Sandro Quaglia
Il circolo culturale resiano «Rozajanski dum» fin dalla sua fondazione avvenuta nel 1983, come da statuto e soprattutto su iniziativa del suo primo presidente, il compianto Aldo Madotto Ćakarïn appassionato di storia locale, ha voluto, in sinergia con gli organismi competenti in materia, approfondire vari aspetti della cultura resiana quando ancora in pochi erano coloro che se ne occupavano.
Della storia recente di Resia si è detto e scritto molto, ma anche per questa materia, che deve continuare ad essere affrontata con la dovuta serietà, non è stato certo tutto studiato. Anzi è quasi ancora completamente sconosciuta la storia antica della vallata, in particolare, quella antecedente all’arrivo degli slavi alpini, chiamati anche carantani, ovvero quella componente degli slavi meridionali che si insediò, nel VII secolo d.C., anche nelle Alpi Giulie e Carniche.
Per conoscere il passato, impegno fondamentale per comprendere le vicende del presente, lo storico cerca le prove che gli fanno capire che cosa, in un determinato periodo di tempo, è accaduto. La storia infatti, che non è altro che un’insieme di eventi successi nel passato, viene studiata attraverso l’analisi delle fonti scritte, orali, iconografiche e materiali.
Con lo studio di queste fonti possiamo «raccontare» non solo il modo di vivere dei nostri antenati, ma
anche di quelli che abitavano la valle prima di loro. Questo anche per sfatare il mito che vuole la Val Resia disabitata all’arrivo degli slavi. Purtroppo a supporto di tali tesi le fonti scritte e iconografiche sono relativamente recenti, mentre quelle orali e soprattutto quelle materiali possono fornire interessanti elementi per lo studio della storia più antica.
Durante l’estate del 2018 abbiamo avuto modo di «leggere» la storia della vallata attraverso lo studio di alcuni oggetti e resti rinvenuti durante alcuni scavi. La Val Resia pertanto si arricchisce della scoperta di un sito archeologico.
In località ta-na Rado/monte Castello, sopra Stolvizza, durante gli appositi scavi, sono emersi dei resti presumibilmente databili intorno al IV secolo d.C.. Sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali del Friuli Venezia Giulia e con il contributo del Museo della gente della Val Resia, sono state individuate, infatti, tracce di un impianto murario abitativo, di epoca tardo-antica, di dimensioni ancora in fase di definizione, con terrazzamenti e reperti sparsi sotto il cotico erboso del pianoro.
Anche quest’anno ci si auspica che queste ricerche siano fruttuose e che ci consegnino altre testimonianze che andranno, così, ad aumentare le conoscenze sulla storia antica della Val Resia e delle genti che nel tempo la hanno abitata.
dal Dom del 16/01/19
Dagli scavi archeologici ta-na Rado resti del IV secolo
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