27 ago 2015

Piazza Traunik: Domenica del Corriere, settembre 1958: un emoziona...

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Piazza Traunik: Domenica del Corriere, settembre 1958: un emoziona...: Si intitola "Quella mattina del 14 settembre". Nell'occhiello:" Oggi tutto è come allora, la casa che fu ospedale è in...

26 ago 2015

xcolpevolex di Marco Barone: La fantomatica emergenza profughi è un duro attacc...

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xcolpevolex di Marco Barone: La fantomatica emergenza profughi è un duro attacc...: Più che all'isola che non c'è, qui viene in mente l'Europa che non c'è. E l'inventata, strumentalizzata fantomatic...

Non perdete sul Dom del 31 agosto Ne prezrite v Domu 31. avgusta

Anticipazioni Dom


Nel numero del Dom del 31 agosto in primo piano ci sono le Unioni territoriali intercomunali. La conferenza dei sindaci dei 17 comuni facenti parti dell’Unione del Natisone si è conclusa con un pareggio: sette i voti favorevoli alla bozza di statuto e sette i contrari (due astenuti e un assente). Nulla di fatto anche per quanto riguarda l’Uti del Fella alla cui conferenza si sono presentati solo due degli otto sindaci. In entrambe le Uti adesso è atteso l’arrivo dei commissari che redigeranno e approveranno gli statuti sulla base delle disposizioni regionali, che prevedono anche una puntuale tutela della comunità slovena. Nell’Uti del Torre, invece, lo statuto è stato approvato con un solo voto contrario e due astenuti. Pur non essendo nemmeno citata la componente slovena, hanno votato a favore anche i sindaci dei cinque comuni bei quali la minoranza è riconosciuta. Ciò ha provocato una bufera politica a Taipana. Il vicesindaco, Elio Berra, si è dimesso. “So bene che votare sì o votare no è la stessa cosa nei Comuni sotto i tremila abitanti, però tra qualche anno, quando si vedrà il disastro prodotto, potrò almeno dire: io non ho votato, sono stati altri a farlo», ha affermato. Il Dom scrive inoltre della situazione dell’Osservatorio astronomico del Matajur. Due anni fa c’è stata l’inaugurazione e ad oggi poche sono le iniziative organizzate nella struttura. Il problema principale, lamenta il presidente dell’Afam di Remanzacco Luca Donato, è che mancano anche gli arredi fondamentali. Se la situazione non cambierà, dice Donato e le istituzioni non verranno in aiuto con più fondi l’Afam non potrà più permettersi la gestione. Nella pagina dedicata alle valli del Torre parliamo dei danni provocati dal forte temporale della notte tra il 14 e il 15 agosto. A Taipana è inagibile la chiesa parrocchiale in cui si sono crollate porzioni di intonaco negli interni. Nella pagina dedicata alla val Canale c’è un’intervista con Osvald Errath da molti anni direttore del coro parrocchiale di Ugovizza. Nell’intervista Errath spiega quali sono le peculiarità dei canti della tradizione. Nella sezione dedicata alla val Resia scriviamo invece della raccolta museale “naš museo”, che anche quest’anno è in mostra per tutto il mese di agosto.

V izdaji Doma z dne 31. julija 2015 je v ospredju deželna reforma lokane samouprave, ki je zašla v slepo ulico. Statut Nediške medobčinske unije bo moral napisati komisar, ki ga bo imenovala Dežela Furlanija Julijska krajina. Na konferenci županov 17 občin v zvezi niso namreč dosegli potrebne večine. Tudi za unijo Kanalske in Železne doline bo moral poskrbeti komisar, ker sta se konference udeležila le dva izmed osmih županov. “Upajmo, da bosta komisarja v oba statuta vnesla pravice Slovencev, kakor je zagotovila predsednica Furlanije Julijske krajine Debora Serracchiani slovenskemu veleposlaniku v Rimu Iztoku Mirošiču,” je napisano v uvodniku Doma. V Terski uniji je bil statut sprejet tudi s podporo županov petih občin, kjer je priznana slovensa manjšina. Spričo dejstva, da v besedeli slovenska manjšina ni niti omenjena in ni nobedne skrbi za gorsko področje je Tipajski podžupan Elio Berra, ki je celih 15 let do lani vodil občino kot župan, odstopil. Dom obširno poroča tudi o slovesnostih, ki bodo 5. in 6. septembra v Porčinju ob 160-letnici prikazovanj Božje Matere, ki je z deklico Terezijo Dush spregovorila po slovensko. Kulturno verski petnajstdnevnik Slovencev vodenske pokrajine razkriva tudi zakaj astonomski observatorij na Matajurju dve leti po odprtju ni zaživel in poroča o »Zlati Rožinci« v Dreki ter objavja pogovor Gianijem Domenisom, predsednikom Zveze Slovencev po svetu v Thunder Bayu, ki se je rodil in živi v Kanadi pa odlično obvlada beneškoslovensko narečje. Iz karnajske doline prihaja vest, da je neurje močno prizadelo tipajsko cerkev, iz Rezije pa, da je do konca meseca avgusta na ogled razstava »Näš muzeo«. Na strani posvečeni Kanalski dolini je pogovor z Osvaldom Errathom, ki vodi cerkveni pevsko zbor v Ukvah.
http://www.dom.it/ne-prezrite-v-domu-31-avgusta_da-non-perdere-sul-dom-del-31-agosto/

