26 set 2015

Un ‘Fiume in festa’ per il Parco del Natisone



Da Taipana, passando per Caporetto, la valle del Natisone e la piana friulana attraversata dal fiume. Sono state tantissime le iniziative della seconda edizione di Festinparco, organizzata dall’associazione “Parco del Natisone”, che hanno coinvolto il 12 ed il 13 settembre tutto il territorio interessato dal progetto che mira all’istituzione del parco fluviale.
“Festinparco per ora è ancora la festa del “parco che non c’è”. Grazie all’impegno di tutte le amministrazioni comunali coinvolte e al sostegno della Regione, della Banca di Cividale, del Fai, (Fondo Ambiente Italiano ndr) di Legambiente e del Club UNESCO, possiamo affermare che in un anno abbiamo fatto passi importanti perché il nostro progetto possa andare in porto. L’indicazione di Manzano quale Comune capofila e l’adozione dello schema di contratto di fiume sono i primi atti formali emanati dalle Amministrazioni comunali e vanno nella giusta direzione ”. Queste le parole di Claudia Chiabai, Presidente dell’Associazione  “Parco del Natisone” e deus ex machina del progetto, intervenuta domenica 12 durante la visita guidata (dallo stesso architetto Massimo Asquini che ha realizzato l’opera) alla braida giardino di Casa Copetti in località Leproso: una delle novità dell’edizione 2015 di Festinparco, alla quale ha partecipato anche l’assessore regionale Maria Grazia Santoro.
Per capire le potenzialità del parco fluviale abbiamo intervistato il coordinatore scientifico del progetto Francesco Boscutti, collaboratore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali e docente del corso di “Morfologia e tassonomia vegetale”.
Quali sono le peculiarità del progetto Parco del Natisone?
Il progetto si basa su un concetto innovativo quanto antico: la gestione di un bene comune deve essere condivisa. La gestione coordinata di un così ricco e complesso territorio (sono 10 per ora i comuni interessati) non solo costituisce una necessità ambientale, ma rappresenta un’opportunità di sviluppo del territorio. Il progetto vuole promuovere una nuova gestione strategica del territorio che possa, allo stesso tempo, migliorare le condizioni ambientali del fiume e creare le basi per uno sviluppo economico sostenibile dell’ambito fluviale. In questa fase, il progetto vuole adottare lo strumento del “contratto di fiume”, già utilizzato in altre realtà europee, per coordinare le necessità e stabilire le buone pratiche gestionali di tutti i portatori d’interesse del territorio (municipalità, enti e privati e cittadini). In Regione e Italia questo sarebbe il primo caso di collaborazione transfrontaliera (coinvolge infatti anche il territorio sloveno di Kobarid) per la gestione partecipata di un bacino fluviale. Anche per questo motivo, il progetto punta ad attingere a fondi europei per la concretizzazione dello stesso. Il processo porterà quindi, in una fase successiva, all’istituzione del Parco Fluviale Transfrontaliero del Natisone, traguardo e marchio territoriale riconoscibile del progetto.
Quali le caratteristiche naturalistiche più meritevoli di tutela?
Se dal punto di vista istituzionale il Parco del Natisone non è ancora realtà, dal punto di vista naturalistico e culturale esiste già e mostra una forte identità. La ricchezza del territorio si esprime nella geologia (es. la forra, la grotta di Antro, la frana sottomarina Vernasso), nella biodiversità (presenza di specie endemiche e habitat di interesse europeo), nella qualità delle acque e delle comunità biologiche delle stesse (soprattutto nel tratto montano) e nello straordinario patrimonio storico-culturale. Alcune aree sono già state riconosciute e vincolate dalla comunità europea per la tutela ambientale (aree Natura 2000). Quello che manca è la presa di coscienza delle istituzioni per gestire questi beni naturalistici come opportunità e non meri vincoli.
Quali vantaggi economici potrebbe portare al territorio l’istituzione del parco?
Il progetto vuole coinvolgere in maniera trasversale tutti i settori produttivi e servizi (agricoltura, artigianato, turismo) creando uno sviluppo basato sulla valorizzazione ambientale e storica del territorio. In un mondo che si dimostra sempre più attento a produzioni di qualità, filiere corte, turismo ecosostenibile, il riconoscimento identitario di un territorio come quello dell’ambito fluviale del Natisone deve essere veicolo per la promozione di nuove iniziative pubbliche e private che potenzino queste strategie. L’adesione al progetto del parco dovrà costituire vantaggio sia per le istituzioni sia per i privati nell’accesso a vari piani di finanziamento (es. Piano di Sviluppo Rurale, Piano di Sviluppo Turistico).http://novimatajur.it/attualita/un-fiume-in-festa-per-il-parco-del-natisone.html

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