31 gen 2020

Na slovenskem programu RAI nova rubrika Radio r o b i d a

V ponedeljek, 20. januarja, okoli 16.20 smo lahko na programu radia RAI – Slovenski program v sklopu oddaje Bumerang prisluhnili prvi epizodi nove rubrike Radio r o b i d a: mali beneški leksikon, ki bo v naslednjih treh mesecih na sporedu vsak ponedeljek. Za poslušalce radia jo pripravlja Društvo Robida iz Topoluovega.
V rubriki bodo poskušali tradicionalne koncepte, ki so na takšen ali drugačen način vezani na prostor Benečije, prostor, kjer se je društvo Robida rodilo, premisliti skozi različne miselne okvire sodobne teorije in pri tem mogoče odkriti nekatere možnosti za premislek naše specifične realnosti.
Govorilo se bo o vsebinah, kot so manjšinskost, kraj, margina, pravljica, gozd, tradicija in mnogih drugih. O pojmih, ki predstavljajo sestavni del zapuščenosti in odmaknjenosti tega prostora, hkrati pa predstavljajo most, stično točko z mislimi velikih mojstrov in mojstric ter s preostalim svetom. ”Misliti velikanskost, ki se skriva v najmanjšem – to je naloga naše rubrike,” pravijo ustvarjalci malega beneškega leksikona.
V naslednjih tednih si boste lahko v Novem Matajurju nekatere izseke iz oddaj tudi prebrali.
http://novimatajur.it/cultura/na-slovenskem-programu-rai-nova-rubrika-radio-r-o-b-i-d-a.html


30 gen 2020

Piccoli negozi, cosa si fa (ma altrove)

Dice un assessore della Provincia di Bolzano: “I piccoli negozi sono parte integrante della vita dei nostri paesi, il loro servizio è fondamentale non solo per i residenti ma anche per i turisti.” E l’ente ha scelto di prorogare un impegno di spesa per il prossimo biennio, permettendo ai proprietari di attività commerciali presenti sul territorio di accedere a finanziamenti fino a 15 mila euro annui. Nella provincia limitrofa, quella di Trento, accade più o meno lo stesso: nel 2019 ogni proprietario di negozio che ha fatto domanda per un contributo è stato ripagato con una media di 10 mila euro annui.
Ora, come diceva qualcuno, la domanda sorge spontanea: perché non da noi? Perché non nella nostra regione, che di aree marginali ne ha da vendere, e dove la vita dei piccoli paesi sta letteralmente morendo, svuotata prima di scuole e parrocchie, poi di bar e negozi (i meno giovani ricordano cosa accadde con l’avvento del famigerato obbligo di registratore di cassa). Eppure una vicenda nostrana, quella che abbiamo raccontato sul nostro giornale due settimane fa, basterebbe per dare un’indicazione chiara al legislatore. L’esperienza del circolo Potok di Oblizza, per quanto breve, è servita a dare un segnale di vitalità alla vallata e per diventare punto di riferimento alla gente del paese, e non solo. Ora forse qualcosa si muove, se la Confcommercio udinese ha appena chiesto alla Regione di valutare la possibilità di incentivi per l’apertura di esercizi di vicinato nelle zone marginali del Friuli Venezia Giulia.
È evidente, almeno a chi vive in queste zone, che questa dovrebbe essere, per l’amministrazione regionale, una priorità. Un qualcosa da fare, subito, se non si vuol cancellare definitivamente la vita dalle zone montane. Ma se qualcuno continua a pensare che il vero intervento urgente sia collocare delle fototrappole lungo il confine, l’attesa di tempi migliori, anche per la nostra montagna, durerà a lungo. (m.o.)

29 gen 2020

Čedermaci an zaslužne »Čedermajke« I Čedermaci e i meriti delle «Čedermajke»


