UDINE - VIDEN
Il governatore del Friuli Venezia Giulia all’Osce: «A riguardo il Friuli Venezia Giulia è attivo tanto con lo Stato centrale quanto nelle relazioni internazionali». «Autonomia e minoranze costituiscono eredità del lungo cammino di specialità del Friuli Venezia Giulia, che oggi siamo chiamati a salvaguardare, in nome di una rilevanza che non è solo culturale e identitaria, ma politica. Riconoscere e tutelare le minoranze sono obiettivi sui quali il Friuli Venezia Giulia è attivo tanto con lo Stato centrale quanto sul piano delle relazioni internazionali, a iniziare proprio da quelle con i Paesi a noi vicini». Lo ha affermato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, aprendo la con ferenza internazionale sul tema dei rapporti tra Stati in materia di minoranze, organizzata dall’Alto commissario sulle minoranze nazionali dell’Organizzazione sulla sicurezza e cooperazione in Europa (Osce), Lamberto Zannier. L’evento si è svolto in sala Ajace a Udine nell’ambito della presidenza italiana dell’Osce, con il sostegno del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, della Regione, del Comune e dell’Università di Udine, e dell’Associazione Mitteleuropa. Ringraziando l’Alto commissario Zannier per avere organizzato l’importante evento a Udine, dopo il proficuo retreat ambasciatoriale svoltosi a giugno a Trieste, e rivolgendo il benvenuto al coordinatore per la presidenza italiana all’Osce, l’ambasciatore Vinicio Mati, e all’ospite d’onore della conferenza, l’ex presidente sloveno Danilo Türk, il governatore ha rimarcato come «quella di Udine rappresenti una scelta significativa, dal momento che questa regione e questa città sono l’esempio più concreto di un progetto di pace e di sicurezza che si è realizzato non senza sacrifici, attraverso il rispetto delle grandi culture centro-europee». Fedriga si è detto «fiero di rappresentare una regione che ha saputo valorizzare, sin dalla sua fondazione, il patrimonio linguistico e culturale delle numerose minoranze presenti sul suo territorio; un’area che – ha aggiunto –, grazie alla sua capacità di fungere da ponte tra comunità diverse, sta diventando sempre più cuore d’Europa». «Forse più che altrove – ha fatto notare il governatore – in Friuli Venezia Giulia il ricordo di anni difficili ha insegnato alle nostre genti, prima ancora che ai nostri amministratori, che la miglior salvaguardia dell’identità passa attraverso il rispetto delle diversità: le diversità non sono da eliminare, ma da valorizzare». Fedriga, nel ricordare la ricorrenza in cui è stata organizzata la conferenza, ovvero i dieci anni dalla redazione delle Raccomandazioni di Bolzano sulle minoranze nazionali, ha richiamato alcuni concetti «il cui valore – ha detto –, anche in questo preciso momento storico, appare fondamentale». «Proteggere i diritti delle minoranze nazionali – hariaffermato – non è un obbligo cui uno Stato o una Regione assolvono perché imposto da norme internazionali, né tantomeno per dimostrarsi aperti, aggiornati e civili: al contrario, il dato politico-istituzionale che emerge nella nota esplicativa alla Seconda raccomandazione ci ricorda che “la protezione dei diritti delle minoranze non è solo uno dei pilastri del diritto internazionale, ma anche una pre-condizione per la pace, la sicurezza, ed il governo democratico”». Un elemento, questo, ha concluso Fedriga, che si ritrova anche nel commento alla Settima raccomandazione che, in merito all’integrazione delle minoranze nella società, richiede di “trovare un equilibrio appropriato, che riconosca il loro diritto a mantenere e sviluppare lingua, cultura e identità, portando alla costruzione di una società integrata e funzionante”. ARC/EP (www.regione.fvg.it, 16. 7. 2018)
da Slovit
Il governatore del Friuli Venezia Giulia all’Osce: «A riguardo il Friuli Venezia Giulia è attivo tanto con lo Stato centrale quanto nelle relazioni internazionali». «Autonomia e minoranze costituiscono eredità del lungo cammino di specialità del Friuli Venezia Giulia, che oggi siamo chiamati a salvaguardare, in nome di una rilevanza che non è solo culturale e identitaria, ma politica. Riconoscere e tutelare le minoranze sono obiettivi sui quali il Friuli Venezia Giulia è attivo tanto con lo Stato centrale quanto sul piano delle relazioni internazionali, a iniziare proprio da quelle con i Paesi a noi vicini». Lo ha affermato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, aprendo la con ferenza internazionale sul tema dei rapporti tra Stati in materia di minoranze, organizzata dall’Alto commissario sulle minoranze nazionali dell’Organizzazione sulla sicurezza e cooperazione in Europa (Osce), Lamberto Zannier. L’evento si è svolto in sala Ajace a Udine nell’ambito della presidenza italiana dell’Osce, con il sostegno del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, della Regione, del Comune e dell’Università di Udine, e dell’Associazione Mitteleuropa. Ringraziando l’Alto commissario Zannier per avere organizzato l’importante evento a Udine, dopo il proficuo retreat ambasciatoriale svoltosi a giugno a Trieste, e rivolgendo il benvenuto al coordinatore per la presidenza italiana all’Osce, l’ambasciatore Vinicio Mati, e all’ospite d’onore della conferenza, l’ex presidente sloveno Danilo Türk, il governatore ha rimarcato come «quella di Udine rappresenti una scelta significativa, dal momento che questa regione e questa città sono l’esempio più concreto di un progetto di pace e di sicurezza che si è realizzato non senza sacrifici, attraverso il rispetto delle grandi culture centro-europee». Fedriga si è detto «fiero di rappresentare una regione che ha saputo valorizzare, sin dalla sua fondazione, il patrimonio linguistico e culturale delle numerose minoranze presenti sul suo territorio; un’area che – ha aggiunto –, grazie alla sua capacità di fungere da ponte tra comunità diverse, sta diventando sempre più cuore d’Europa». «Forse più che altrove – ha fatto notare il governatore – in Friuli Venezia Giulia il ricordo di anni difficili ha insegnato alle nostre genti, prima ancora che ai nostri amministratori, che la miglior salvaguardia dell’identità passa attraverso il rispetto delle diversità: le diversità non sono da eliminare, ma da valorizzare». Fedriga, nel ricordare la ricorrenza in cui è stata organizzata la conferenza, ovvero i dieci anni dalla redazione delle Raccomandazioni di Bolzano sulle minoranze nazionali, ha richiamato alcuni concetti «il cui valore – ha detto –, anche in questo preciso momento storico, appare fondamentale». «Proteggere i diritti delle minoranze nazionali – hariaffermato – non è un obbligo cui uno Stato o una Regione assolvono perché imposto da norme internazionali, né tantomeno per dimostrarsi aperti, aggiornati e civili: al contrario, il dato politico-istituzionale che emerge nella nota esplicativa alla Seconda raccomandazione ci ricorda che “la protezione dei diritti delle minoranze non è solo uno dei pilastri del diritto internazionale, ma anche una pre-condizione per la pace, la sicurezza, ed il governo democratico”». Un elemento, questo, ha concluso Fedriga, che si ritrova anche nel commento alla Settima raccomandazione che, in merito all’integrazione delle minoranze nella società, richiede di “trovare un equilibrio appropriato, che riconosca il loro diritto a mantenere e sviluppare lingua, cultura e identità, portando alla costruzione di una società integrata e funzionante”. ARC/EP (www.regione.fvg.it, 16. 7. 2018)
da Slovit
Fedriga, le minoranze sono una diversità da valorizzare e non da eliminare
RispondiElimina