Lettera di un lettore

foto di olgica

Sono un lettore del vostro blog di origini della Val Torre,devo ringraziarvi per il vostro corso di lingua slovena che mi è stato molto utile quest'anno poichè ho trascorso le vacanze in Slovenia.Ho passato 15 giorni indimenticabili e con mia grande soddisfazione mi sono arrangiato benino con lo sloveno che per me non è tanto difficile dal momento che conosco la parlata della val Torre.Io apprezzo molto anche le  pubblicazioni  degli autori sloveni che sono poco conosciuti in Italia.
Continuate così,io sono un assiduo lettore.
Buoh loni an stuojte dorò.(spero di aver scritto giusto)
                                                                                                                                     Paolo

Terska dolina se je zbrala za sv. Marijo Vošnico

Il  giornale Novi Matajur  riprende le pubblicazioni dopo le consuete ferie agostane.
Vi propongo  questo bello e dettagliato articolo in lingua slovena dell'Alta Val Torre.

Soboto, 15. vošta Zavaršani nu judje Terskih in Karnajskih dolin so se tej po stari navadi srietli tou zavarški cierkvi Sv. Florjana za častiti Sveto Marijo Vošnico. Prišli so še križi bližnih komutadi za daržati ritual poljubljanja križeu. Zavarščica je prebrala parvo berilo tou terskem slovienskem narečju. Cierkveni koro je zapeu u slovenščini in latinščini. marija-vosnica
Don Renzo Calligaro tou predići je poviedau, ke usaki od nas je provóu slabost druzaa človieka, ki veliko čas uasne boastvo, upanja ki jih mamó tou sarcu. Veliko časa – je dostavou far – judje nu se podkleknejo pred slabostjo, ker imajo čut, ke to ne se more nič stortí za jo ustaviti. Don Renzo je citirau farja Antonio Belina: »Resnica vam bo dala smejanje, laž pa denar«. Pred teli strašni realtadi, moramo imeti viero – je dostavou far – ke Buoh je z nami, ko se trudimo za braniti neše svetle zviezde, ki za nas so še naša štorija, kultura anu naša slovienska besieda. Don Renzo je šinjé citirau škofa Battistija: »Zapuojta piesmi tou jezikih vaših oćov«. Viera pomeni, – je končau don Renzo – ke se moramo boriti pruoti slabosti taá, ki će sjati boliezen rasenjacijoni, žalosti anu ki će takolé uničiti naš anbient anu našo komunitad.
Popoudné za večernico far je naordou ke 90. liet nazat Pietro Negro je odkriu nou vhod u jame anu simpri tou liete 1925 Zavaršani so dečidali kupiti orgle Janez Kacin. Iz zavarškaa arhiva je šinjé prebrau, ke tou liete 1945 zavaršani so nastavili no kooperativo za parnestí elektriko tou vaške hiše. Po treh lietah diela anu truda so revali mieti luč tou hišah. »To sem prebrau – je poviedau far – za ne pozabiti naše štorije an za mieti liepo odkrito pred očmí važnost naših korenin, kulture nu edinost našaa živienja«.
http://novimatajur.it/attualita/terska-dolina-se-je-zbrala-za-sv-marijo-vosnico.html

