Il carnevale tipico di Masarolis/Mažeruola contempla usanze che si diversificano un po’ rispetto a quelle di altri paesi della Slavia friulana. Le maschere tradizionali locali – «te križnast», «te kožnast» e le «minke» – festeggeranno il carnevale anche il 4 febbraio a San Pietro/Špietar. Abbiamo parlato delle usanze proprie del carnevale di Masarolis con Eleonora Comugnaro, che nel paese della Val Chiarò/Bistrica ci è nata, anche se vive nella vicina borgata di Tamoris/Tamora.
A Masarolis abitano ottanta persone, mentre a Tamoris sette. In queste borgate del comune di Torreano/Tavorjana/Torean si parla ancora il locale dialetto sloveno e gli abitanti, in qualche modo, si danno da fare per portare nel futuro la cultura locale. I giovani capiscono il dialetto sloveno, ma non lo parlano. In chiesa sono ancora cantate due canzoni slovene, «Ti, o Marija» e, in occasione della Commemorazione dei defunti, «Obedan na vierje obedan na vie».
A Masarolis le maschere di carnevale sono molto particolari. «Te kožnast è quello cattivo, ha pelle di pecora sulla testa e è vestito in modo brutto, altrettanto sua moglie minka; quello bello è te križnast, che ha una croce e piccoli nastri sulla testa e è vestito di bianco. Sua moglie minka è bella. Le due minke hanno in mano una scopa e spazzano qua e là. Le due maschere maschili hanno un bastone e cenere in una calza e seguono, cercando di colpire, i bambini» ci ha spiegato la signora Comugnaro.
Queste maschere di carnevale sono presenti solo a Masarolis; corrono per il paese tenendo sulla schiena campanacci da mucca, che fanno fracasso. Eleonora ricorda con nostalgia come, quando era piccola, tutti i bambini corressero loro dietro urlando. Il carnevale iniziava già nel pomeriggio dell’Epifania. Ci si vestiva e si correva per il paese ogni domenica, finchè il carnevale non volgeva al termine. Durante la settimana i ragazzi si vestivano per bene e si recavano nelle case in cui si trovavano ragazze, dove si ballava e si raccoglievano uova o ciò che veniva dato. L’ultima domenica del periodo di carnevale (Debelinca) la gente si mascherava e la sera la fisarmonica suonava fino a notte fonda. Il lunedì (Mali pust) i bambini andavano di casa in casa a chiedere uova e ciò che veniva loro dato. Il Martedì grasso (Debeu pust) gli adulti si esibivano in diverse scenette. Alla fine il Carnevale veniva ucciso. Alle tre del pomeriggio doveva morire te kožnast, perchè era cattivo. Scappava per Masarolis e gli davano la caccia. Sua moglie minka gli correva dietro e non voleva che lo uccidessero. Si arrampicava su un grande palo innalzato per l’occasione e qualcuno gli sparava. Te kožnast cadeva su una slitta, con cui lo portavano e rovesciavano nella zona del torrente. Poi si faceva festa in maschera e la sera c’era musica. Il giorno dopo seguiva il Mercoledì delle ceneri (Pepeunica) e per otto giorni tutti coloro che avevano impersonato le maschere si riunivano. Con le uova raccolte in giro per le case veniva fatto dello zabaione; venivano mangiate anche le altre cose. Era di nuovo festa.
Al giorno d’oggi a Masarolis è rimasta solo una parte di queste usanze; a volte la gente si veste con le maschere tradizionali e qualche bambino gira per il paese. Non c’è più, però, la tradizione come la si vedeva una volta.
«Sarebbe molto, molto bello, se tutte le usanze del carnevale fossero in qualche modo rivitalizzate. Questo è nelle mani dei giovani, che forse non hanno un reale interesse. È che uno lavora, l’altro studia, il terzo la pensa a modo suo e così…» conclude Eleonora Comugnaro, che confida, però, nella nuova Pro loco del paese, dove l’interesse per il dialetto sloveno e le usanze locali è vivo.
http://www.dom.it/te-kriznast-te-koznast-in-minke_il-carnevale-di-masarolismazeruola
Quest’anno il carnevale terminerà il 13 febbraio.
