“Non morire, terra mia,” così inizia una poesia di Guglielmo Cerno cantore dell’Alta Val Torre, una terra interessata da forte emigrazione negli ultimi trent’anni.
Riportando le parole dello studioso Pavle Merkù, l’Alta Valle del Torre costituisce la massima punta di espansione occidentale della colonizzazione slava in Europa, iniziatasi e conclusasi nel corso della seconda metà del I° millennio d.C. Gli slavi alpini qui giunti verosimilmente attraverso il passo di Coccau parlavano un dialetto dell’originaria lingua slovena, ma entro la fine dell’VIII secolo quel dialetto si era sviluppato con caratteristiche specifiche del nuovo volgare sloveno, da questo infine altri dialetti limitati ai luoghi e nella zona dell’Alta Val Torre si sviluppò il dialetto sloveno che prende il nome di “Dialetto del Torre”; è oggetto di studio per l’evoluzione di lingue e di dialetti e attraverso il quale si chiariscono le caratteristiche originali e peculiari che contraddistinguono la toponomastica della zona.
fonte web
Ne umri ,zemlja ma-non morire terra mia
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