La Pasqua di quest’anno passerà alla storia anche per il nuovo virus, questa ‘peste’ aggiornata, che ha messo in crisi diverse nostre certezze, che già godevano cattiva salute. Per noi cristiani la ricorrenza annuale assume un nuovo ed importante significato. A dire il vero ce l’ha sempre, ma spesso passa sotto silenzio, presi come siamo da aspetti più superficiali della festa. Ma lo stupendo canto pasquale con l’incipit ‘victimae paschali’, ci ricorda che ‘morte e vita si scontrarono in un epico duello’ al termine del quale il Signore della vita trionfò vittorioso. L’inno pasquale e la festa in sé ci dicono che la vita di Cristo è paradigma della nostra e di tutta l’umanità. La fede cristiana non è un’aggiunta o un aspetto secondario dell’esistenza umana, ma la sua verità, la sua autenticità e concretezza. In altri termini, in Cristo, nella sua Pasqua l’umanità ritrova sé stessa e la possibilità concreta di raggiungere il fine della vita, a cui siamo orientati già all’inizio del nostro essere. Ecco allora che possiamo leggere il momento attuale alla luce della fede, non come fuga dalla realtà, ma come totale inserimento in essa. Per questo affrontiamo la morte come realtà incombente, seria e oggi presente quasi come trionfante, eppure sottoposta alla vittoria di Cristo. È vero, la morte è presente e sembra sogghignare in questi giorni, ma Cristo ci assicura che essa non ha l’ultima parola. Egli pure è morto e quindi non ci illude, quasi che la morte non ci fosse. Ma di essa rimane solo la dimensione fisica, non quella totale, che riguarda la dimensione spirituale della persona, quella più importante e destinata ad essere compiuta in modo ineffabile con la resurrezione. In questa Cristo ci ha preceduto, perché è il vivente e perché ci ha indicato la strada che anche noi percorreremo. Anzi la stiamo già percorrendo, perché la resurrezione di Cristo opera già in noi e ci apre a quella speranza che non delude, ma fa pregustare i beni futuri. È questa speranza, dono di Dio, che ci aiuta ad affrontare le difficoltà e a non lasciarci abbattere da esse. In questa luce è bello concludere con il nostro inno pasquale: Jezus je od smarti ustù. Na koncu himne pojemo: »Marija Devica, bod’ naša pomočnica pri Bogu nebeškemu in usmiljenem Jezusu.« Marija, ki je tudi ona doživiela smart an tarplenje an se je tudi z njenim Sinam veselila velikonočnega vstajenja, saj je tega deležna, nam pride na pomuoč, zak’ nam dà tudi ona upanje an vesejè večnega življenja.
Marino Qualizza
Uvodnik velikočne številke petnajstdnevnika Dom, ki ima naslov “Velika noč 2020, epski boj med smrtjo in življenjem”. Odgovorni urednik msgr. Marino Qualizza v uvodniku povdarja pa: «Na koncu himne “Jezus naš je ustu od smarti« pojemo: “Marija Devica, bod’ naša pomočnica pri Bogu nebeškemu in usmiljenem Jezusu.« Marija, ki je tudi ona doživiela smart an tarplenje an se je tudi z njenim Sinam veselila velikonočnega vstajenja, saj je tega deležna, nam pride na pomuoč, zak’ nam dà tudi ona upanje an vesejè večnega življenja.”
https://www.dom.it/pasqua-2020-morte-e-vita-in-epico-duello_velika-noc-2020-epski-boj-med-smrtjo-in-zivljenem/
Pasqua 2020, morte e vita in epico duello - Velika noč 2020, epski boj med smrtjo in življenem
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