26 dic 2019

Identiteta skupnosti potrebuje običaje - La comunità ha bisogno di tradizioni


Usi, costumi e tradizioni, assieme alla lingua, rappresentano una parte fondamentale e irrinunciabile dell’identità della comunità slovena in Friuli Venezia Giulia, da Tarvisio a Muggia. Da questo presupposto è nato il progetto Tradizioni comuni e particolari degli sloveni in Italia realizzato dall’associazione don Eugenio Blanchini con il supporto della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso.
L’iniziativa ha avuto una risposta eccezionale, tanto che solo una piccola parte del materiale raccolto potrà essere utilizzato e già si rende necessario pensare a ulteriori progetti in questo campo, è stato sottolineato, nella conferenza stampa di presentazione, tenutasi nella sede dell’associazione don Blanchini a Cividale lo scorso 9 dicembre, da parte del presidente, Giorgio Banchig, e dal coordinatore, Albert Devetak.
Basta scorrere l’elenco dei partner per capire quanto l’iniziativa abbia coinvolto l’intero territorio di insediamento della minoranza slovena. Nel settore culturale: l’associazione Don Mario Cernet della Valcanale, l’Istituto per la cultura slovena di San Pietro al Natisone, la cooperativa editrice Most di Cividale, il gruppo Mladi v odkrivanju skupnih poti di Trieste, il centro culturale Lojze Bratuž dei Gorizia, il circolo Anton Gregorčič di Trieste, la Kmečka zveza/ Associazione agricoltori, l’Arcs Jadro di Monfalcone e la Biblioteca nazionale slovena e degli studi di Trieste. I Comuni di Stregna, Savogna, San Pietro al Natisone, Grimacco e Malborghetto-Valbruna. Gli istituti comprensivi scolastici di Doberdò del Lago e bilingue Paolo Petricig.
Il progetto, del valore di 27 mila euro, dei quali 22.225 finanziati dalla Regione, intende da un lato porre l’accento sugli elementi comuni degli usi e costumi della comunità slovena, dall’altro mettere in evidenza le diversità, che gli arricchiscono ulteriormente. In definitiva, l’obiettivo è di valorizzare il patrimonio linguistico, storico e culturale e salvare così dall’oblio un’importante parte della tradizione popolare.
Nel concreto, il progetto, riconoscibile tramite un logo ideato da Moreno Tomasetig, consiste nella realizzazione di un video in sloveno con sottotitoli in italiano, tedesco e inglese, che sarà presto disponibile su internet. Lo stesso video sarà proiettato pubblicamente in varie località della regione. Ci sarà anche un videospot di lancio. È in preparazione pure un opuscolo.
In conferenza stampa è stato sottolineato come sia stato posto un particolare accento sul legame con il territorio, e per questo siano state invitate alla collaborazione le associazioni della minoranza, e come si sia voluto dare importanza all’inclusione di giovani nella realizzazione delle varie attività.
La realizzazionedel video è stata affidata a Giacinto Iussa, esperto nella realizzazione di prodotti multimediali (in questo campo ha conseguito importanti riconoscimenti a livello nazionale) con il supporto di Daniel Peteani, studente di Scienze tecnologiche e multimediali presso l’Università di Udine, che si è già cimentato con successo in simili attività. A Ilaria Bergnach, che sta concludendo gli studi presso il dipartimento di Etnologia e antropologia culturale della facoltà di Filosofia dell’Università di Lubiana, è stato affidato il compito di supervisione e sintesi dei dati raccolti.
Un contributo molto importante all’attività progettuale lo sta dando lo stesso presidente dell’associazione don Blanchini, lo storico e giornalista Giorgio Banchig, che ha per lungo tempo svolto attività di ricerca proprio sugli usi e costumi della minoranza slovena con particolare riguardo alla Benecia.
V ponedeljek, 9. decembra, so v sedežu Združenja don Eugenio Blanchini v Čedadu predstavili projekt Skupni in drugačni običaji Slovencev v Italiji.
Nositelj projekta, ki ga finančno podpira tudi Dežela Furlanija Julijska krajina, je prav Združenje don Eugenio Blanchini. Vrednost celotnega projekta je 27.000 evrov, od tega je 22.225 evrov iz deželnih prispevkov.
Da bi izvedli projekt, so vključili tako slovenska društva in ustanove kot tudi posameznike. Med sodelujočimi partnerji so Združenje Don Mario Cernet, Inštitut za slovensko kulturo, Zadruga Most, skupina Mladi v odkrivanju skupnih poti, KC Lojze Bratuž, Krožek Anton Gregorčič, Kmečka zveza, SKRD Jadro ter Narodna in študijska knjižnica iz Trsta. K projektu so pristopile tudi občine Sriednje, Sauodnja, Špietar, Garmak in Naborjet-Ovčja vas. Sodelovali sta tudi Večstopenjska šola s slovenskim učnim jezikom v Doberdobu ter Državna večstopenjska šola s slovensko-italijanskim dvojezičnim poukom Pavel Petričič.
Tako predsednik Združenja don Eugenio Blanchini, Giorgio Banchig.
Dvie misli o pomienu in potriebi ohranit in spoštovat naše stare navade. Parvo mi jo nudi koroški duhovnik Matija Majar (1809-1892), ki je biu nieke lieta famoštar v Žabnicah v Kanalski dolini. Piše v 1. številki »Slovenske bčele« iz lieta 1851: »Narod morejo zadieti različne nasreče, njega morejo partiskat kietne hudega hlapčevanja, pa iztrebiti se ga ne more, dokier se svojega jezika in svojih navad zvestuo darži.« »V navadah in običajih – piše Majar – vidiš kakor v špieglu slovensko sarce in um, v njih se ljubezen do naroda unema in podpiera v sarcu vsakega človieka. De pa bi ljubili svoj narod, je trieba poznat njega dušo. Nosce te ipsum – Spoznaj samega sebe in svoj narod. Tuo muore bit nam za pravilo. A nie še zadost poznat navade in običaje, še buj je trieba se jih daržat in v vsaki parložnosti skazat, de smo koreniti Slovenci.« Druga misel je tela. Če na adni strani je ries, de so navade posebnost niekega ljudstva, na drugi pa je tudi jasno, de nieki narod ne živi odtargan od drugih, na živi na niekem otoku na sredu oceana brez povezav z ostalimi narodi. Kakor človek raste in bogati svojo pamet in dušo s pomočjo in v povezavi z drugimi ljudmi, najparvo z družinskimi člani, takuo ljudstvo raste in utrjuje svojo identiteto v kontaktu z drugimi ljudstvi.

3 commenti:

  1. La comunità ha bisogno di tradizioni

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  2. Cara Olga, queste comunità hanno bisogno di stare unite e avere le due lingue n comune.
    Ciao e buon Santo Stefano con un forte abbraccio e un sorriso:-)
       Tomaso

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