Il rogo nel porto, di Boris Pahor

Il rogo nel porto, di Boris Pahor Sì, certo, anche la zia Johanca portava le fiabe nel loro scantinato; e le sue fiabe avevano il colore dei ciclamini e delle felci lungo il ruscello dove d’estate andavano a caccia di granchi. In quel buco sottoterra si sprigionava allora un profumo di mele della valle di Vreme e si sentiva il gorgoglio delle ruote del mulino. Ma le vere fiabe erano quelle di Mizzi. La sarta Mizzi abitava a pianterreno, cioè sopra di loro, sopra la loro “abitazione” – un locale con due finestre affacciate su un cortile – che una larga barra di ferro divide in due; il muro del cortile davanti alle finestre viene sfiorato dal sole soltanto lungo il bordo superiore. Lo lambisce appena e fiaccamente, come la gatta tisica che lecca i suoi gattini sul tetto incatramato al di là del muro. Ma per loro la stessa Mizzi è quasi una fiaba. Una ragazza piccola e tondetta che parla in tedesco con lo zio dai capelli grigi. Un po’ dura d’orecchio e con grandi occhi, ma a loro bambini appare misteriosa soprattutto per quelle parole che lo zio le rivolge quasi gridando, e di cui non si capisce il senso. Pertanto Mizzi, che potrebbe essere come tutte le altre ragazze ventenni, risulta un po’ particolare. Però le vogliono bene e giocano ogni giorno nella sua stanza e fanno girare il manichino di legno sul quale mette in prova gli abiti. «E sta’ buono!» disse Mizzi a Branko. «Mizzi, una fiaba, per favore» intervenne Evka. Olgica, la più piccola, sedeva sul davanzale con i piedini sul lucido legno della macchina da cucire. Molto più in basso c’erano le finestre della loro abitazione, e sotto le finestre, sul fondo di cemento, ratti, ossa e teste di sardine essiccate. Dall’altra parte del muro di cinta gli operai dell’officina martellavano il ferro e lo levigavano tutto il santo giorno, e tutti i santi giorni. Alle cinque del pomeriggio si denudavano fino alla cintola, si lavavano sotto il rubinetto ed erano di buon umore. Si insaponavano braccia e collo, e la schiuma si tingeva di scuro per l’olio di macchina. Poi tutto diventava silenzioso, soltanto la macchina da cucire di Mizzi continuava a crepitare davanti alla finestra aperta. «Mizzi, ci racconti una fiaba!» Ma Mizzi è spesso trasognata e assente. Allora tace caparbia come ogni volta che lo zio è stato cattivo con lei; loro però non sanno perché si comporti così, dato che lo vedono solo di rado. La sua stanza sta dall’altra parte del corridoio, grigia e fredda come lui. Nella stanza c’è anche una scrivania, ma lui non vi si siede perché è già vecchio e in pensione, e sul comodino tiene sempre il libro di preghiere tedesco. La sera lo si sente pregare con quel libro e Mizzi sta inginocchiata sul parquet e prega con lui. Lo zio assomiglia a Francesco Giuseppe, quando prega sull’inginocchiatoio, e forse è così severo perché la città di Trieste non è più sotto il dominio del suo imperatore. Chissà! E forse proprio per questa ragione vuole morire con fierezza così come andarono a picco maestose, nel golfo antistante la città, le navi da guerra Tegetthoff e Wien. Loro marmocchi non sanno nulla di tutto ciò, ma sono adirati con lui perché è tanto antipatico quando sgrida la Mizzi trattandola da serva e lei poi piange. Porta un berretto di pelliccia nero, da sotto il quale sgusciano fuori ciocche di capelli grigi. Con la vestaglia marrone, le ciabatte ai piedi e quel berretto in testa sembra un santone asiatico. Se ne sta sempre nascosto da qualche parte eppure è 1 sempre presente, in un angolo buio del corridoio, in un’ombra dietro la porta, o nella tetra e fredda... continua http://aestovest.osservatoriobalcani.org/luoghi/pdf/Il_rogo_nel_porto.pdf

AUGURI-VSE NAJBOLŠE





                                                      AUGURI PER I SUOI 102 ANNI !
                                                             Aspettiamo il Nobel !
Boris Pahor  è nato a Trieste il 26 agosto 1913. E' uno scrittore sloveno con cittadinanza italiana che vive a Trieste.

E' uno scrittore per troppo tempo ignorato :Il primo riconoscimento gliel'ha dato la Francia con la "Legion d'onore" nel 2007 ,poi nel 2008 approdò a" Che tempo che fa" di Fabio Fazio e solo da allora fu un vero successo.

RIceve vari premi: il Premio Pre
šeren nel 1992,il San Giusto d'Oro nel 2003,nel novembre 2008 gli è conferito il Premio Resistenza per il libro Necropoli che è eletto il Libro dell'Anno,nel 2012 gli è stato assegnato il "Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni.Città di Lecco "per la sua autobiografia Figlio di nessuno.
L'opera più nota è è Necropoli (1997) ,romanzo autobiografico della sua prigionia a Natzweiler-Struthof.
Per questo traguardo raggiunto gli è stato conferito il titolo di Ambasciatore della cultura della Repubblica slovena.

BORIS PAHOR, UN TRIESTINO ATTENDE IL NOBEL


Più di trenta opere pubblicate dal 1948 fino a questi ultimi anni, Boris Pahor è stato segnalato più volte per il premio Nobel, ha ottenuto il premio Prešeren (il massimo riconoscimento in Slovenia) nel 1992 e la Legion d’Onore in Francia nel 2007.Solo nel 1993 viene pubblicato un suo libro in italiano, la biografia di Srečko Kosovel per la casa editrice pordenonese “Studio Tesi”. Solo nel 1997 “Necropoli” è tradotta a cura del Consorzio Culturale del Monfalconese, a dimostrazione della benefica attività esplicata dal sistema bibliotecario pubblico. Gli altri libri escono in questo secolo: “La villa sul lago” nel 2002 (per Nicolodi, Rovereto), “Il rogo nel porto” nel 2001 e “Il petalo giallo” nel 2004 (per Zandonai, Rovereto), “La letteratura slovena del Litorale”, (Trieste 2004) fino al recentissimo “Qui è proibito parlare”, per Fazi, che aveva ripubblicato “Necropoli” l’anno scorso, assicurandogli finalmente il tardivo successo in Italia. Seguono l’intervista da Fabio Fazio ed i premi Versilia, Napoli – come autore straniero! – Latisana per il Nordest, il San Giusto d’oro nel 2003 ed altri.
Eppure Pahor aveva già visto la sua opera tradotta nelle principali lingue europee: francese, tedesco, serbo-croato, ungherese, inglese, spagnolo, italiano, catalano e finlandese, esperanto.

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