10 mar 2020

Anche uno sloveno nel ricordo delle foibe

TRIESTE – TRST

Il partito Fratelli d’Italia vuole ricordare le vittime delle uccisioni alla fine della seconda guerra mondiale con «pietre d’inciampo» Il Comune di Trieste si ricordi delle vittime delle foibe con la collocazione di «pietre d’inciampo», come avviene per il ricordo di quelle delle persecuzioni naziste. La proposta è stata presentata dal politico triestino Fabio Scoccimarro nel corso di una conferenza stampa, sabato, 8 febbraio, a Trieste. Scoccimarro ha spiegato che, per quanto riguarda quest’iniziativa, interviene come esponente del partito Fratelli d’Italia (FdI), non invece come membro del governo del Friuli-Venezia Giulia, dove guida l’assessorato all’Ambiente e all’energia. Per questo, oltre a Scoccimarro, era seduto anche il segretario triestino di Fratelli d’Italia, Claudio Giacomelli; dietro al tavolo i due hanno invitato anche la rappresentante dell’amministrazione comunale di Trieste, Elisa Lodi. Questa ha affermato di accogliere la proposta e che il suo ufficio sta già preparando la delibera per il collocamento delle prime «pietre d’inciampo». Una pietra anche per Zorko Ščuka Scoccimarro ha già ordinato 13 lastre di marmo di Rupingrande-Repen. Ha esposto i campioni sul tavolo. Secondo le sue intenzioni, 11 verrebbero collocati in ricordo dei poliziotti che l’1 maggio 1945 finirono in mano ai partigiani di Tito e poi nelle cavità carsiche. Scoccimarro vorrebbe collocare una pietra in ricordo di Norma Cossetto e, in particolare, nel suo paese di nascita, Vižinada, nella parte croata dell’Istria. Un’altra ancora ricorderebbe tutte le vittime «del totalitarismo comunista in Istria, a Rijeka-Fiume e in Dalmazia». Scoccimarro ha affermato di voler sistemare una pietra anche a Barcola, dove ha vissuto Zorko Ščuka. Di lui Scoccimarro ha spiegato come sia stato un comunista sloveno, che però non era in linea con Tito. Per questo è stato assassinato subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.«Tutti gli invasori sono uguali» Già prima delle domande dei giornalisti, Scoccimarro aveva dichiarato di non volere che la sua proposta fosse in alcun modo associata alle «pietre d’inciampo» posizionate in ricordo delle vittime del nazismo. «Si tratta di due storie distinte e non voglio collegarle», ha detto Scoccimarro. Si è, poi, rammaricato del fatto che alla viglia del Giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo si ripetano posizioni secondo le quali le foibe sono state conseguenza dei crimini del fascismo. «Nelle foibe non sono finiti solo i fascisti, ma anche e soprattutto persone innocenti, per esempio poliziotti e solo perché indossavano l’uniforme», ha dichiarato. Ha espressamente nominato l’Associazione nazionale partigiani d’Italia e il partito Rifondazione comunista, che sarebbero colpevoli del fatto di nominare sempre, in relazione alle foibe, i crimini fascisti, cosa che per lui è inaccettabile. A riguardo si è espresso anche Giacomelli, che ha gradito le parole dell’anno scorso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, secondo cui nel secondo dopoguerra non si è trattato di ritorsione per i delitti del fascismo. Relativamente alle colpe dello stato totalitario fascista, Scoccimarro ha, invece, affermato di riconoscerle, ma che ogni invasore si comporta allo stesso modo, anche in modo criminale. (Primorski dnevnik, 9. 2. 2020)
da SLOVIT

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