31 gen 2018

Ho lasciato un posto fisso per aprire un’azienda agricola a Mezzana



Mezzana, nel comune di S. Pietro al Natisone, conta oggi una decina di abitanti. Ne aveva un’ottantina, e un bar del quale si ricordano ancora le pastasciutte improvvisate a mezzanotte. Ma se ci si va, anche in questi ancora freddi giorni invernali, non è difficile incontrarvi un giovane volto che, assieme alla sua famiglia, ha scelto Mezzana per la propria azienda agricola, avviata da pochi anni ma già attiva in vari settori.
Marco Cedarmas è nato e ha vissuto quasi tutta la propria vita a Udine. Il padre Ezio, che oggi lo aiuta nell’azienda, è originario di Ponteacco.
Marco, conclusi gli studi, aveva trovato un lavoro a tempo indeterminato come rappresentante di una multinazionale attiva nell’industria del tabacco. Racconta: “Ho deciso di lasciarlo per una scelta etica, intanto i miei genitori avevano ristrutturato la casa dei bisnonni paterni a Mezzana. Alla soglia dei trent’anni mi sono detto: se non adesso, quando? All’idea di creare un’azienda agricola ho iniziato a pensare nel 2012, siamo partiti all’inizio del 2016 con un’agricoltura fatta di piccole produzioni, dal miele che produciamo in paese e integriamo con vari aromi, a prodotti con sali e alle erbe aromatiche per infusi. Nel prossimo futuro punteremo anche sulle confetture. Tutto fatto in casa, dalla preparazione alla confezione del prodotto. Lavoriamo con la filosofia del biologico e biodinamico, senza usare prodotti chimici, il territorio è sano e di alta qualità.”
L’inizio non deve essere stato dei più semplici… “Ci sono stati, in principio, degli errori dovuti a inesperienza, mi hanno però aiutato anche altri apicoltori della zona. Ho frequentato dei corsi organizzati dalla Kmečka zveza a S. Pietro, dove ho conosciuto il mio ‘mentore’, Pierantonio Belletti. Ho cominciato così con le prime arnie, le prime difficoltà nella gestione degli alveari. Oggi ne ho una cinquantina, comincia a diventare una buona dimensione.”
Mentre assieme al padre Ezio – addetto all’orto, dove crescono erbe aromatiche come salvia, lavanda, timo, menta, rosmarino, malva e melissa, ma anche zafferano e peperoncino – mi fa vedere la bella casa ristrutturata, Marco spiega che l’azienda punta alla vendita diretta e facendosi conoscere nelle fiere e nei mercatini. “Ma chi vuole i nostri prodotti può venire anche a Mezzana, questi luoghi soprattutto nei periodi da marzo a ottobre e novembre sono incantevoli.” A parte mantenersi e mantenere vivo il paese, “l’intento è infatti quello di far conoscere il territorio a chi ancora non lo conosce.”
Il discorso si sposta su quello che potrebbe essere il futuro delle Valli del Natisone se… “Sarebbe bello se le iniziative dei giovani che decidono di restare o di tornare – dice Marco – venissero incentivate da una sorta di reddito di residenza. Sarebbe un premio per chi si attiva anche nella gestione del territorio. La mia percezione è che di certezze ce ne saranno sempre meno, in particolare dal punto di vista lavorativo, e allora ci sarà sempre di più un ritorno all’attenzione per un prodotto salubre, soprattutto tra i giovani.” (m.o.)http://novimatajur.it/attualita/ho-lasciato-un-posto-fisso-per-aprire-unazienda-agricola-a-mezzana.html

29 gen 2018

La storia dimenticata del campo di concentramento di Visco

Una ricostruzione storica sul campo di concentramento istituito dal regime fascista in cui, durante la seconda guerra mondiale, vennero rinchiusi centinaia di civili, sloveni e croati, molti dei quali non fecero più ritorno a casa. Il libro “Visco 1943, un campo di concentramento in Friuli” di Tania Zanuttini (edito dalla Mohorjeva družba), è stato presentato il 25 gennaio, allo Slovenski kulturni dom di San Pietro al Natisone dagli storici Peter Černic e Ferruccio Tassin.
L’articolo completo sulla presentazione nella prossima edizione del Novi Matajur in uscita il 31 gennaio.

