Le abbiamo abbandonate
troppo in fretta le frontiere, forse
sarebbero state un buon antidoto
contro l’epidemia di muri
che si sono riprodotti in tutta
Europa”. Paiono una provocazione,
le parole dello scrittore
e giornalista Paolo Rumiz
che accompagnano in queste
settimane – lo scorso 1º agosto
le abbiamo ascoltate nella bellissima
serata che si è tenuta a
Kobarid – la musica dell’Orchestra
sinfonica giovanile europea
nei luoghi dove si è combattuta
la Prima guerra mondiale.
E invece provocazione
non lo sono tanto. Raccontano
invece una verità e uno scoramento.
La verità è che non è bastato
togliere una sbarra per cancellare
le differenze da una parte
e costruire dall’altra un sentimento
comune. Lo percepiamo
e vediamo ogni giorno leggendo
i giornali o ascoltando i
notiziari.
Non c’è notizia più triste di
quella che racconta come il problema
dell’arrivo degli immigrati
via mare si risolve spostando
la terra d’approdo un po’
più in là. Se li tengano pure in
Spagna, se si dichiarano così
generosi e disponibili.
Questa è oggi l’Europa senza
frontiere ma piena di muri,
costruiti più con l’ignoranza e
l’egoismo che con i mattoni.
Questo è lo scoramento.
“Forse c’era più Europa al
tempo dei passaporti”, ha detto
ancora Rumiz. Che è un modo
per dire che no, l’Europa allora
nessuno statista o semplice
politico pensava di costruirla,
ma lo facevano, probabilmente
senza neanche rendersene
conto, le persone che avevano
voglia di collaborare, di
dare, di conoscere, di aprirsi.
Ce ne sono state e ce ne saranno.
Bastava, a Kobarid e altrove,
vedere i giovani provenienti
da una dozzina di nazionalità
raccontare, con i propri
strumenti musicali, un sentimento
comune.
È a esperienze come quelle,
fatte non da chi ha in mano i tasti
del comando ma da chi passo
dopo passo vuole costuire e
non demolire, che dobbiamo riporre
la nostra fiducia. (m.o.)
Novi Matajur ( agosto 2018)
Novi Matajur ( agosto 2018)
Cara Olga, le cose si complicano sempre di più su questa Europa inquieta!!!
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso