25 nov 2015

L’influenza del friulano sui dialetti sloveni del confine

Dal ‘Manuale di linguistica friulana’ l’ennesima conferma del mondo accademico sulla natura delle parlate della fascia confinaria della Provincia di Udine. Lo ziljsko, proprio della val Canale, il rezijansko della val Resia, il tersko delle valli del Torre e il nadiško delle valli del Natisone sono dialetti sloveni di antico insediamento. Lo scrive nel capitolo del manuale dedicato al plurilinguismo e al contatto fra la lingua friulana con le altre lingue della regione, la professoressa Liliana Spinozzi Monai. Il volume, edito da De Gruyter (Berlino-Boston) a cura di Sabine Henemann e Luca Melchior, è stato presentato lo scorso 18 novembre nella sede di via Margreth dell’università di Udine.
Ad introdurre l’opera i professori Enrico Peterlunger e Giovanni Frau dell’Ateneo udinese. Mentre ad illustrare più nel dettaglio il corposo e aggiornato manuale di linguistica sono stati gli stessi curatori dell’opera. Che, appunto, hanno scelto di dedicare un capitolo a parte al plurilinguismo e al multilinguismo che caratterizzano il Friuli.
Lo studio di Spinozzi Monai, quindi, è incentrato sull’influsso del friulano nei quattro dialetti sloveni dell’area. Con un’attenta analisi della letteratura scientifica, frutto delle ricerche condotte sul campo dai linguisti che si sono occupati della materia, l’autrice riporta i dati statistici sui prestiti lessicali e sui diversi livelli di interferenza e integrazione del friulano nei vari aspetti delle grammatiche dialettali. E quindi sulla fonetica e sulla morfosintassi. Inevitabile pertanto la premessa di una distinzione fondamentale, dovuta alle ben note vicende storiche, fra lo ziljsko (più influenzato dal tedesco) e gli altri dialetti sloveni del Friuli in cui i fenomeni di contatto con il friulano e (sottolinea Spinozzi Monai) solo in epoca più recente con l’italiano sono decisamente più visibili.
L’analisi consente all’autrice di concludere con alcune considerazioni riferendosi alle categorizzazioni recenti su decesso linguistico e semiparlanti. In effetti, secondo Spinozzi Monai, coloro che parlano i dialetti sloveni della Benecia potrebbero rispondere perfettamente alle caratteristiche del semiparlante ideale: hanno cioè oscillazioni ed incertezze d’esecuzione o la tendenza a sostituire costruzioni sintetiche con altre analitiche. Tuttavia, sostiene l’autrice, se osservati nel proprio ambito socio-affettivo i dialetti sloveni della Benecia sono tutt’oggi vitali. Nella misura in cui però, sottolinea, gli elementi esterni sono stati assimilati nelle parlate creando un idioma ‘terzo’ che viene usato con estrema disinvoltura. Che però – conclude – cessa nel momento in cui “la presenza anche di un solo forestiero fa affiorare nei parlanti la consapevolezza che il loro è un idioma impuro di cui doversi quantomeno giustificare, denigrandolo prima che lo facciano altri.”
http://novimatajur.it/cultura/linfluenza-del-friulano-sui-dialetti-sloveni-del-confine.html

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