In onore di San Sebastiano - V čast Svetemu Boštjanu

Secondo una leggenda, secoli fa si era diffusa un’epidemia di peste così devastante, che a Ugovizza erano rimasti vivi solo cinque ragazzi. Per discutere il da farsi e organizzarsi per dare degna sepoltura al gran numero di morti, i giovani addolorati si diedero ritrovo sotto un pero. Quando si voltarono verso la cima che oggi si trova dietro l’odierna chiesa e che viene chiamata Čeva, notarono un giovanotto vestito da soldato, che stava venendo  loro incontro. I ragazzi gli chiesero chi fosse – ed il soldato rispose: «Sono San Sebastiano». Sebbene un po’ inquietati, i sopravvissuti gli chiesero consiglio sul da farsi e il santo rispose loro con saggi consigli, concludendo così: «Costruite qui una chiesa in mio onore ed io vi proteggerò da ogni malattia». Così i ragazzi iniziarono a costruire una chiesa proprio dove voleva il santo. Da allora, ogni anno la comunità di Ugovizza celebra la ricorrenza di San Sebastiano.


V soboto, 20. januarja dopoldne so kot vsako leto v Ukvah praznovali vaškega sopatrona svetega Boštjana. S tem, da mora v zadnjih tednih domači župnik Mario Gariup iz zdravstvenih razlogov ostati doma, je v soboto, 20. slovesno sveto mašo v slovenščini in italijanščini prišel darovat gospod Karel Bolčina, ki je župnik v Štandrežu pri Gorici in vikar za slovenske vernike v goriški nadškofiji. Glasbeno je mašo spremljal domači cerkveni pevski zbor.
V devetih dneh pred 20. januarjem (oziroma od 11.) se je pa odvijala tradicionalna devetdnevnica. Vsak večer so molili rožni venec in litanije za »duševno in telesno zdravje Ukljanov«, se pravi za vse tiste, ki so se oznanili.

Po stari legendi se je pred stoletji v Ukvah razširila huda epidemija kuge. Veliko domačinov je zbolelo in umrlo; živo pa je ostalo samo pet fantov. Da bi se dogovorili, kaj naj bi storili in kako naj bi lahko ustrezno pokopali visoko število pokojnih, so se žalostni fantje zbrali pod hruško. Ko so se obrnili do vrha za današnjo cerkvijo, ki ga imenujejo Čeva, so opazili mladeniča v vojaški obleki. Ta se jim je približal; fantje so ga pa vprašali, kdo je. Vojak je odgovoril: »Jaz sem svet Boštjan«. Kljub vznemirjenosti so ga preživeli fantje povpraševali, kaj bi lahko storili. Svetnik jim je odgovoril z modrimi navodili in na koncu rekel: »Tu zgradite cerkev v mojo čast in jaz vas bom varoval pred vsemi boleznimi.« Fantje so tako začeli graditi cerkev prav tam, kjer je hotel svetnik; od takrat se ukovška skupnost vsako leto poklanja svetemu Boštjanu.

27 gen 2018

L’ultimo abitante di Simaz/Sinci


Conta un solo abitante, di fatto e all’anagrafe, Simaz, una splendida località della 
frazione di Musi, in Alta Val Torre. Si chiama Flavio Coletto, ha 42 anni e una 
grande passione per la montagna che lo ha portato prima ad allevare cavalli 
nella zona di Pian dei Ciclamini, per circa 4 anni, e poi a trasferirsi definitamente
 a Simaz dove tiene puliti i campi con una murgese femmina, una croata femmina, 
uno stallone e, dal 2017, anche con il nuovo piccolo arrivato, uno stalloncino, 
nato a giugno. Sono i suoi quattro cavalli e non temono il brutto tempo né il freddo
 che caratterizzano questa zona montana per la gran parte dell’anno.
Anche Flavio non si fa spaventare dal meteo inclemente; va a tagliare legna e poi 
cura gli animali, per passione.
«C’è sempre da lavorare, qui – dice –; il forte vento dell’ultima ondata di 
maltempo non solo ha distrutto completamente la tettoia aperta che avevo realizzato
 come riparo per i cavalli ma anche gran parte della palizzata del recinto, molto 
grande, che delimita l’area dove i miei animali vivono liberi. Le raffiche sono 
state così forti da spezzare i pali che avevo rinforzato alla base con una struttura 
di rivestimento in metallo. Non è la prima volta che succede ma non mi arrendo.
 Tutto il recinto sarà rifatto».
A Simaz, Falvio cura tutti i prati: la borgata, una sorta di altipiano, perlopiù 
pianeggiante, è pulita e d’inverno non c’è altro che lui, di recente anche con il 
padre, Dino, che gli dà una mano con i lavori. Musi, invece, conta in tutto sei 
residenti stabili che restano in costante contatto tra loro in caso di emergenze, 
necessità, o anche solo per fare due chiacchiere.
«A Simaz la rete telefonica non è molto buona – spiega Flavio –: riesco a chiamare
 e a ricevere solo con una compagnia telefonica mentre per il traffico dati devo
 raggiungere la zona delle Sorgenti, vicino alla trattoria. Le utenze telefoniche
 fisse non esistono, in questa località: non sono state mai installate perché non
 c’era convenienza da parte delle società dei telefoni; così ci si arrangia come 
si può con i cellulari. In estate e nella bella stagione la piccola borgata si anima
 con gli emigranti ma d’inverno a regnare sono il silenzio, la neve e il
freddo. Per chi ama la montagna è un paradiso».
P. T.