Domenica, 4 febbraio, alle 13.00 le maschere tradizionali delle Valli del Natisone si ritroverano davanti al polo scolastico di San Pietro al Natisone/Špietar, per dare vita a una sfilata che partirà alle 14.00 dal centro studi (via Simonitti) per arrivare alla trattoria Belvedere. Al corteo parteciperanno le maschere tipiche delle Valli del Natisone (non sarà presente il gruppo di Clodig/Hlodič), di Masarolis/Mažeruola, Cergneu/Čarnjeja e Canebola/Čaniebola. Saranno presenti anche maschere provenienti da Resia/Rezija, Sauris, Timau e Sappada. Dalla Slovenia arriveranno, invece, i Kurenti e gli Orači di Lancova vas (Ptuj). Alla sfilata prenderanno parte anche le scuole delle Valli del Natisone. A seguire, dalle 18.00, ballo sotto il tendone col gruppo musicale Skedinj.
I festeggiamenti di carnevale di San Pietro, organizzati dall’associazione Bančinarji, inizieranno sabato, 3 febbraio, alle 18.00 sotto il tendone allestito in piazza davanti alle scuole. Nell’ambito dei festeggiamenti saranno, tra l’altro, premiate la maschera e il gruppo più belli. Seguirà ballo col gruppo Vallifolk. Sotto al tendone, decorato ogni anno dagli alunni delle scuole, sarà servito da mangiare e da bere.
Il gruppo di Rodda/Ruonac, con le figure škof, gaspuod nunac, pustje, zluodi e anjulac, festeggerà il carnevale in paese sabato, 10 febbraio. Giovedì, 8 febbraio, si riunirà a San Pietro per portare allegria ai bimbi delle scuole delle Valli del Natisone; domenica, 11 febbraio, si recherà in visita al ricovero di San Pietro e, quindi, a Pulfero. Nel Mercoledì delle ceneri, il 14 febbraio, alle 18.00, concluderà i festeggiamenti di carnevale con una pastasciuttata, servita nella casa canonica.
Le maschere tradizionali di Mersino/Marsin, con kakuoša e petelin, faranno festa sabato, 10 febbraio, in giro per San Pietro, Vernasso/Barnas, Ponte San Quirino/Muost e Pulfero/Podbuniesac; alle 12.30 andranno in visita dai bambini della scuola secondaria di primo grado di San Pietro «Dante Alighieri»; domenica, 11, continueranno a festeggiare dalle 9.30 nel proprio paese. Concluderanno nell’osteria paesana.
Anche le maschere tradizionali di Montemaggiore/Matajur, che portano un cappello decorato con fiori, e nel proprio gruppo una donna con un uomo nella gerla, gireranno per i paesi. Sabato, 10 febbraio, saranno a Tercimonte/Tarčmun, Cepletischis/Čeplešišča, Polava/Polava, Gabrovizza/Gabrovca, Ieronizza/Jeronišče, Iellina/Jelina e Masseris/Mašera; l’ultima domenica di carnevale, invece, faranno festa a Montemaggiore. Domenica, 11 febbraio, i blumarji di Montefosca/Čarni varh correrano lungo la strada di 3 chilometri che porta fino a Paceida/Pačejda e ritorno. Sono tutti vestiti di bianco, hanno campane sulla schiena, calze di lana e babbucce. Portano un cappello di paglia intrecciata, decorato sulla cima. Un tempo facevano tanti giri, quanti erano i blumarji che componevano il gruppo. In caso di maltempo, la corsa dei blumarji nei dintorni del paese non sarà effettuata.
Le maschere tradizionali di Stregna/Sriednje – te gardi, te liepi, veliki pust e pustica, škapjač, kraj e krajica, mož tu palude – festeggeranno il carnevale venerdì, 9 febbraio, in giro per le scuole delle Valli del Natisone, alla bilingue, sia a Savogna/Sauodnja sia a San Pietro. Sabato, 10, e domenica, 11 febbraio, faranno festa in giro per i paesi del comune di Stregna.
http://www.dom.it/pustni-sprevod-v-spietru_sfilata-di-carnevale-a-san-pietro/
Cara Olga, queste tradizioni del carnevale è sempre bello vederle.
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso