Quest’anno la Bandimica di Canebola, che si terrà domenica, 9
settembre, farà da cornice alla presentazione del Cd «Marijine»,
uscito nel dicembre del 2017 e sul quale sono state registrate
quattordici canzoni della tradizione slava dedicate a Maria ed eseguite
dal coro Pod Lipo. L’incisione è frutto dell’attività di recupero di
canti in sloveno portata avanti dal Pod lipo con il suo ciclo di Cd
tematici come quello dedicato alla Santa Messa, «Sveta maša» e quello di
motivi religiosi, «Pobožne».
Abbiamo parlato della prossima presentazione del Cd con Germano
Cendou, presidente del coro Pod lipo, e con un membro di questo nel
ruolo di basso, come Cendou, Gianfranco Topatigh, conoscitore di
Canebola e della Bandimica.
In cosa consiste la celebrazione della Bandimica?
Cendou:
«È una tradizione che si aveva in tutta la Benecia e a Canebola è
particolarmente sentita. La Bandimica è un ringraziamento per il
raccolto: normalmente a settembre si ha la vendemmia, come anche il
raccolto di altra frutta e per questo si ringraziano la terra e Dio che
li hanno concessi; è una celebrazione che è stata mantenuta anche in
altri paesi, a Castelmonte e anche da qualche parte nelle Valli».
Topatigh:
«Durante la messa cantata della Bandimica, oltre ai canti liturgici
immodificabili (come il Gloria o il Santo), saranno eseguiti canti
dedicati alla Madonna tratti dal Cd. Quindi in pratica cinque dei
quattordici canti del disco («Ave Marija», eseguita dalla solista Maria
Rosa Quarina, “Češčena Marija”, eseguita dal solista Bruno Roiatti,
“Marija, mati ljubljena”, “Ti, o Marija”, canto, assieme a “Lepa si”,
famoso nella tradizione di Canebola, “Marija, skoz življenje”) verranno
eseguiti nel corso della messa».
Com’è nata l’idea di questo Cd e quanto lavoro ha comportato?
Cendou:
«L’idea è nata un paio di anni fa, poi però è stata concretizzata lo
scorso anno; ha chiaramente comportato un po’ di impegno per provare
con maggiore intensità soprattutto gli ultimi tre, quattro mesi. Abbiamo registrato nella chiesa di Azzida».
Topatigh:
«La chiesa di Azzida ha un’ottima acustica. C’è stata anche l’esigenza
di curare la parte grafica per la quale ci son voluti quattro o cinque
mesi. Quindi tra grafica, stampa e varie parti tecniche è stato
completato a luglio 2017».
I canti sono tutti tradizionali?
Cendou:
«Sono canti che sappiamo essere della tradizione e intonati in chiesa
ancora oggi a Mersino, come anche e soprattutto a Montefosca e
Montemaggiore».
Topatigh: «Una volta non servivano i cori strutturati perché tutti in paese cantavano e anche bene in quanto c’era l’abitudine, il piacere di cantare assieme; nei momenti liberi, la sera o dopo la messa della domenica, mi ricordo da quando ero ragazzino che ci si trovava… Poi c’erano i famosi “primi”, quelli che avevano un’intonazione naturale, loro iniziavano e li si seguiva, andando avanti ore. Una volta poi c’era il ricambio generazionale che oggi non c’è più, sono cambiati i tempi. Una signora mi ha raccontato che lo scorso Natale in paese non c’era nessuno per intonare icanti natalizi così hanno messo su il nostro Cd».
A Canebola ci sarà la presentazione del Cd, avete in mente altri successivi eventi?
Cendou:
«Sì, magari per fine anno troveremo un’occasione per una presentazione
anche nelle nostre vallate, a San Pietro, o potrebbe essere anche a
Mersino, cercando di focalizzarci su uno dei comuni delle Valli del
Natisone ».
Topatigh:
«Si valuterà perché si tratterebbe di un problema non di volontà ma di
organizzazione perché o ci si aggancia a un evento che abbia già delle
caratteristiche compatibili, come quello di Canebola, oppure bisogna
pensare di fare una rassegna invitando anche qualche altro coro».
Come si è svolto il lavoro di registrazione?
Cendou:
«Alcuni canti li si conosceva già, altri invece abbiamo dovuto
impararli perché li sapevamo ma non a livello corale, come “Marija,
mati ljubljena” (inserita già nel nostro libro, risalente a vent’anni
fa, ma mai imparata così bene come per questo Cd), “Zdrava, Kraljica”,
“Raduj, nebeška se Gospa”; “Ti, o Marija” l’abbiamo dovuta imparare,
la conoscevamo molto poco, come anche “Tam gor j’ edna gora”; mentre
“Marija, skoz življenje” è un canto popolare che si conosceva e cantava
tantissime volte, famosissimo in tutta la Slavia, anche in Slovenia e in
Croazia dove ci sono canti che vengono intonati nella stessa maniera».
Topatigh:
«Questo conferma anche la bontà della scelta culturale del coro di fare
questi Cd, basata sulla considerazione che nelle Valli del Natisone e,
ancor di più, nelle Valli del Torre questi canti si stanno perdendo. Si
sono avuti quindi un recupero e una raccolta dei testi grazie a Nino
Specogna, direttore del coro; alcuni di questi il coro non li
conosceva. La ragione di fondo di questo progetto, sviluppatosi in vari
step, è quella di lasciare una testimonianza, oltre che scritta, anche
musicale e canora di canti che una volta si cantavano dappertutto e
oggi invece non li canta praticamente più nessuno».
La copertina?
Topatigh: «Abbiamo scelto un’elaborazione grafica di un’icona di Pasquale Zuanella».
Pensate a qualche altro disco per il futuro?
Topatigh:
«Questo è l’ultima fatica di una sequenza di Cd, ma non è detto che
finiremo con questo. Pensiamo ad altri lavori sempre su questo filone,
sul recupero di canti religiosi, che esprimono l’animo di una comunità,
hanno una forte componente culturale- emozionale, maggiore rispetto
agli altri; esprimono la forza interiore della comunità. Questo
progetto è stato in parte finanziato da un contributo arrivato dalla
Regione tramite la Zskd».
Una volta in chiesa tutti cantavano, ora non più
” Dom del 31 agosto 2018
IL CORO «POD LIPO»
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