Nelle foto: a sinistra Flavio Coletto; a destra i suoi cavalli nel recinto.
dal dom del 15 gennaio 2018

26 gen 2018

AVVISO

Non so cosa sia successo,ma da quest'anno non riesco a commentare in nessun post di blogspot!

25 gen 2018

Iscriversi alla scuola bilingue - Vpisovanja v dvojezično šuolo

Anche all’Istituto comprensivo statale con insegnamento bilingue sloveno-italiano di San Pietro al Natisone/Špietar sono aperte, fino al 6 febbraio, le iscrizioni via internet per il prossimo anno scolastico 2018/2019. Per iscrivere i bambini alla scuola d’infanzia i genitori devono compilare e consegnare in segreteria l’apposito modulo. Per presentarsi, nelle scorse settimane la scuola bilingue ha organizzato diverse iniziative. I genitori hanno, tra l’altro, potuto visitare i locali della scuola, mentre gli insegnanti hanno mostrato loro come lavorano insieme ai bambini.

Do 6. febrarja so tudi na dvojezični daržavni vičstopinski šuoli v Špietru odprta vpisovanja po internetu za prihodnje šuolsko lieto 2018/2019. Za vpisat otroke v vartac starši muorajo pa napunit vpisni model in ga nest na tajništvo (segreterijo). Dvojezična šuola je v prejšnjih tiednah napravla vič iniciativ, de bi se predstavila. Starši so si lahko tudi ogledal’ prestore šuole in so jim učitelji pokazali kakuo dielajo z otroki.
http://www.dom.it/vpisovanja-v-dvojezicno-suolo_iscriversi-alla-scuola-bilingue/

Due anni senza Giulio

#2annisenzagiulio donato oggi #25gennaio dall'#ANPI di #Ronchi in collaborazione con il Comune di Ronchi striscione #veritàpergiulioregeni alla nostra scuola...
Da fb Marco Barone

Da Kobarid- Caporetto un piano strategico per arrestare il calo demografico



Mantenere gli insediamenti abitativi e rivitalizzare i territori periferici sia nelle vallate della Benecia, Resia e Val Canale, sia nell’alta valle dell’Isonzo. Tramite una maggiore e continua collaborazione transfrontaliera, facilitata anche da incontri costanti fra i rappresentanti delle amministrazioni comunali dei due lati del confine, con cui si possano elaborare progetti comuni mirati soprattutto ai giovani, al turismo, all’agricoltura e alla mobilità. Sono, in sintesi, le conclusioni proposte dalla tavola rotonda tenutasi a Caporetto, lo scorso 20 gennaio all’incontro fra amministratori e rappresentanti della società civile che, tradizionalmente, precede il Novoletno srečanje (Incontro di inizio anno) fra Benečija e Posočje. La riunione di quest’anno ha avuto quindi come tema il contrasto allo spopolamento demografico che, sebbene in misura diversa, colpisce i comuni della fascia confinaria della Provincia di Udine, ma anche il territorio dei comuni di Caporetto, Tolmino e Bovec. All’incontro hanno partecipato tutti i sindaci delle valli del Natisone e del Torre, i primi cittadini dei tre comuni della valle dell’Isonzo, i due presidenti regionali di Skgz (Rudi Pavšič) ed Sso (Walter Bandelj), il vicepresidente del consiglio regionale Igor Gabrovec e il ministro per gli sloveni nel mondo Gorazd Žmavc. Zdravko Likar, già prefetto di Tolmino, ha illustrato la situazione demografica nei tre comuni dell’alta valle dell’Isonzo: dall’indipendenza della Slovenia in poi, ha spiegato, il Posočje ha perso 2.574 abitanti (ne conta oggi 18.398). Soprattutto, secondo Likar, a causa del nuovo sistema produttivo che – sostituitosi allo “sviluppo policentrico” promosso dalla Jugoslavia – ha determinato la chiusura di diversi insediamenti, soprattutto nei territori montani.
Ben più profondo e strutturale è il decremento demografico che interessa valli del Natisone, del Torre e Resia come ha spiegato durante il convegno Riccardo Ruttar. Dal 1951 ad oggi questo territorio ha perso il 68,5 per cento della popolazione (ridotta a 7.611 persone). E – ha sottolineato Ruttar – a preoccupare sono oggi l’elevato indice di anzianità e la bassa percentuale di residenti donne in età fertile. Simon Škvor, direttore dell’amministrazione comunale di Caporetto, ha proposto alcune linee guida da perseguire per contrastare il fenomeno: investire sulla formazione, sviluppare collegamenti e strumenti di mobilità per i residenti, sostenere la produzione culturale ed artistica, realizzare progetti in grado di stimolare l’occupazione giovanile nei territori periferici (politiche abitative, sgravi fiscali alle aziende, costi ridotti per l’istruzione) e un sostegno maggiore dello Stato ai progetti di sviluppo.
A nome degli amministratori delle valli del Natisone, il sindaco di San Pietro Mariano Zufferli ha sottolineato come i numerosi rapporti transfrontalieri fra le due realtà a cavallo del confine siano troppo spesso lasciati alle iniziative dei singoli. Mentre sarebbe necessaria una programmazione più ampia e sistematica. Per questo ha proposto (e gli interlocutori del Posočje hanno accolto favorevolmente l’idea) di indicare un sindaco – o un suo rappresentate – per ciascuna delle due realtà che tenga rapporti costanti e informi di iniziative e progetti i colleghi. Il sindaco di San Pietro (che ha anche criticato pesantemente la riforma degli enti locali e la perdita di autonomia decisionale dei comuni in cui è presente la minoranza slovena) ha quindi ricordato come la presenza della minoranza slovena sia un’opportunità anche per l’economia delle vallate. La legge 38/2001 – ha sottolineato – dovrebbe istituire una sorta di “zona franca” per questo territorio, ma a 17 anni dalla sua approvazione la legge non è stata completata come auspicato con le dovute dotazioni finanziarie. “È ora che questo venga fatto” – ha concluso Zufferli.

