21 set 2018

La Via Crucis di don Arturo Blasutto 2

Ad opporvisi sorsero organizzazioni più o meno segrete composte da da ex camicie nere e apparati paramilitari che iniziarono una dura battaglia denigratoria segnatamente contro i sacerdoti che avevano ripreso la secolare prassi dell’uso dello sloveno nelle chiese.
La violenta campagna anticlericale e antislovena prese di mira in particolare don Arturo Blasutto anche a motivo delle voci che arrivavano da Resia circa la sua militanza partigiana.Nel 1950 di fronte ad attacchi sempre più violenti contro i sacerdoti sloveni l’arcivescovo di Udine ,mons.Giuseppe Nogara ,intervenne a loro difesa  con una memoria scritta .Da parte loro i sacerdoti in una lettera indirizzata al prefetto di Udine ribadirono che la lingua slovena locale fu sempre di pacifico uso e dichiararono che sono stati sempre impegnati perchè i problemi della loro popolazioni potessero avere soluzione nell’ambito nazionale italiano.
Non fu sufficiente nemmeno questa chiara presa di posizione.La campagna di calunnie e di accuse continuò e si accanì contro don Arturo.La curia diocesana incaricò un sacerdote locale di svolgere un’indagine sul suo comportamento.Sebbene le insinuazioni mossegli non fossero confermate,nel 1955 don Arturo venne rimosso dal suo incarico.Ancora oggi ci si chiede il perchè di questa decisione dell’autorità diocesana. Quanto le accuse contro don Arturo fossero infondate e strumentali lo rivela la testimonianza di un sacerdote della Slavia che,in un memoriale inviato nel 1957 all’arcivescovo mons.Giuseppe Zaffonato,affermava che il brigadiere dei carabinieri di Clodig gli avesse confidato;-Se don Blasutto di Liessa parlasse italiano,non avrebbe nessuna accusa”.
Il 25 novembre 1955 don Arturo si ritirò nella casa paterna .Rifiutò un sussidio inviatogli dall’arcivescovo:voleva giustizia non elemosina.Diceva messa nella chiesa di Monteaperta,ma senza il suono delle campane.Qualche tempo dopo gli fu negato di celebrare in chiesa.
Negli ultimi anni della sua Via Crucis si adoperò perchè fosse ripresa l’antica tradizione del bacio delle croci presso la chiesa della Santissima trinità di Monteaperta.
Don Arturo morì il 17 settembre 1994.Nell’omelia delle esequie l’arcivescovo di Udine,mons.Alfredo Battisti ,ricordando i soprusi subiti da don Arturo disse:”La sua figura fu segnata dalla sofferenza e dalla fedeltà.Seguendo la linea di quello che è stato il suo maestro di seminario,mons.Trinko,si impegnò a difendere e a promuovere la cultura e la lingua delle sue valli.Come e più di altri sacerdoti nativi della Benecia dovette subire pesanti accuse.Soltanto molti anni dopo uscirà il messaggio per la pace di Giovanni Paolo II “Se vuoi la pace rispetta le minoranze”.Solo Dio conosce quanto don Arturo soffrì nel suo cuore e il dramma vissuto nel segreto della sua coscienza”.
testo dal libro Eloì,eloì lemà,sabahtàni
30754724_6087216644289_4095892293360287744_n

1 commento:


Il tuo commento è l'anima del blog,
Grazie della tua visita e torna ogni tanto da queste parti , un tuo saluto sarà sempre gradito. *Olgica *

ultimo post

auguri