Nuova edizione il 15 e il 16 luglio sui prati di Kaluž (Tribil Inferiore) de «Il ritorno del falciatore», simpatica iniziativa che ripropone il tradizionale lavoro contadino, di allevatore per la precisione, delle Valli del Natisone. Anche se, sinceramente, fa una certa impressione constatare come attività comunissime, praticate dalla stragrande maggioranza dei valligiani fino a trent’anni fa, siano ormai nient’altro che folclore e addirittura oggetto di rievocazione «storica».
Per ogni famiglia, infatti, allevare mucche da latte e carne era una necessità di sussistenza, per cui l’arte di falciare, trasformare l’erba in fieno e poi rastrellarlo, conservarlo nelle «kopé» (mede) o sui «kozolci», trasportarlo al paese sulle spalle o tramite teleferiche era di comune dominio fin da bambini.
L’economia della Benecia era rurale e la vita ruotava in tutto e per tutto attorno all’attività contadina. Alle sue esigenze si adattava l’architettura e si modificava il paesaggio. Per essa era stato creato anche un fitto reticolo di sentieri, che permetteva di raggiungere, più o meno agevolmente, anche il più remoto cantuccio del territorio. Con il progressivo abbandono dell’agricoltura e della silvicoltura, con la meccanizzazione di quanto è restato e la conseguente creazione delle cosiddette piste forestali, anche la gran parte di essi è caduta in disuso ed è stata abbandonata.
Ora, tuttavia, quei sentieri tornano prepotentemente alla ribalta come formidabile strumento di turismo, dato che escursionismo e trekking sono in forte e costante crescita e con essi le attività imprenditoriali orientate a servire prodotti e servizi nel settore. In aumento pure il business di rifugi, alberghi e ristoranti di montagna, perché la gente oltre che passeggiare nel verde ama mangiare e bere bene e ama farlo anche per due o tre giorni, se non per una settimana. I pacchetti che prevedono escursioni più lunghe e articolate nell’esplorazione sono quelli più graditi.
Da qui il forte successo di iniziative come l’«Alpe-Adria-Trail», percorso che collega la Carinzia, la Slovenia e il Friuli-Venezia Giulia in un susseguirsi di 43 tappe complessive e circa 750 chilometri, dai piedi del Großglockner (la montagna più alta dell’Austria) fino a Muggia, interessando anche le Valli del Natisone nel tratto da passo Solarie a Castelmonte, cioè i comuni di Drenchia, Stregna e Prepotto.
«L’Alpe-Adria-Trail – si legge sul sito internet dedicato al percorso – è un itinerario concepito preminentemente all’insegna del piacere di camminare. Il suo decorso si svolge in gran parte in bassa montagna e i dislivelli, per quanto possibile, sono minimi. Ciascuna tappa ha una lunghezza di circa 20 km, si completa pressappoco in 6 ore e presenta una segnaletica omogenea. Il percorso da seguire è ben definito e si può compiere in entrambe le direzioni. Lungo la via si trova almeno un punto di ristoro rinomato per la sua cucina e le località di arrivo sono sempre in luoghi con possibilità di pernottamento. L’Alpe-Adria-Trail si svolge su sentieri già preesistenti, che collega fra loro, e si distingue per l’alto standard della sua infrastruttura. Ogni tappa presenta diversi punti d’interesse che influiscono notevolmente sulla velocità di avanzamento. In futuro vi si troverà anche almeno un “luogo magico”, ovvero una particolare “perla paesaggistica” contraddistinta dall’armonia fra i quattro elementi». Da alcuni calcoli l’Alpe Adria trail è stato percorso l’anno scorso, interamente o in parte, da oltre trentamila camminatori da tutta Europa e non solo (leggi anche l’articolo a pag. 4).