24 gen 2018

Pust-Carnevale nelle Valli del Natisone-Nediške doline

La sfida di Igor: “Allevo lumache, con rischi e una (lenta) crescita”




Un cambio di stile di vita e un ritorno. Una scommessa (non da poco) che attende ancora di capire se è stata vinta o meno. La storia che raccontiamo è quella di Igor Borghese. Viveva a Padova con la moglie, si sono trasferiti a Vernasso, paese originario di Igor, con l’idea di aprire un allevamento di lumache approfittando dell’esistenza di un’azienda agricola in famiglia.
Il tutto si è concretizzato nella Corte delle lumache, attiva da quattro anni. “Siamo partiti con mille speranze – inizia a raccontare Igor, artefice di una delle non poche esperienze significative per le Valli del Natisone legate al ritorno dei giovani all’attività agricola – ma abbiamo dovuto subito frenare, ci eravamo infatti affidati a persone che si sono rivelate solamente dei commercianti. Da lì ci siamo dovuti inventare una professione, privi di alcuna assistenza tecnica.”
La scelta del terreno su cui impiantare l’allevamento (si trova accanto al cimitero del paese) non è stata casuale, in quella zona le lumache c’erano già. Le condizioni ambientali migliori sono legate all’umidità, al vento, all’incanalazione, “cose impercettibili per noi ma per loro vitali”. Igor è entrato in contatto con produttori dell’Est Europa, effettuando così, in base alle nuove conoscenze, delle modifiche che con il secondo anno hanno dato i primi risultati. Più di recente è entrato a far parte di un’associazione di produttori di lumache friulani. Il rischio rimane alto: “Non puoi avere una standardizzazione del prodotto, ci possono essere annate buone e altre in cui produci poco o niente. Lo scorso ottobre abbiamo perso 200 chili di lumache a causa del clima e della presenza di topi”, racconta Igor.
Il ciclo di produzione, dopo la prima fase di rodaggio, è stato modificato da biennale ad annuale, con le chiocciole che nascono, si riproducono e crescono all’aperto, grazie alla presenza dei vegetali coltivati sul posto, per dare loro il corretto apporto nutritivo. “In questo modo – spiega Igor – abbiamo anche anticipato la produzione, le lumache a giugno sono già grandi e possono essere raccolte, più tardi soffrirebbero troppo il caldo. Così riusciamo a diminuire la percentuale di mortalità, che all’inizio era altissima.”
Le lumache vengono in parte destinate alla gastronomia, in parte alla riproduzione. “Ovviamente oggi i numeri sono ancora bassi, devi avere una seconda attività parallela e sperare di trovare la maniera giusta per fare dei numeri più alti” è la constatazione, un po’ amara, di Igor, che si dimostra però anche ottimista sul futuro: “Gli sbocchi commerciali ci sono, anche a livello locale si stanno affacciando realtà, penso ai ristoratori della zona, che sono interessate a questo prodotto. Speriamo possano aumentare.”
Un altro sbocco commerciale potrebbe essere quello legato alla cosmesi. La bava di lumaca viene venduta e utilizzata come nutriente, antirughe, purificante e antiossidante. Per ora solo un altro possibile utilizzo: “In quel settore la legislazione non è chiara, vogliamo capire quale è il metodo migliore per estrarla e quali sbocchi commerciali potrebbe avere per la nostra azienda”.

