12 gen 2017

In memoriam di don DOMENICO ZANNIER poeta friulano

Gravissima perdita per la Chiesa Udinese e per il mondo culturale friulano. Ci ha lasciati ieri sera, mercoledì 11 gennaio, nell’Ospedale di San Daniele, don Domenico Zannier, il sacerdote poeta di Majano che con le sue liriche in lingua friulana intrise di fede e di impegno civile era arrivato a farsi candidare nel 1986 dalle Università di Salisburgo e di Innsbruck al premio Nobel per la Letteratura. Nato a Pontebba nel 1930 da genitori artigiani e emigranti, don Zannier fu ordinato sacerdote l’8 luglio del 1956, aveva, infatti, festeggiato domenica 10 luglio 2016 a Majano il 60° di sacerdozio. Cooperatore parrocchiale a Sutrio fino al settembre del 1958, fu poi cappellano a Pradamano (fino al settembre ’59) e in seguito a Pocenia e a Castions di Strada, fino al 1960, per poi diventare parroco di Lusevera, comunità che ha guidato fino al 1972. Successivamente insegnante di scuola media è rientrato nella sua Majano, a Casasola, paese di origine della madre.
Figura poliedrica, pre Meni Zannier è stato uomo di cultura a tutto tondo: non solo sacerdote e insegnante, ma anche poeta e scrittore, traduttore e giornalista pubblicista – ha diretto «la Vita Cattolica» nei tempi del terremoto, dal 1975 al 1976 –, critico d’arte. La sua attività letteraria è cominciata in giovane età, raggiungendo, passo dopo passo, vertici consistenti, tanto da ottenere innumerevoli premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali: dal premio «Nadâl Furlan» del 1979, per i valori di civiltà cristiana espressi nella sue opere, passando per il «Premio della Cultura » della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il «Premio Campidoglio d’Oro» della Internazionale Burkhardt Akademie, per citarne solo alcuni. Don Zannier dimostrò fin da giovanissimo uno spiccato interesse per la poesia. Il suo primo componimento fu un sonetto dedicato alla Madonna, nel giugno del 1946. Non aveva ancora compiuto 16 anni. Quindi ha scritto liriche in italiano, abbozzi in francese e in inglese. Sono del 1949 pochi versi friulani. La svolta verso il friulano comincia agli inizi degli anni Cinquanta e giunge attraverso la consapevolezza di appartenere all’area linguistica ladina. La su volontà di valorizzazione etnica è stata in concreto affidata alla “Scuele Libare Furlane” (Scuola Libera Friulana), una Istituzione-Associazione che dal 1952 al 1975 ha operato in Friuli tra i ragazzi e i giovani. La novità assoluta era quella di un popolo che che solo prendeva coscienza della sua cultura e del dovere di trasmetterla. "Per chi crede che il friulano sia un’appendice linguistica e culturale dell’italiano e che le esperienze letterarie compiute in letteratura italiana rendono inutili certe forme d’arte del genere in friulano - sosteneva don Zannier -, io ritengo che le due lingue sono indipendenti e che le esperienze dell’una non sono quelle dall’altra. Si deve quindi realizzare in friulano quanto manca d’ogni genere letterario. Le due culture non sono convergenti, ma parallele e nella loro evoluzione neppure contemporanee, se non per cronaca". ....continua 
http://www.lavitacattolica.it/Chiesa/E-morto-pre-Meni-Zannier-candidato-al-Nobel-letterario

3 commenti:

  1. Don Domenico ZANNIER rimarrà per sempre nei nostri cuori, tanto amava il Suo Friuli sia nella terra natìa che tra i migranti friulani dei vari "Fogolars " sparsi per il mondo. Oltre alla cultura e la sua poesia sia laica che di Fede e oltre ai suoi scritti epistolari, rimarrà vivo il ricordo di Don D.ZANNIER oltre che per episodi politici nostrani per il Suo costante impegno e,per il terremoto sofferto come tutti che per le sue attività nel post terremoto. Legato al nostro Gruppo nell'Unione Autonomista Alpina per l'Alto Friuli per il quale promuovavamo a suo tempo varie attività di sostegno a questo territorio,lo stesso Don Zannier è rimasto sempre molto legato a questo sodalizio che si batteva per l'interesse e la costruzione di un Alto Friuli Forte in quanto territorio che nel lavoro e nelle sue piccole-grandi imprese. Siamo costernati per la sua dipartita pur sapendo che purtroppo nessuno di noi è eterno. Va a Lui il nostro piccolo profondo ricordo che conserveremo per sempre nella nostra memoria. Partecipiamo con chi lo ha potuto conoscere e apprezzare.

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