8 apr 2019

Kanalska dolina pod udarom - Valcanale sotto attacco

Anche in Valcanale una rondine non fa primavera. Nella valle che oggigiorno riassume le quattro anime linguistiche del Friuli Venezia Giulia, ultimamente non corrono bei tempi per lingua e cultura slovene.
Don Mario Gariup manca alla comunità da quasi due mesi e, dopo tanti decenni vissuti tra la gente, il vuoto lasciato dalla sua scomparsa si fa ancora sentire. Ricordiamo che don Gariup aveva fatto il proprio ingresso in Valcanale nel 1974 dapprima come parroco di Ugovizza/ Ukve (dove era giunto anche a seguito dell’invio, da parte dei paesani, di una petizione al vescovo di Udine, affinché mandasse loro un sacerdote che parlasse anche lo sloveno) e Valbruna/ Ovčja vas. Nel 1999 aveva assunto anche la cura della parrocchia di Malborghetto con le comunità di Santa Caterina e Bagni di Lusnizza. Ora che non c’è più, i fedeli notano come l’attuale amministratore parrocchiale, il parroco di Tarvisio, don Claudio Bevilacqua, non abbia la necessaria attenzione per le lingue locali, specie per lo sloveno, ancora presente nelle celebrazioni e nella vita religiosa di Ugovizza, e per le usanze religiose della zona, profondamente radicate. Al contrario. Si fanno sempre più insistenti i tentativi di vanificare quanto prima gli sforzi compiuti dal defunto parroco, affinché la fede cristiana fosse radicata nell’identità slovena locale. È vero che nella comunità presta la propria opera spirituale un giovane padre francescano sloveno, ma la guida della parrocchia è nelle mani di altri.
Anche nella vicina parrocchia di Camporosso/Žabnice, a due anni e mezzo dalla scomparsa del parroco, mons. Dionisio Mateucig, la celebrazione dei riti resta in parte bilingue per iniziativa dei fedeli stessi.
La popolazione valcanalese fatica a capire perché lì, a celebrare, sia un sacerdote coadiutore che non conosce lo sloveno, quando sarebbe più semplice se a presiedere le celebrazioni a Camporosso fosse il padre che si occupa di Ugovizza o il confratello sloveno responsabile di Lussari/ Svete Višarje. L’altro coadiutore potrebbe, invece, con più agevolezza celebrare nei paesi della collaborazionepastorale di Tarvisio dove non si prega in sloveno.
Si avvicina, ora, il periodo pasquale, che in Valcanale è ricco di usanze piuttosto antiche. Come già l’anno scorso, è grande tra i fedeli il timore che, dopo la morte di mons. Mateucig, don Morandini e don Gariup, il loro regolare svolgimento si interrompa bruscamente.
In ambito scolastico, invece, pare che per complicazioni di natura burocratica non siano ancora stati erogati gli 80.000 euro stanziati dalla Regione Friuli- Venezia Giulia per il proseguimento della sperimentazione plurilingue nel plesso scolastico di Ugovizza e la sua estensione a quelli di Camporosso e Tarvisio. Al tempo stesso, tramite iniziative e dichiarazioni, alcuni circoli e personaggi che in Valcanale non godono di grande stima e sostegno da parte della popolazione (usando un eufemismo, la stessa comunità locale li definisce «impresentabili») con le loro prese di posizione rischiano di mettere a repentaglio tutti gli sforzi messi costantemente in campo dalle amministrazioni comunali e dalle organizzazioni della minoranza slovena.
È grazie a questi sforzi che, se non altro, l’insegnamento dello sloveno nelle scuole d’infanzia e primarie è perlomeno proseguito, per tutti i bambini dai 3 agli 11 anni d’età.
Un’altra faccenda che non fa dormire sonni tranquilli in Valcanale e non solo è il paventato progetto di fare del Monte Santo di Lussari una delle tappe del Giro d’Italia costruendo una strada asfaltata diretta al santuario. Il luogo, infatti, riveste un grande significato per i fedeli di lingua italiana, friulana, tedesca e slovena. In quest’ultimo caso, è bene precisarlo, parliamo sia degli sloveni della Repubblica di Slovenia sia di quelli delle comunità slovene autoctone in Italia e Carinzia. Potenzialmente, il progetto di una strada spalancherebbe le porte a un turismo di massa, che metterebbe a rischio il principale tratto distintivo del borgo di Lussari, ossia quello di luogo di pace e spiritualità.
La comunità slovena in Valcanale è, quindi, sotto attacco – e tutti gli attori che possono fare qualcosa, a iniziare dall’intera comunità slovena in Italia, farebbero bene a difenderla in modo adeguato. (R. D.)
Zaskrbljujoči znaki se za slovenski jezik in kulturo pojavljajo v zadnjih tednih v Kanalski dolini. Po nedavni smrti dogoletnega ukovskega župnika g. Maria Gariupa verniki opažajo, da pri upravitelju župnije ni prave skrbi do domačega jezika in tesno zasidranih verskih običajev. Prav nasprotno. Vse več je poskusov, da bi čimprej razveljavili napore pokojnega župnika, da bi bila krščanska vera ukoreninjena v krajevno slovensko identiteto. Res je, da je prisoten mladi slovenski pater, a platno in škarje pri vodenju župnije imajo drugi. Tudi v sosednjih Žabnicah je poltretje leto po smrti msgr. Dionisija Mateuciga bogoslužje v vaški cerkvi še naprej delno dvojezično na pobudo samih vernikov. Ljudje sploh ne razumejo, zakaj mašuje duhovnik pomočnik, ki ne zna slovenščine, ko bi lakho v Žabnicah obrede vodil pater, ki skrbi za Ukve, ali slovenski sobrat, ki je odgovoren za Višarje, medtem ko bi drugi duhovnik lahko maševal v vaseh trbiškega »pastoralnega sodelovanja«, kjer se ne moli po slovensko.
Ob Veliki noči se v Kanalski dolini odvijajo stare verske navade. Tudi letos se mnogo vernikov boji, da bi se po smrti msgr. Mateuciga, g. Morandinija in g. Gariupa njihovo nemoteno odvijanje prekinilo.
Na šolskem področju pa iz birokratskih zapletov skrbi, da ni bil še izplačan prispevek 80.000 evrov, ki ga je Dežela Furlanija Julijska krajina namenila za nadaljevanje poskusnega večjezičnega pouka v Ukvah in njegovo širitev v Žabnice in na Trbiž. Medtem nekateri krogi in ljudje, ki pravzaprav v Kanalski dolini nimajo ugleda in podpore med prebivalstvom (za domačine so milo rečeno nesprejemljivi!), s svojimi pobudami in izjavami tvegajo izjalovitev naporov občinskih uprav in nekaterih slovenskih organizacij, ki so z vztrajnim prizadevanjem omogočili nadaljevanje slovenskega pouka vsaj v vrtcih in primarnih šolah ter dosegli, da se slovenščine učijo prav vsi otroci od tretjega do enajstega leta starosti.
Poleg tega buri duhove tudi projekt, da bi Svete Višarje postale etapni cilj kolesarske dirke Giro d’Italia in v ta namen zgradili asfaltirano cesto do Slovencem tako priljubljenega svetišča, ki bi pa z množičnem turističnem navalom tvegalo izgubo svojega značilnega čara kot kraj miru in duhovnosti. Slovenstvo v Kanalski dolini je torej pod udarom. Potrebno je, da se tega celotna slovenska skupnost v Italiji zaveda in se primerno odzve.

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