23 gen 2018

Tutela per la potica, dolce simbolo della cucina slovena nel mondo





Dall’inizio di quest’anno 2018 è in vigore la tutela nazionale della potica, uno dei dolci simbolo della Slovenia, tradizionale per i giorni di festa. Sarà possibile prepararla ovunque, certo, ma per fregiarsi del titolo di Slovenska potica, sarà necessario seguire una ricetta precisa e molto dettagliata, sia per gli ingredienti che per la forma finale che dovrà avere il dolce. La potica è considerata in effetti una vera e propria ambasciatrice della Slovenia. Tanto da essere diventata famosa agli occhi di tutto il mondo quando la first lady Melania Trump (originaria della Slovenia) l’ha consegnata in omaggio a papa Francesco in occasione dell’incontro fra questi e il presidente degli Usa (e marito di Melania) Donald Trump.

http://novimatajur.it/cultura/tutela-per-la-potica-dolce-simbolo-della-cucina-slovena-nel-mondo.html

22 gen 2018

Bloomberg inserisce la Slovenia tra le destinazioni top per il 2018

Secondo Bloomberg, famoso media newyorkese, la Slovenia rientra tra le 22 top destination per il 2018. L’autore dell’articolo, che apprezza soprattutto le bellezze naturali della Slovenia, consiglia di visitare il paese a fine maggio o inizio giugno, quando si tiene anche la tradizionale festa delle ciliegie. Tra i luoghi da non perdere citati, le Alpi Giulie, il lago di Bled e le grotte Škocjanske jame, accessibili facilmente anche dalla capitale Ljubljana. Nell’articolo di Bloomberg viene consigliata anche Hiša Franko, gestita dalla top chef Ana Roš, nominata, a discapito di Melania Trump, “la vera first lady slovena”.

http://novimatajur.it/attualita/bloomberg-inserisce-la-slovenia-tra-le-destinazioni-top-per-il-2018.html

Ivan Cankar

Ivan Cankar (Vrhnika10 maggio 1876 – Lubiana11 dicembre 1918) è stato uno scrittore e poeta sloveno.
Ottavo di dodici figli, è stato cresciuto dalla madre in condizioni di grande povertà dopo l'abbandono della famiglia da parte del padre, sarto proveniente da Trieste, che si trasferì in Bosnia in cerca di lavoro.

Caricatura di Ivan Cankar
di Hinko Smrekar.
Già alle scuole elementari frequentate a Vrhnika dimostrò il proprio talento. I notabili del paese promisero di aiutarlo finanziariamente a studiare, anche se non mantennero mai la promessa. Si iscrisse quindi al Liceo scientifico (realka) a Lubiana. Terminato il liceo nel 1896 si iscrisse al Politecnico di Vienna grazie a una borsa di studio, ma dopo un solo semestre decise di iscriversi ai corsi di slavistica. Dopo una breve parentesi trascorsa a Pola e a Sarajevo, nel 1898 ritornò nella capitale austriaca per restarvi fino al 1909, soggiornando a Ottakring, quartiere operaio e proletario che comparirà in molte sue opere, soprattutto nella raccolta di racconti brevi Za križem. Durante gli undici anni trascorsi a Vienna si dedicò sia ad attività letterarie sia a impegni politici e si mantenne principalmente scrivendo feuilleton.
Pubblicò i suoi primi scritti già durante gli anni delle superiori nella prestigiosa rivista letteraria Ljubljanski Zvon. Esordì come poeta nel 1899, pubblicando una raccolta di poesie intitolata Erotika. La raccolta causò grande scandalo negli ambienti conservatori, al punto che il vescovo di Lubiana Jeglič acquistò tutte le copie disponibili e le fece bruciare[1]Erotika rimane la sua unica raccolta di poesie: decise infatti di dedicarsi alla scrittura di drammi e di opere in prosa, ritenute da lui mezzi espressivi più efficaci.[2]
Nel 1909 ritornò a Lubiana, dove visse fino alla morte, scrivendo e occupandosi di politica nelle file del Partito socialdemocratico jugoslavo. Nel 1914, allo scoppio della Prima guerra mondiale, espresse la sua solidarietà con la Serbia e per questo venne imprigionato per breve tempo nella fortezza di Lubiana[3]. In seguito fu militare a Judenburg, ma a causa della salute cagionevole fu presto congedato. Ritornò quindi a Lubiana e qui visse fino alla morte nel 1918, avvenuta a seguito di una caduta accidentale[4]. Il suo funerale fu seguito da rappresentanti della cultura e della politica sloveni e da una grande folla di persone comuni.

