31 lug 2013

Saggezza popolare

Con la testa non puoi attraversare il muro
disegno di
Moreno Tomazetig

26 lug 2013

Legambiente nell'Alta Val Torre

Scarpe e cervello
Legambiente v Terski dolini

«Scarpe e cervello» è il titolo dell’iniziativa organizzata da Legambiente per domenica 28 luglio. Si tratta di un’escursione dedicata ai paesaggi della smilitarizzazione in Friuli Venezia Giulia. Il ritrovo è domenica 28 luglio alle 9.30 al vecchio valico di frontiera di Passo Tanamea per visitare il sistema di fortificazioni posto lungo la linea del confine. L’alta valle del Torre nella logica della difesa militare della guerra fredda non ebbe un presidio militare permanente. In sostanza non c’erano caserme nella vallata se non a Tarcento, lungo l’asse pedemontano. Eppure in quest’area marginale del territorio regionale i vincoli militari si facevano sentire soprattutto in termini di servitù d’uso e di presenza militare data dai continui campi che i soldati apprestavano nella vallata. Le difese vere e proprie erano distribuite lungo il confine e il sentiero che controllava il lato settentrionale della valle. In una logica topografica di più ampia visione a Passo Tanamea iniziava un sistema difensivo lineare che si sarebbe appoggiato alle aste fluviali del Torre e del Natisone: sistema che completava verso ovest e verso nord la protezione dei fianchi del dispositivo principale, rappresentato dal basso Isonzo. Questo sistema di difese era presidiato dal 52° Alpini ed era costituito da una prima linea fortificata, che si distendeva a ovest del fiume Natisone e nelle valli collegate e che mirava a controllare i principali valichi e le vie di accesso alla pianura, e di una seconda linea arretrata, appoggiata alla riva occidentale del fiume Torre, da Tarcento sino a Udine. La presenza militare in Friuli non è data solo dalle opere maggiori e dai casermaggi che ospitavano le migliaia di giovani provenienti da tutta la nazione. Le pratiche d’uso del territorio furono senza dubbio uno di modi con i quali si espresse fisicamente la grande macchina militare approntata all’epoca della guerra fredda. La valle di Musi era un ambiente segnato da una profonda crisi sociale ed economica. Uno spazio che come la Val di Resia e quelle del Natisone, aveva vissuto durante il periodo fascista un periodo di progettata ostilità del regime nei confronti delle popolazioni di lingua slovena. Anche qui si erano sentiti gli influssi di un potere che osteggiava l’uso di una lingua che non si rifaceva all’esaltante tradizione romana. Dopo la lacerante definizione del confine nazionale lo stato repubblicano vedeva con preoccupazione questi ambiti confinari non immuni dalla propaganda panslavista. Durante gli ultimi anni della dominazione tedesca queste aree erano state patrimonio delle brigate filo titine e lo Stato non ebbe mai la sensazione di un completo controllo dell’area. Forse anche per questo motivo le principali installazioni militari friulane non stanno all’interno di quei territori che durante l’epoca della dominazione veneziana venivano definiti come la “Slavia Friulana”.
V nedeljo 28. julija Legambiente je organiziralo pohod po vojaških postojankah v Terski dolini. Pohod se bo začel ob 9.30 pri nekdanji meji v Passo di Tanamea.

23 lug 2013

35 festa degli ex emigranti a Bardo-Lusevera




Specialità culinarie tipiche locali


očikana:gnocchi di polenta conditi con burro fuso e formaggio latteria gratuggiato
 
stak:purea di patate con tegoline condite con lardo fuso

friko:duro o di patate e cipolla

pozganik:farina bianca cotta nel burro fuso o nel grasso della salsiccia con il latte,da mangiare intingendo pezzi di polenta

polenta:gialla o bianca

Saggezza popolare-domača modruost

Chi va in giro per il mondo armato d'intelligenza arriva lontano.
 (Illustrazione Moreno Tomasetig)
                  https://www.facebook.com/DOM.Kulturno.Verski.List/photos_stream

