queste regole fondamentali:
1 -Preparati fisicamente per poter sostenere gli sforzi che la montagna comporta.
 2- Preparati moralmente con quella carica di energia interiore che consente di far fronte a qualsiasi evenienza.
3 -Preparati tecnicamente aggiornando le tue conoscenze sull’equipaggiamento e sul suo impiego in modo da poter procedere agevolmente su qualsiasi tipo di terreno.
 4- Conosci la montagna e i suoi pericoli (scariche di pietre, valanghe, crepacci, maltempo) in modo da poterli evitare. Informati sulle previsioni meteorologiche.
5- Conosci i limiti delle tue forze e conserva sempre un adeguato margine di energie.
6 -Scegli le imprese adatte alle tue possibilità e studia preventivamente il percorso.
7- Scegli bene i compagni per poterne fare pieno affidamento anche nell’emergenza.
 8- Non lasciarti trascinare dall’ambizione o da un malinteso spirito di emulazione in imprese superiori alle tue possibilità.
9- Stai costantemente all’erta soprattutto là dove le difficoltà diminuiscono e quando la stanchezza annebbia i tuoi riflessi.
10- Sappi rinunciare se il tempo peggiora o l’escursione è superiore alle tue forze. Non c’è da vergognarsi. Le montagne ci attendono sempre anche la prossima volta.

LA SICUREZZA: storia

Ufficialmente costituito nel 1954, il Soccorso Alpino ha iniziato a svolgere l’attività di soccorso sulle nostre montagne già ben prima di questa data. Grazie alla disponibilità di alcuni alpinisti della zona di Cave del Predil si formò la prima squadra del Corpo Nazionale Soccorso Alpino. Tra questi, Cirillo Floreanini, che nei successivi 40 anni ha fatto crescere sull’intero territorio regionale l’organizzazione del Soccorso Alpino. Nel 1961, grazie ad un primo impiego di un elicottero proveniente dalla base NATO di Aviano si intravide la possibilità di rendere ancora più efficace la preparazione dei soccorritori. Iniziò così l’esperienza del soccorso in montagna con mezzi aerei. Dagli elicotteri dell’esercito USA si passò negli anni ’70 all’impiego di quelli dell’Esercito Italiano del V° ALE RIGEL di Casarsa e dell’Aeronautica Militare del S.A.R. di Istrana. Le esperienze fatte portarono negli anni ‘90 alla collaborazione con il Servizio Aereo Regionale di Protezione Civile e successivamente con il neonato servizio di Elisoccorso del 118. Negli ultimi anni vi è stato un continuo incremento delle operazioni di soccorso in montagna, in particolare per gli escursionisti. Troppo spesso l’avventurarsi oltre i propri limiti di preparazione fisica, senza un’adeguata programmazione e conoscenza del percorso, porta a dover chiedere aiuto. Ci si affida allora all’onnipresente “telefonino”, che costituisce sicuramente un elemento utile per l’immediatezza dell’allertamento, ma anche una falsa sicurezza: in montagna spesso non c’è un’adeguata copertura del segnale, o peggio ci si può rendere effettivamente conto di non essere in grado di togliersi dai pasticci. In ogni caso, è preferibile cercare di inviare una richiesta di aiuto con la massima tempestività. Il C.N.S.A.S. FRIULI V.G. opera sia nei casi in cui l’emergenza abbia una rilevanza sanitaria per traumi, malori, ecc., sia nel caso di dispersi, incrodati (bloccati e legati in parete) o comunque situazioni che necessitino dell’accompagnamento a valle. Grazie all’elicottero oggi si è in grado di poter rispondere con tempestività alle richieste di soccorso. La presenza di un Tecnico di Elisoccorso del C.N.S.A.S. presso l’elibase 118 di Udine garantisce la possibilità di un intervento rapido su terreno impervio da parte di una qualificata equipe medica con il conseguente trattamento e trasporto presso le più indicate strutture ospedaliere. Caratteristiche diverse ha l’elicottero della Protezione Civile che viene impiegato per esigenze di tipo non strettamente sanitario, quali le ricerche di persone disperse, trasporto in quota di squadre di soccorso e recupero di alpinisti “incrodati”. Purtroppo queste eccezionali macchine sono però soggette a limitazioni dovute alle condizioni meteorologiche o all’oscurità.
Il Soccorso Alpino

 Numeri di telefono da utilizzare per richiedere l’intervento di soccorso
Italia 118      Austria  140       Slovenia   112

fonte  http://www.protezionecivile.fvg.it/ProtCiv/GetDoc.aspx/898/andar_per_monti.pdf 

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