Opere

Si occupò di vari generi letterari pubblicando tante raccolte di novelle, tra le quali Vinjete (1899), in cui è evidente uno stile naturalistico incentrato su tematiche proletarie e borghesiOb zoriZa križem ("Dietro la croce") del 1909 e Podobe iz sanj ("Immagini dal sogno") del 1917, ultima sua fatica letteraria ispirata dalla tragicità della Prima guerra mondiale.
Scrisse anche numerosi racconti. I principali sono: Potepuh Marko in kralj Matjaž ("Marko il vagabondo e il re Mattia") del 1905, nel quale riprende il tema folkloristico del ritorno del re buono, giusto e pronto a risollevare la situazione politica e sociale; Hlapec Jernej in njegova pravica ("Il servo Jernej e il suo diritto") del 1907, considerato il capolavoro di Cankar, denuncia l'ostilità delle leggi civili e religiose della società borghese nei confronti delle elementari esigenze di giustizia di un contadino[5]KurentGospa Judit ("La signora Judit") del 1904, una descrizione a sfondo realistico della vita di una donna infelice alla continua ricerca di un appagamento illusorio; Križ na gori ("La croce sulla montagna") del 1905, una storia d'amore a tratti simbolisti.
L'autore scrisse anche diversi romanzi, tra cui i più noti sono Na klancu ("Sul colle") del 1903 dedicato alla figura materna, Hiša Marje PomočniceMartin Kačur del 1906, nel quale emersero toni pessimistici riflessi dallo sconforto dello scrittore. A metà degli anni Settanta, lo scrittore istriano Fulvio Tomizza traduce e adatta per il Teatro Stabile di Trieste"Martin Kačur", che va in scena con il titolo di "L'Idealista". Lo spettacolo è firmato dal regista Francesco Macedonio (scene e costumi sono di Sergio D'Osmo); il ruolo del protagonista lo interpreta Corrado Pani.
Intensa fu anche l'attività teatrale, comprendente drammi, quali Za narodov blagor ("Per il bene del popolo") del 1901 che fu una decisa satira dei politici sloveni del suo tempo, impersonificati da due brutti tipi privi di qualità morali e umane, Kralj na Betajnovi ("Un re a Betajnova") del 1902, ritratto di un industriale arrogante che domina la vita sociale della sua città, Hlapci e Lepa Vida.
Anche le prose contenute in Knjiga za lahkomiselne ljudi ("Libro per gente frivola") del (1901) si impregnarono di un gusto satirico rivolto questa volta alla bigotteria e alle bassezze religiose, che l'autore ravvisò fra alcuni suoi contemporanei.
Per merito del suo particolare modo di scrivere riuscì a penetrare nell'anima dell'uomo, divenendo uno dei principali rappresentanti del movimento neoromantico denominato Moderna, di tendenze anche antipositivistiche. Egli criticò nei suoi libri la politica slovena del suo tempo e scrisse molto sul futuro dei poveri e repressi, basti citare il racconto Tujci("Stranieri") del 1902, dove denunciò la precaria situazione degli intellettuali sloveni.[2]
Descrisse il mondo dell'infanzia e i problemi di psicologia infantile nei libri di storielle Za križemMoje življeneje e Grešnik Lenart.
da wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Ivan_Cankar

 Podobe iz sanj - Immagini dai sogni

Šla si mimo mojega živjlenja
 in si me gredoč pozdravila;
šla si,enkrat si se ozrla,
 samega si me ostavila.


Šla si mimo kakor tihe sanje,
 in ob uri tisti sem spoznal,
da sem sam bil,da sem sam ostal.

Zdaj stojim pred svojim pustim domom;
 zame ni več pota ne cestè,
ti greš dalje,komaj še te vidim,
 v soncu se bleščijo ti lasje,
...


Hai attraversato la mia vita
 e mi hai salutato passando;
te ne sei andata,ti sei girata una volta,
 mi hai lasciato solo.

Sei passata come sogni silenziosi,
 ed allora ho capito
che ero solo,che sono rimasto solo .