19 lug 2013

„A Resia si raccoglie l'aglio direttamente nell'azienda agricola“

Raccolta aglio Resia, 21 luglio 2013 Eventi a Udine

L'iniziativa è rivolta alle persone che desiderano vivere l'esperienza di raccogliere l'aglio direttamente in azienda agricola per poi acquistarlo. Si potrà trascorrere una giornata immersi nella natura, domenica 21 luglio, già dalle 8,30 del mattino, e poi magari scoprire le bellezze della valle di cui gran parte del territorio è situato nel Parco Naturale delle Prealpi Giulie.
Il prato della nostra sede sarà a disposizione di chi desidera intrattenersi per un pic nic poi si potranno raggiungere i campi attraverso un percorso facile nel bosco (15 minuti in salita) e dopo aver raccolto l'aglio con l'assistenza di Donatella che racconterà qualità, tecniche colturali e l'ambizioso progetto che si cela dietro un così umile ortaggio, il ritorno (stavolta in discesa!). Perchè non rinfrescarsi nel limpido torrente a pochi metri dalla nostra sede?Inoltre i suonatori di musica tradizionale resiana ci allieteranno la giornata, non mancherà sicuramente chi ci coinvolgerá con le tipiche danze. A Resia non c'è festa senza musica e balli tradizionali! É il terzo anno che apriamo la porta dell'azienda agricola per la raccolta rivolgendoci a chi cerca un contatto diretto con il produttore; lo scorso anno sono stati moltissimi i visitatori-raccoglitori che hanno risposto positivamente a questa "giornata di studio".
L'aglio di Resia è un prodotto tradizionale destinato all'estinzione, oggi tutelato dall'Associazione di piccoli Coltivatori "Rosajanki Strok" di cui anche la Fassal ne fa parte, (strok in resiano è l'aglio).Tutti noi amiamo definirci "custodi di questa biodiversità" impegnandoci anche alla sua valorizzazione. Non cambieremo il mondo con l'aglio! Tuttavia é un valido motivo per sensibilizzare a un'inversione di marcia, per valorizzare i prodotti del territorio, contrastare l'abbandono della montagna e suggerire un motivo in più per visitare questa vallata unica, dove l'isolamento geografico ha favorito il mantenimento di antiche tradizioni ed anche di antiche semenze. Aglio é anche speranza di un futuro lavoro in valle per i giovani resiani.
È un aglio dalla tunica rossastra dal particolare aroma persistente, dolce, privo del gusto acre dell'aglio comune. L'alta digeribilità (dici nulla!) e la lunga conservabilitá sono tra le qualità più apprezzate. Una decina di anni fa è stato istituito il Presidio Slow Food catalogando il nostro aglio tra i cibi "buoni puliti e giusti".
Az.Agr. Fassal di Donatella Pezzaioli, Resia (Ud) Loc.Croce Rossa - strada per Stolvizza (una volta in Valle seguire le indicazioni per Stolvizza) Cell 340 3656334 - 335 231395
Non è necessario prenotare.

CAMMINATA DELL'AGLIO IN VAL RESIA

20 luglio 2013

Passeggiata per boschi e prati del fondovalle fino alle coltivazioni dello “strok” resiano, in occasione della festa del raccolto, con possibilità di degustazioni.

Prenotazione: entro le ore 17.00 di giovedì 18 luglio
Ritrovo: Sede del Parco a Prato di Resia, ore 8:30
Durata: 3 ore
Quota individuale di partecipazione: € 8,00


15 lug 2013

PIETRO NACCHINI

Pietro Nachini (in croato Petar Nakić, noto anche sotto i cognomi di Nacchini, Nachich, Nachik, Nakik e Nanchini). (Scardona, febbraio 1694  Conegliano, 16 aprile 1769) è stato un organaro italiano
.

