22 lug 2015

I caprioli di Stella di Tarcento


  • E’ un gioco…. ma preso molto sul serio

    I boschi del Monte Stella, un piccolo angolo del mondo, un paradiso tra le Prealpi Giulie, i monti della Slovenia e della Carinzia a Nord, il superbo, incredibile panorama sulla pianura friulana verso Sud, che ci porta con lo sguardo fino al mare, fino alle coste dell’Istria e, dall’altro verso, fino ai Colli Euganei, che si intravedono appena nelle giornate limpide, in lontananza.
    Un tempo abitato da contadini e boscaioli, poi abbandonato e dimenticato, infine di recente riscoperto, questo luogo condivide con molte altre zone montane vicende di dignitosa povertà, di duro lavoro, di emigrazioni e, talvolta, di ritorni.
    Ma ora possiamo raccontare qualcosa di nuovo del Monte Stella: qui sono nati i caprioli di Pier Paolo Zanussi. E’ una piccola storia, iniziata senza troppo clamore nel silenzio sacrale di questi boschi, interrotto semmai solo dai colpi dell’accetta che è servita a crearli. Una piccola storia, dunque, che però è già un mito, da cui sono subito sbocciate fiabe e leggende.
    Dov’è il segreto, qual è la scintilla che ha fatto di questi caprioli un’intuizione che ci apre la mente a percorsi fantastici?
    Come Pinocchio dalle mani di Mastro Geppetto, anche i caprioli di Pier Paolo non restano afoni pezzi di legno, ma si animano di vita propria, hanno un nome e un’identità, come noi ciascuno di loro è unico nelle sue fattezze e nelle sue espressioni. E come nella storia del famoso burattino anche loro hanno tanto da raccontarci e soprattutto da insegnarci.
    Nel fitto del bosco sul Monte Stella hanno trovato un sentiero e sono scesi a valle, tutti insieme, come una bella grande famiglia, che ogni tanto cresce di nuove unità, e i piccoli accanto alle loro mamme ci fanno tanta tenerezza che ci viene voglia di portarceli con noi, nelle nostre case, nei nostri giardini, a regalarci un po’ del loro incanto.
    E così si ripresenta la domanda: da dove nasce questo incanto?
    In parte senza dubbio dal fatto che i caprioli di Pier Paolo ci fanno tornare tutti un po’ bambini, ci riportano al mondo della nostra infanzia; immaginarci le loro storie, le loro avventure, è un gioco, ma un gioco che prendiamo molto sul serio, esattamente come facevamo da piccoli e come fa ogni artista, quando crea un mondo di fantasia, che egli vive e percepisce come e anche più di quello reale, e da questo investimento di idee e di affettività nasce l’opera d’arte. I caprioli nella loro estrema genuinità, nel loro essere così grezzi, ci offrono un’arte godibile in modo istintivo e immediato, scevra di ogni intellettualismo, proprio come certe candide osservazioni dei bambini: di una semplicità disarmante e profondamente vere!
    Ci dice Freud: “L’individuo crescendo smette di giocare e sembra rinunciare al piacere che traeva dal gioco. Ma chi conosce la vita interiore dell’uomo, sa che non vi è cosa più difficile della rinuncia a un piacere già una volta gustato.”
    Per questo è stato facile lasciarci prendere dalle avventure dei caprioli, immaginarcele nella nostra mente: è un gioco, e possiamo farlo anche insieme agli altri, condividendo questa dimensione fantastica e ludica, di cui tutti abbiamo sempre un inconfessato bisogno. Una dimensione che è in fondo anche un luogo ideale della nostra mente, un luogo di incontro e di interazione, di superamento delle paure, delle diffidenze e dei pregiudizi, che trova nel gioco la sua occasione privilegiata, una metafora della realtà, nella quale ci è più facile aprire finalmente uno spazio nel cuore alla comprensione dell’altro.
    Ed è proprio lì che ci conducono i caprioli. La loro magia, il loro potere immaginifico su di noi, scaturisce infatti anche dalla forte impressione che si trae dal vederli tutti insieme, così diversi tra loro eppure così compatti, nello spirito di gruppo che indubbiamente evocano, e chi li ha visti realmente non può che confermare questo.
    I caprioli allora ci indicano con il loro esempio un modo con cui potremmo anche noi guardare con più speranza alle sfide che ci attendono in questi tempi: nel rispetto delle nostre differenze, sempre pacificamente insieme.

    Manuela Fabbro
Palmanova
Sardegna

Umbria
Ljubljana/Lubiana SLO
Berlino
Las Vegas
Perù
Paris
Seychelles
Friuli innovazione
fonte immagini  e testo
https://www.facebook.com/pages/Caprioli-di-Stella/180458415314679?fref=ts

4 commenti:

  1. Ciao Olgica!! Volevo chiederti... ma il blog il Supermercato della poesia c'è ancora??
    Un bacione!

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  2. Ciao Olga, certo che lo scultore ha avuto una bella idea. Due tronchi e 6 pezzi di ramo per fare il simbolo delle nostre Alpi. Tutti i miei complimenti.

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