Ora sono davanti alla mia casa vuota;
 per me non ci sono più nè sentieri nè strade,
tu ti allontani,ti scorgo appena,
 nel sole brillano i tuoi capelli,
...
traduzione personale

Il 2018 è l’anno di Ivan Cankar



In Slovenia ricorderanno quest’anno con numerosi eventi ed iniziative Ivan Cankar, il più importante scrittore sloveno, di cui nel 2018 ricorre il centenario della morte. Al letterato verrà reso omaggio soprattutto a Vrhnika, suo paese natale, ma alle celebrazioni parteciperanno enti, musei, associazioni, istituzioni e singoli in tutta la Slovenia. Al Cankarjev dom di Ljubljana fino a giugno si terrà ad esempio il festival “Cankar o Cankarju”, inaugurato il 15 gennaio. Nell’Anno di Cankar verranno prodotti anche tre film d’animazione basati sulle sue “črtice” (racconti brevi) ed un film in bianco e nero.

19 gen 2018

48° incontro degli sloveni a Kobarid - 48. novoletno srečanje v Kobaridu


Il 48° incontro degli sloveni della provincia di Udine e dell’Alta Valle dell’Isonzo si terrà sabato, 20 gennaio, a Kobarid. Nell’ambito dell’incontro, alle 14 nella sala del Dom Andrej Manfreda  avrà luogo una tavola rotonda nel corso della quale i sindaci e altri ospiti invitati di entrambi i versanti esporranno la questione demografica e le possibili risposte per il futuro. Alla tavola rotonda parteciperà il ministro per gli Sloveni oltreconfine e nel mondo, Gorazd Žmavc. L’incontro proseguirà alle 17 nel centro culturale di Caporetto, nel quale avrà luogo l’evento centrale con il programma culturale e la consegna dei premi Gujon. Oratore ufficiale sarà il presidente dell’Assemblea di Stato della Repubblica di Slovenia, dr. Milan Brglez.

Tradicionalno novolietno srečanje Slovencu videnske province in Posočja, ki ga parpravljajo kamuni Bovec, Kobarid in Tolmin ter Upravna enota Tolmin, bo lietos v saboto, 20. ženarja v Kobaridu. Ob 14. se bojo v domu Andreja Manfreda zbrali šindiki iz Benečije in župani iz Posočja, drugi predstavniki krajevne, regionalne in provincialne oblasti ter predstavniki slovenskih organizacij Slovencu v Italiji, de bi se poguorili o skupnih rečeh. Parsoten bo tudi minister Gorazd Žmavc. Na posebno vižo bojo pregledali demografsko stanje v konfinskem pasu in guorili, kaj se da narditi, de bi izbuojšali stanje. Ob 17. uri bo v kulturnem domu kulturni program. V imenu organizatorju srečanja bo pozdravu kobariški župan Robert Kavčič, v imenu Slovencu videnske province pa Renzo Mattelig. Slavnosti govornik bo predsednik slovenskega parlamenta Milan Brglez. Podelili bojo Gujovovo priznanje.
http://www.dom.it/48-novoletno-srecanje-v-kobaridu_48-incontro-degli-sloveni-a-kobarid/

