Festa a Platischis/Plestišča, ma anche per le vicine comunità montane di Montemaggiore/Brezje e di Prossenicco/Prosnid, per la riapertura al culto della chiesa parrocchiale del paese, che era stata chiusa nel 2014 a causa di alcuni problemi di natura statica che avevano interessato la parte dei soffitti e per cui era stato necessario vietare l’accesso al luogo sacro.
Sabato 23 giugno, tutto il paese si è riunito per prendere parte alla messa, presieduta, in questa speciale occasione, dall’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato.
«È un momento importante per la comunità – ha detto il presule nella sua omelia –. Questo splendido altare, recuperato dopo i danni causati dal terremoto del 1976, deve essere simbolo di unione tra le genti della montagna taipanese. Se siamo uniti siamo forti; se ci mettiamo l’uno contro l’altro, se c’è distanza, se manca la collaborazione, se manca la solidarietà, allora siamo soli e poco possiamo. Il Signore ci insegna ad amarci e a supportarci a vicenda, anche se a volte può essere difficile. Allora, proprio quando è più complicato, dobbiamo fare lo sforzo più grande. Quello di perdonare, di andare incontro all’altro. A volte è necessario pure sopportare, per amore del nostro bene e di tutte le persone che compongono la comunità del paese, dei paesi».
Un appello importante a essere uniti, insomma, quello dell’arcivescovo. Hanno concelebrato la messa il vicario foraneo di Nimis/Neme, mons. Rizieri De Tina, il parroco, don Roberto Borlini, e il diacono Diego Mansutti.
Durante la messa si è ripetuto l’antico rito del «Bacio delle croci» delle chiese di Subit/Subid, Prossenicco/Prosnid, Salt di Povoletto, Villanova delle Grotte/Zavarh, Nimis/Neme, Monteaperta/Viškorša, Montemaggiore/Brezje, Chialminis/Vizont, Torlano e naturalmente Platischis/Plestišča.
La chiesa e l’altare sono stati ristrutturati grazie alla Conferenza episcopale italiana che ha coperto parte della spesa con i fondi dell’8 per mille e grazie alla Regione Fvg che ha concesso un contributo. Tante sono state le offerte dei parrocchiani e degli emigranti; un concreto aiuto è giunto pure dalla Fondazione Friuli e dalla Banca di Cividale.
Le opere legate all’altare, ridotto in pezzi dopo il sisma, con le pietre finite in un campo abbandonate e seppellite dalla vegetazione infestante, sono state eseguite dalla ditta Cattarino che, con un intervento certosino, ha rimesso insieme ben 731 parti di marmo.
L’altare era stato acquistato dalla Chiesa di Platischis alla Vicaria di Attimis nel 1834, ma la sua costruzione risale a tempi precedenti e ha testimoniato la devozione di intere generazioni che ne hanno avuto cura. Il tabernacolo è opera di un artista di Kobarid e risale al 1701.
Dopo la celebrazione tutti i fedeli hanno preso parte a un momento conviviale organizzato dalla comunità locale e dalle famiglie di Prossenicco/Prosnid. (Paola Treppo)http://www.dom.it/plestiscani-spet-v-svoji-cerkvi_platischis-ha-di-nuovo-la-sua-chiesa/#
Platischis ha di nuovo la sua chiesa
RispondiEliminaCara Olga, queste vecchie chiese devo essere sempre sotto controllo e sempre aperte!!!
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso