11 apr 2017

Nella nuova base dati anche i segni diacritici sloveni

In questo periodo il ministero degli Interni della Repubblica Italiana sta aggiornando e rinnovando, in collaborazione coi competenti servizi dello Stato, il proprio «archivio anagrafico» di dati, da cui attingeranno informazioni tutte le amministrazioni locali e statali. In questo quadro la Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso e l’Unione culturale-economica slovena-Skgz si aspettano che finalmente trovino posto anche i caratteri coi segni diacritici sloveni *, perché al momento non è così, oppure è così solo in parte. Di tale «annosa» questione si è parlato di nuovo ieri alla Prefettura in un incontro di lavoro, che la prefetto Annapaola Porzio ha convocato in veste di commissaria governativa per il Friuli-Venezia Giulia. Oltre ai presidenti di Skgz e Sso, Rudi Pavšič e Walter Bandelj (ndr.), e alla presidente del Comitato istituzionale paritetico per la minoranza slovena, Ksenija Dobrila, vi hanno partecipato anche alti funzionari dei servizi statali e regionali, che in un modo o nell’altro si occupano di documenti personali. Della base di dati centrale di Roma usufruiscono, tra l’altro, anche i Comuni. I rappresentanti degli enti hanno ammesso come non si possa più andare avanti così e come le accuse della minoranza slovena riguardo, ad esempio, alla confusione rispetto ai caratteri coi segni diacritici, siano del tutto fondate. Per risolvere questo problema è, finora, mancata un’azione coordinata degli enti di periferia competenti, che hanno attribuitola colpa di tutti problemi a Roma. Quest’ultima è davvero la principale colpevole degli «errori» nella menzione ufficiale di nomi e cognomi degli appartenenti alla comunità etnica slovena, ma, se in passato si fosse giunti a pressioni coordinate dei cosiddetti enti periferici, le cose si sarebbero, forse, evolute in modo diverso, risolvendosi prima o poi. La prefetto ha, quindi, esortato al coordinamento, unica strada che potrà portare alla soluzione dei problemi. I presidenti di Sso e Skgz e la presidente del Comitato istituzionale paritetico per la minoranza slovena hanno espresso l’auspicio che questa problematica, che nel 2017, nel quadro di un costante progresso tecnologico, sembra improbabile, sia discussa al tavolo governativo per la minoranza slovena. Il tavolo, attivo nell’ambito del ministero degli Interni e che si riunisce molto di rado, è diretto dal viceministro Filippo Bubbico. La prefetto si è impegnata a esortare a Roma una convocazione del tavolo, che forse si riunirà prima dell’estate. La data è ancora da fissare. In ogni caso, non si tratta solo dei caratteri coi segni diacritici; confusioni e mancanze interessano anche i codici elettronici dei singoli Stati e molto altro ancora. Poco tempo fa abbiamo riportato dell’«errore» della menzione della Slovenia come stato di nascita sulle carte d’identità elettroniche. La faccenda, grazie alla deputata Tamara Blažina, avrà eco anche in Parlamento. In verità non si tratta della prima volta che la deputata di lingua slovena debba intervenire in Parlamento per richiamare l’attenzione dei competenti sul fatto che non sia più possibile andare avanti così. S.T. (Primorski dnevnik, 30. 3. 2017)
dal Slovit del 31 marzo 2017
*lettere con il tettuccio o pipa Č Š Ž


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