Nacque come Petar Nakich da una famiglia di origine croata a Scardona, all'epoca cittadina appartenente alla Repubblica di Venezia, ora in Croazia; tuttavia in vita fu noto principalmente con le forme italianizzata del suo nome e cognome, ossia Pietro Nachini e Pietro Nacchini.
Discendente di una famiglia di umili origini, trascorse la prima giovinezza come pastore: a tal proposito si narra una leggenda secondo la quale, durante le lunghe ore del pascolo, si dilettava nel costruire strumenti musicali. Dal 1711 fu a Sebenico, dove entrò nell'ordine francescano dei Minori Osservanti di San Lorenzo. Nel 1713, probabilmente spinto dal padre, prese i voti assumendo il nome di Paolo. Contemporaneamente nella città dalmata, dal 1712 al 1715, studiò filosofia. Fu successivamente a Venezia, dove intraprese gli studi di teologia. Nella città lagunare studiò anche organaria sotto Giovanni Battista Piaggia.
Grazie alla sua attività e maestria nella lavorazione riuscì a diventare nella sua epoca il principale costruttore d'organi a Venezia, in Istria e in Dalmazia e nei territori circostanti. Nel 1729 per un breve periodo collaborò anche con altri organari veneziani, Pierantoni e Giacinto Pescetti, padre del compositore Giovanni Battista Pescetti.
Nacchini costruì circa 500 organi. Tra i suoi allievi si ricordano Francesco Dacci, Gaetano Callido, generalmente considerato il suo erede nell'arte organaria, e Franz Xaver Chrismann, il quale unì le caratteristiche dell'organo italiano di Nachini con un nuovo e particolare tipo d'organo austriaco.

Nacchini fu il fondatore della cosiddetta scuola organaria veneta del Settecento, la quale trovò successivamente in Callido il maggior esponente. Egli abbandonò l'empirismo nella pratica organaria, il quale era stato usato fino a quel momento, e decise di applicare a tale arte le leggi della matematica, dell'acustica e della meccanica, scienze che aveva avuto modo di apprendere durante i suoi anni di studio giovanili. Apportò diverse innovazioni come la semplificazione del sistema meccanico di trasmissione e introdusse nei suoi strumenti il tiratutti a manovella, una manopola che serve a inserire contemporaneamente tutti i registri, sicuramente una delle sue più celebri invenzioni. Inoltre nella scuola del Nachini venne stilizzato l'organo barocco gaspariniano (ossia della scuola di Eugenio Gasparini), modello precedentemente in voga in terra veneta, e vennero contemporaneamente recuperati i canoni dell'organo rinascimentale classico.
organo Nacchini del 1713
interessante per le sue sonorità particolari
chiesa di San Giorgio
Lusevera/Bardo
    altre informazioni http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-nacchini_res-3cae03e2-a2ba-11e2-9d1b-00271042e8d9_(Dizionario_Biografico)/
                                
                                   fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Nachini

PLANET BARDO


6 lug 2013

Il linguaggio dei fiori-ezek od rož

 QUANDO NON C'ERA L'INTERNET
I GIOVANI....
 Dan bot kuo no so bè te mladi dan tek boè timidi kuj nas,nu so si dajali rožice ali trave,ke nu so mieli usaka dan sinjifikat.
Una volta,quando i giovani erano un po' più timidi di oggi,si scambiavano dei fiori o erbe delle quali ognuna aveva un significato.

bazovina-sambuco
ne hodi me storti čakat-non farmi aspettare


baršan-edera 
čjun te mjete digjar za simpri-ti amerò per sempre

oči S.Marije-non ti scordar di me
naordaj se name-pensami

modar-tarassaco
nu so nas ovadili-ci hanno scoperto


rožmarin-rosmarin
é man te pouno digjar-ti amo tanto

olber-alloro
jubezan na uerbala-l'amore ha vinto


travica-filo d'erba
è se ti pisou-ti ho scritto

perja detuljne-foglie del trifoglio
è čakam toj "ja"-aspetto il tuo "sì"

To se pari,ke ta usanza na se zubila po te parvi veliki ueri.
Sembra che questa usanza si sia persa dopo la 1°guerra mondiale


fonte:Bardo Dan Bot -Comunità montana del Torre,Natisone e Collio
Comune di Lusevera-Bardo
autore:Dino Del Medico





4 lug 2013

Un mazzo di fiori da Zavarh/Villanova

campanule e fiori di barba di capra

  CAMPANULA  PERSICIFOLIA 
La Campanula persicifolia è una pianta che può raggiungere anche il metro di altezza e produce dei delicati fiori di colore blu-azzurro o bianchi.

ARUNCUS DIOICUS
Rosacee-barba di capra,asparago di monte,barba di giove,erba canona,asparago di bosco,coda di volpe.

 

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