L’escursionismo è, dunque, un formidabile volano per il turismo in tutta l’area alpina. Nel contermine Zgornje Posočje (alta Valle dell’Isonzo in Slovenia) vi dedicano ogni anno addirittura un festival. Ecco, allora, che i sentieri delle Valli rappresentano un grande patrimonio, a patto che vengano ripristinati, curati e dotati di segnaletica. (E.G.)http://www.dom.it/i-sentieri-una-risorsa-per-il-turismo_po-stezicah-prihaja-turizem/
Per ogni famiglia, infatti, allevare mucche da latte e carne era una necessità di sussistenza, per cui l’arte di falciare, trasformare l’erba in fieno e poi rastrellarlo, conservarlo nelle «kopé» (mede) o sui «kozolci», trasportarlo al paese sulle spalle o tramite teleferiche era di comune dominio fin da bambini.
L’economia della Benecia era rurale e la vita ruotava in tutto e per tutto attorno all’attività contadina. Alle sue esigenze si adattava l’architettura e si modificava il paesaggio. Per essa era stato creato anche un fitto reticolo di sentieri, che permetteva di raggiungere, più o meno agevolmente, anche il più remoto cantuccio del territorio. Con il progressivo abbandono dell’agricoltura e della silvicoltura, con la meccanizzazione di quanto è restato e la conseguente creazione delle cosiddette piste forestali, anche la gran parte di essi è caduta in disuso ed è stata abbandonata.
Ora, tuttavia, quei sentieri tornano prepotentemente alla ribalta come formidabile strumento di turismo, dato che escursionismo e trekking sono in forte e costante crescita e con essi le attività imprenditoriali orientate a servire prodotti e servizi nel settore. In aumento pure il business di rifugi, alberghi e ristoranti di montagna, perché la gente oltre che passeggiare nel verde ama mangiare e bere bene e ama farlo anche per due o tre giorni, se non per una settimana. I pacchetti che prevedono escursioni più lunghe e articolate nell’esplorazione sono quelli più graditi.
Da qui il forte successo di iniziative come l’«Alpe-Adria-Trail», percorso che collega la Carinzia, la Slovenia e il Friuli-Venezia Giulia in un susseguirsi di 43 tappe complessive e circa 750 chilometri, dai piedi del Großglockner (la montagna più alta dell’Austria) fino a Muggia, interessando anche le Valli del Natisone nel tratto da passo Solarie a Castelmonte, cioè i comuni di Drenchia, Stregna e Prepotto.
«L’Alpe-Adria-Trail – si legge sul sito internet dedicato al percorso – è un itinerario concepito preminentemente all’insegna del piacere di camminare. Il suo decorso si svolge in gran parte in bassa montagna e i dislivelli, per quanto possibile, sono minimi. Ciascuna tappa ha una lunghezza di circa 20 km, si completa pressappoco in 6 ore e presenta una segnaletica omogenea. Il percorso da seguire è ben definito e si può compiere in entrambe le direzioni. Lungo la via si trova almeno un punto di ristoro rinomato per la sua cucina e le località di arrivo sono sempre in luoghi con possibilità di pernottamento. L’Alpe-Adria-Trail si svolge su sentieri già preesistenti, che collega fra loro, e si distingue per l’alto standard della sua infrastruttura. Ogni tappa presenta diversi punti d’interesse che influiscono notevolmente sulla velocità di avanzamento. In futuro vi si troverà anche almeno un “luogo magico”, ovvero una particolare “perla paesaggistica” contraddistinta dall’armonia fra i quattro elementi». Da alcuni calcoli l’Alpe Adria trail è stato percorso l’anno scorso, interamente o in parte, da oltre trentamila camminatori da tutta Europa e non solo (leggi anche l’articolo a pag. 4).
L’escursionismo è, dunque, un formidabile volano per il turismo in tutta l’area alpina. Nel contermine Zgornje Posočje (alta Valle dell’Isonzo in Slovenia) vi dedicano ogni anno addirittura un festival. Ecco, allora, che i sentieri delle Valli rappresentano un grande patrimonio, a patto che vengano ripristinati, curati e dotati di segnaletica. (E.G.)http://www.dom.it/i-sentieri-una-risorsa-per-il-turismo_po-stezicah-prihaja-turizem/
I sentieri, una risorsa per il turismo
RispondiEliminaCara Olga, con questo bellissimo post vuoi veramente chiudere bene la settimana.
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Buon fine settimana Tomaso,mio lettore affezionato!
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