2 nov 2015

Da "Vita nei Campi"

Vita nei Campi rubrica di Agricoltura a cura della redazione di Udine della tgr
" I piaceri della carne di Enos Costantini "
Che mangiare troppa carne faccia male si è sempre saputo; forse non lo sanno i moderni americani, ma lo sapevano ben gli antichi Romani. D'altro canto non si può vivere di sole patate, ce lo insegnano gli irlandesi, né di sola polenta, come ci avrebbe detto la commissione pellagrologica nel 1911. Essere vegetariani è un scelta etica e, spesso, radical chic, che in verità apprezzo molto di più quando è una scelta di ecologia militante.
La nostra carne si fa col petrolio, perché col petrolio si fa il mais e col petrolio si trasporta la soia carioca sulle onde verso le italiche sponde. Chiediamoci quanto è cambiata la carne e, per dire una banalità, facciamo scelte di qualità. Poca, buona e il più possibile ecocompatibile. L'erba, la buona e scomparsa erba, può avere ancora un futuro dietetico se trasformata in bistecche? Parliamone.
Dire carne, dire formaggio non significa nulla. Son discorsi da dietologi ignoranti. C'è carne e carne, c'è formaggio e formaggio. La qualità nutrizionale e soprattutto la qualità dietetica, su cui mettiamo l'accento, sta nel sistema di allevamento e nell'alimentazione degli animali. Questo deve essere il dibattito, non carne sì o carne no.
Evitiamo il junk food, il cibo spazzatura. Facciamo della carne un piacere. Se perde l'Udinese consolatevi col salame di Talmassons, se vince l'Udinese festeggiate col salame di Cerneglons. Chi, come me, se ne frega dell'Udinese ha solo l'imbarazzo della scelta

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