17 gen 2018

Uscito il Dom del 15 gennaio

L’edizione del 15 gennaio del quindicinale Dom pone in evidenza la 55a edizione del Dan emigranta, la festa degli sloveni della provincia di Udine, che ha avuto quale ospite d’onore l’europarlamentare Herbert Dorfmann, il quale ha evidenziato che la tutela delle lingue porta benessere nella regione dove deve essere attuata. Dorfmann è tra i promotori dell’iniziativa «Minority safepack», la raccolta di un milione di firme negli Stati dell’Unione Europea per costringere la Commissione europea a predisporre una vera tutela anche legislativa delle minoranze linguistiche. Le firme sono state raccolte anche in occasione del Dan emigranta, al quale hanno portato un saluto il sindaco di Cividale, Stefano Balloch, il presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop e il rappresentante del Consiglio di Stato della Repubblica di Slovenia, Tomaž Horvat. A nome degli sloveni della provincia di Udine ha parlato il direttore dell’Unione Emigranti sloveni, Renzo Mattelig, che ha evidenziato il problema demografico della Slavia friulana, la cui soluzione sta nella volontà politica di risolverlo e tutelare le aree montane. Protagonisti del programma culturale sono stati il coro maschile di Lusevera Barski oktet e la compagnia teatrale Beneško gledališče.
Del 70° della Costituzione italiana parlano nell’editoriale il direttore responsabile, mons. Marino Qualizza e Riccardo Ruttar nella rubrica “l’Opinione”.
Lo scorso 24 dicembre la messa di Natale in lingua slovena a San Pietro al Natisone è stata molto partecipata. La celebrazione è stata presieduta da mons. Marino Qualizza.
Sono stati presentati lo scorso 22 dicembre a San Pietro i risultati del progetto “Architetture slovene in internet”, il cui led partner è l’associazione “don Eugenio Blanchini”.
A Codromaz, in comune di Prepotto, sono da un mese e mezzo senza telefono. Lo sottolinea in apertura una pagina del Dom, che evidenzia anche le lamentele del Comune in merito.
A Taipana la scuola è radicata al territorio e aperta al mondo intero. Sempre in merito alle Valli del Torre la notizia della frana, che a fine dicembre ha bloccato l’arteria che collega Tarcento alla Slovenia.
La Regione dice sì ai fondi per l’insegnamento dello sloveno nelle scuole in Valcanale.
A Prato di Resia il 13 gennaio presenteranno i calendari della provincia di Udine.
L’undicesima edizione del festival dei film su sport e natura-Boff, a fine dicembre a Bovec, ha avuto tra gli ospiti il campione croato di sci Ivica Kostelić.
Nel mondo del calcio ripresa del campionato con l’auspicio di buoni risultati.
Tra gli appuntamenti in ultima pagina il tradizionale incontro tra gli sloveni della provincia di Udine e della valle dell’Isonzo, che si terrà il prossimo 20 gennaio a Kobarid.
continua in sloveno http://www.dom.it/ne-prezrite-v-domu-15-januarja_uscito-il-dom-del-15-gennaio-2/
Appena partito il 2018.. la Primavera spinge per entrare!
Già pronte alcune "femmine" dei noccioli!Quest'anno gran produzione!
foto di Marco Pascolino

16 gen 2018

Senza telefono a Codromaz

8Codromaz1Da quasi un mese e mezzo a Codromaz/Kodermaci la linea di telefonia fissa non funziona. Dalla borgata montana del comune di Prepotto Antonio Codromaz spiega come l’azienda Telecom abbia già mandato personale specializzato a controllare i telefoni: «I tecnici sono venuti in casa e hanno detto che il problema non riguarda il telefono, ma la linea e che è lì che bisogna verificare. Ma qua non viene nessuno».
Tantopiù che il problema sarebbe esteso anche ai paesi vicini, perché da alcune settimane anche a Berda/Budaži e Ciubiz/Čubci gli abitanti si ritrovano senza telefono fisso. «Il problema si è già presentato, ma ora deve essere più grande. Il comune ci si è interessato diverse volte» aggiunge Codromaz.Dall’amministrazione comunale anche il sindaco, Mariaclara Forti, rileva il ripresentarsi della problematica: «Nel mese scorso si sono susseguiti diversi solleciti, da parte nostra, sia al Centro guasti sia ai referenti telefonici. Il problema non è nuovo e, anche una volta effettuati, i ripristini alla linea sono durati una quindicina di giorni. Telecom dovrebbe ripristinare tutta la linea telefonica su tutto il territorio montano, da Cialla/Čela fino a Berda. In alcune zone, infatti, i cavi si trovano quasi a terra e riparati solo in via provvisoria alla bell’e meglio».
Nel territorio di Prepotto, su espressa richiesta dell’amministrazione, sono già stati eseguiti diversi interventi sulle linee telefoniche e ne sono già stati programmati altri a breve. Ora si insisterà affinché Telecom prenda in carico quanto prima la pulizia dei tratti di bosco e il riposizionamento dei cavi ove necessario.
Senza contare che segnalazioni di problemi telefonici, ma legati alla connessione internet, arrivano anche da Cialla – non per l’assenza di copertura, ma per i rami troppo cresciuti che interferiscono sulla linea. «Lì è stato ottenuto un intervento di pulizia per liberare i cavi dall’intreccio dei rami, ma molto è ancora da fare» spiega il sindaco Forti. «Un’interruzione della linea informatica sarebbe di grave danno alle aziende locali, che si vedrebbero impossibilitate a svolgere gli adempimenti informatici legati alle proprie attività».
Per il sindaco Forti la negligenza di Telecom non è giustificabile nemmeno da un possibile numero limitato di utenze: «È irrilevante che si parli di due o cento abitanti. Per la montagna si viene a creare un problema di sicurezza sociale, perché è raggiungibile al cellulare solo in alcuni punti e abitata perlopiù da persone anziane, bisognose di assistenza continua e di un contatto coi numeri dei familiari, sanitari e di sicurezza. Il servizio va garantito, visto che è pagato». (Luciano Lister)

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