4 set 2018

IL CORO «POD LIPO» presenterà il suo ultimo lavoro domenica, 9 settembre, a Canebola Un Cd con i canti mariani della tradizione slovena

 Veronica Galli
Quest’anno la Bandimica di Canebola, che si terrà domenica, 9 settembre, farà da cornice alla presentazione del Cd «Marijine», uscito nel dicembre del 2017 e sul quale sono state registrate quattordici canzoni della tradizione slava dedicate a Maria ed eseguite dal coro Pod Lipo. L’incisione è frutto dell’attività di recupero di canti in sloveno portata avanti dal Pod lipo con il suo ciclo di Cd tematici come quello dedicato alla Santa Messa, «Sveta maša» e quello di motivi religiosi, «Pobožne».
Abbiamo parlato della prossima presentazione del Cd con Germano Cendou, presidente del coro Pod lipo, e con un membro di questo nel ruolo di basso, come Cendou, Gianfranco Topatigh, conoscitore di Canebola e della Bandimica.
In cosa consiste la celebrazione della Bandimica?
Cendou: «È una tradizione che si aveva in tutta la Benecia e a Canebola è particolarmente sentita. La Bandimica è un ringraziamento per il raccolto: normalmente a settembre si ha la vendemmia, come anche il raccolto di altra frutta e per questo si ringraziano la terra e Dio che li hanno concessi; è una celebrazione che è stata mantenuta anche in altri paesi, a Castelmonte e anche da qualche parte nelle Valli».
Topatigh: «Durante la messa cantata della Bandimica, oltre ai canti liturgici immodificabili (come il Gloria o il Santo), saranno eseguiti canti dedicati alla Madonna tratti dal Cd. Quindi in pratica cinque dei quattordici canti del disco («Ave Marija», eseguita dalla solista Maria Rosa Quarina, “Češčena Marija”, eseguita dal solista Bruno Roiatti, “Marija, mati ljubljena”, “Ti, o Marija”, canto, assieme a “Lepa si”, famoso nella tradizione di Canebola, “Marija, skoz življenje”) verranno eseguiti nel corso della messa».
Com’è nata l’idea di questo Cd e quanto lavoro ha comportato?
Cendou: «L’idea è nata un paio di anni fa, poi però è stata concretizzata lo scorso anno; ha chiaramente comportato un po’ di impegno per provare con maggiore intensità soprattutto gli ultimi tre, quattro mesi. Abbiamo registrato nella chiesa di Azzida».
Topatigh: «La chiesa di Azzida ha un’ottima acustica. C’è stata anche l’esigenza di curare la parte grafica per la quale ci son voluti quattro o cinque mesi. Quindi tra grafica, stampa e varie parti tecniche è stato completato a luglio 2017».
I canti sono tutti tradizionali?
Cendou: «Sono canti che sappiamo essere della tradizione e intonati in chiesa ancora oggi a Mersino, come anche e soprattutto a Montefosca e Montemaggiore».
Topatigh: «Una volta non servivano i cori strutturati perché tutti in paese cantavano e anche bene in quanto c’era l’abitudine, il piacere di cantare assieme; nei momenti liberi, la sera o dopo la messa della domenica, mi ricordo da quando ero ragazzino che ci si trovava… Poi c’erano i famosi “primi”, quelli che avevano un’intonazione naturale, loro iniziavano e li si seguiva, andando avanti ore. Una volta poi c’era il ricambio generazionale che oggi non c’è più, sono cambiati i tempi. Una signora mi ha raccontato che lo scorso Natale in paese non c’era nessuno per intonare icanti natalizi così hanno messo su il nostro Cd».
A Canebola ci sarà la presentazione del Cd, avete in mente altri successivi eventi?
Cendou: «Sì, magari per fine anno troveremo un’occasione per una presentazione anche nelle nostre vallate, a San Pietro, o potrebbe essere anche a Mersino, cercando di focalizzarci su uno dei comuni delle Valli del Natisone ».
Topatigh: «Si valuterà perché si tratterebbe di un problema non di volontà ma di organizzazione perché o ci si aggancia a un evento che abbia già delle caratteristiche compatibili, come quello di Canebola, oppure bisogna pensare di fare una rassegna invitando anche qualche altro coro».
Come si è svolto il lavoro di registrazione?
Cendou: «Alcuni canti li si conosceva già, altri invece abbiamo dovuto impararli perché li sapevamo ma non a livello corale, come “Marija, mati ljubljena” (inserita già nel nostro libro, risalente a vent’anni fa, ma mai imparata così bene come per questo Cd), “Zdrava, Kraljica”, “Raduj, nebeška se Gospa”; “Ti, o Marija” l’abbiamo dovuta imparare, la conoscevamo molto poco, come anche “Tam gor j’ edna gora”; mentre “Marija, skoz življenje” è un canto popolare che si conosceva e cantava tantissime volte, famosissimo in tutta la Slavia, anche in Slovenia e in Croazia dove ci sono canti che vengono intonati nella stessa maniera».
Topatigh: «Questo conferma anche la bontà della scelta culturale del coro di fare questi Cd, basata sulla considerazione che nelle Valli del Natisone e, ancor di più, nelle Valli del Torre questi canti si stanno perdendo. Si sono avuti quindi un recupero e una raccolta dei testi grazie a Nino Specogna, direttore del coro; alcuni di questi il coro non li conosceva. La ragione di fondo di questo progetto, sviluppatosi in vari step, è quella di lasciare una testimonianza, oltre che scritta, anche musicale e canora di canti che una volta si cantavano dappertutto e oggi invece non li canta praticamente più nessuno».
La copertina?
Topatigh: «Abbiamo scelto un’elaborazione grafica di un’icona di Pasquale Zuanella».
Pensate a qualche altro disco per il futuro?
Topatigh: «Questo è l’ultima fatica di una sequenza di Cd, ma non è detto che finiremo con questo. Pensiamo ad altri lavori sempre su questo filone, sul recupero di canti religiosi, che esprimono l’animo di una comunità, hanno una forte componente culturale- emozionale, maggiore rispetto agli altri; esprimono la forza interiore della comunità. Questo progetto è stato in parte finanziato da un contributo arrivato dalla Regione tramite la Zskd».
Una volta in chiesa tutti cantavano, ora non più
” Dom del 31 agosto 2018

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