Nel numero recante la data del 15 ottobre, il quindicinale Dom approfondisce la polemica sulla denominazione della gubana. Spenti i riflettori mediatici sulla polemica generata dalla sparata di un imprenditore friulano sulla necessità di commercializzare la gubana con il nome di Grappa pie, per darle maggiore appetibilità sul mercato statunitense, resta la necessità di una rinnovata azione per la tutela del dolce tipico delle Valli del Natisone e un’efficace promozione. La storia della gubana, della gubanca per chiamarla col suo vero nome, è, dunque, una storia di conflitti, ripicche e sgambetti tra produttori. Invece di una grande forza di penetrazione nel mercato, ha generato tante debolezze, mettendo il dolce delle Valli del Natisone alla mercé di chicchessia. L’uovo di Colombo, quindi, per distinguere la «gubanca» – il marchio depositato è, gubanza, la grafia latinizzata del nome sloveno, perché altrimenti in Italia l’avrebbero quasi tutti pronunciato gubanka – dalla gubana prodotta a Cividale e altre parti del Friuli e oltre con ingredienti e lavorazione diversa. Una denominazione d’origine protetta di fatto. Dopo la bella esperienza dell’anno scorso, con i bambini nati nel 2010 (che naturalmente prosegue) anche un bel gruppo di nati nel 2011 ha iniziato il catechismo, in preparazione alla prima comunione in forma bilingue, sloveno italiano. Quest’anno la formazione rientra nelle attività della parrocchia di Savogna, grazie alla disponibilità del parroco, don Natalino Zuanella, che ha spalancato le porte delle sua comunità e accolto con gioia le famiglie che desiderano trasmettere ai propri figli la fede, con il ricco bagaglio di preghiere e canti, anche nella lingua del territorio, nella quale, fino a qualche decennio fa, avveniva l’iniziazione cristiana per tutti i bambini nelle Valli del Natisone. Il catechismo bilingue si tiene ogni venerdì, dalle 16 alle 17. Grazie alla tre giorni dal titolo «Dalla cortina di ferro a sentieri di pace», organizzata dall’Istituto per la cultura slovena di San Pietro al Natisone e dalla European Green Belt del Friuli Venezia Giulia, molti giovani e meno giovani hanno potuto soddisfare una curiosità che si portavano dietro fin da ragazzini, visitando il famoso bunker di Purgessimo. In occasione dell’inaugurazione, nella serata del 5 ottobre, è intervenuto Giorgio Banchig, il quale, dopo aver e descritto il luogo come un posto unico e mitico, ha ricordato quale sia stata la storia del bunker. «Il genius loci, penso, sia proprio quello del confine», ha osservato Banchig. Il Karkoš, o, come si dice in italiano, il monte di Purgessimo, ha rappresentato, nel corso della storia, un confine tra due mondi, prima di tutto dal punto di vista orografico, dalla montagna alla pianura; poi di passaggio tra lingue e civiltà, con il mondo latino e quello slavo, un incontro tra Oriente e Occidente.
https://www.dom.it/ne-prezrite-v-domu-15-oktobra_ecco-il-dom-del-15-ottobre/
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Ecco il Dom del 15 ottobre
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