25 nov 2015

LA SAGA DELLA BROVADA di Enos Costantini





 Enos Costantini ci parla del seme della rapa
La semente, invero piccola, dato che mille semi pesano da due grammi e mezzo a tre grammi, era prodotta in proprio. Ciò si faceva solitamente trapiantando a novembre tal rices alcune radici che avevano le caratteristiche volute. Nei luoghi più freddi le rape da seme erano poste in un secchio e passavano l'inverno nella stalla per essere poi trapiantate intun plet ai primi tepori. I getti primaverili, alti un metro e mezzo e più, erano sostenuti con frasche onde proteggerli dai danni del vento (par che l'aiar no ju rompi). La semente si raccoglieva in maggio - giugno e le impurità erano tolte con un crivello (netâ tal crivel). Quando c'era uno scambio di semente tra famiglie, di solito tra donne, questa veniva misurata in vignarûi (ditali); ad. es. si poteva sentire dire dami doi vignarûi di samence. Ciò è dovuto, ovviamente, alle piccole dimensioni del seme (la samence ch'a è tant fine). Ci poteva essere anche uno scambio di rape da seme: chi notava una bella radice in un campo altrui poteva farsela regalare per trapiantarla nel proprio orto.
L'autoproduzione del seme è ora obbligatoria, in base al disciplinare DOP, per quelle aziende che intendono commercializzare rape da brovada o la brovada medesima. Solo così si può mantenere la brovada di pura razza furlana. "https://www.facebook.com/vitaneicampi/?fref=ts

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