          Ada Tomasetig
Na 50. srečanju Posočja in Benečije je v saboto 18. ženarja v Kobaridu parjela Gujonovo priznanje Ada Tomasetig taz Saržente. Tisti, ki imajo po rokah naš Dom, jo lepuo poznajo, sa’ vsaki krat parpravlja beneško pravco z liepimi risbami Morena Tomasetiga. Modro je, de so se na jubilejnem srečanju zmisnili tudi ženske, ki je tarkaj parpomala, de se na pozabe, kar nam je modruost tih starih zapustila.
Ado sem spoznu v začetku sedandesetih liet, kadar nas je Viljem Černo vodu v Ljubljano na tečaj slovenske kulture na univerzi. Takrat je bla z Ado tudi nje teta, ki nam je pravla o težkih lietah pred an v vojski. Z nam’ so bili še g. Rino Marchig an g. Emil Cencig. Tele zadnji je biu zelo navdušen an veseu se znajti v mladi družbi. Učila nas je zelo parjubjena Ivanka Kozlevčerjeva, ki nam je odperjala vrata slovenske kulture an jo parmerjevala z našim dialektam, ki ga je iskreno cenila. Pogum nam je dala, de ga lahko nucamo, tudi v naših variantah, ki so ble povsiem v redu.
Popudan nas je peljala, de se ogledamo tudi preliepo ljubljansko ozemlje an nam je pravla, kakuo se je muorala varvati, kadar je hodila h maši, zak’ tekrat za tiste, ki so dielali v javnih prestorah, nie bluo lahko. Ona je dielala par parpravi splošnega slovenskega slovarja, ki je bluo zelo zahtevno an vesoko dielo. Tisto lieto smo spoznali tudi kulturnega dieluca Alberta Rejca iz Posočja, ki je pa živeu v Ljubljani. Nam je poviedu vič rečì posebno od osvobodilne vojske, katere se je udeležiu, četudi je biu star ze 45 liet, an je pieu z mladimi Mi smo mlada Titova garda. Ponosno je pravu, de je nimar obdaržu svojo svobodo, zak’ se nie nikoli upisu v kajšno partijo, ki je bla tekrat samuo adna.
Od tistega začetka, že skor petdeset liet odtuod, je Ada začela pregledavati našo zgodovino an kar se je v ljudski kulturi ohranilo. Takuo nam je zbrala celo varsto pravc, poviesti, navad, ki označujejo an karakterizirajo našo domovino. Puno telega materiala je objavila, takuo de ga imamo na razpolago an se ga moremo veseliti. Nadvse, mi je zelo všeč sarženski dialekt, ki ga sada beremo v Domu.
Spominja me tudi govorico rance none, po tatu, ki je bila iz Dolenjega Barnasa, an je guorila, prù takuo ki beremo v Adinih pravcah.
S telim priznanjem Adi smo lepuo začeli novo lieto an smo dali veljavo tudi ženskemu doprinosu v dobro naših ljudì. Muoramo spoznati kajšne velike zasluge imajo žene par ohranitvi naše kulture.
Če smo do sada guorili o Čedermacih, muoramo dodati tudi, de so med nami tudi Čedermajke, ki pogumno dielajo an skarbjo za naše ljudì. Lepuo varjejo našo hišo an nam dajejo veselje, de v nji skupno živimo. Ada je prava zastava za vse naše žene, zatuo smo ji iskreno hvaležni. (msgr. Marino Qualizza)
Nell’editoriale mons. Marino Qualizza commenta il conferimento del Gujonovo priznanje a Ada Tomasetig di Sarzento/Sarženta, avvenuto sabato, 18 gennaio, a Kobarid nell’ambito dell’Incontro d’inizio anno tra gli sloveni della provincia di Udine e della Valle dell’Isonzo.
Il Gujonovo priznanje è un riconoscimento conferito a personalità e enti che si sono impegnati nella conservazione di lingua e cultura slovene in provincia di Udine. Ada Tomasetig raccoglie da diversi anni materiale relativo a storia e cultura locale; molto celebri sono, nelle Valli del Natisone e non solo, le sue favole nel dialetto sloveno di Sorzento.
Mons. Qualizza coglie l’occasione per richiamare l’attenzione dei lettori su quanto sia importante, oltre alle figure dei Čedermaci, anche quelle delle Čedermajke come Ada, che operano con coraggio e si adoperano per la nostra gente.

Saper ritornare sui propri passi - Premisliti svoje korake


Ritornare sui propri passi può dare un contributo a migliorare la strada da fare. In questo caso mi riferisco in particolare alle scelte metodologiche previste già agli inizi dalla scuola bilingue di San Pietro al Natisone. Il mio intento non è certo di criticare quelle scelte, ma riproporre una riflessione più approfondita in risposta a problemi attuali richiamati di recente dall’attuale direttore della nostra scuola.
Direi che finalmente si è sentita la necessità primaria di una più attiva e fattiva saldatura tra la scuola e l’ambiente familiare, sociale, culturale, linguistico, territoriale, che costituiscono la radice e la ragione della sua opera educativa. Essa dovrebbe mirare principalmente al possibile recupero ed alla rivalutazione dell’identità etnolinguistica della comunità locale, specie tra coloro che sono ancora sensibili al richiamo delle proprie radici storiche, linguistiche e culturali. In questo possibile processo, forse, al giorno d’oggi, non pare neppure più necessario in assoluto il fattore della territorialità, in quanto il senso di appartenenza, comunione, solidarietà si può sviluppare anche nella diaspora della nostra comunità slovena. Mi immagino come sarebbero andate le cose se la scuola bilingue già alle sue origini – mi richiamo all’anno 1984 – avesse compreso l’importanza del mantenimento di un rapporto strettissimo con l’ambiente linguistico, con la cultura immateriale e materiale che la nostra comunità ancora possedeva, anche se sopita e vilipesa dall’insipienza politica destrorsa.
In vista dell’istituzione di un’ipotetica scuola in cui si insegnasse la lingua slovena nelle Valli, eseguii per conto dello Slori una ricerca ad hoc. E fu «bilingue» la scelta, nonostante altri orientamenti più radicali. Uscivo, allora, da studi universitari di psicopedagogia, con alle spalle sei anni di esperienza didattica nelle piccole scuole di confine, dopo una tesi di laurea sulla spinosa tematica dei Problemi di identificazione in bambini sloveni della provincia di Udine. È stato sempre, per tutti gli anni di lavoro allo Slori e dopo, il mio «pallino»: convincere soprattutto le sfere dirigenti delle nostre organizzazioni a dare il giusto valore alla competenza linguistica – di qualsiasi grado – già in possesso e uso di persone, famiglie, chiese, paesi e quant’altro. Erano ancora in grado di trasmettere il loro patrimonio culturale alle nuove generazioni. Tutto ciò proprio nel programma educativo della nuova rivoluzionaria iniziativa scolastica. C’era un «ma»: come? Nell’insegnamento, ovviamente, nella quotidianità del rapporto linguistico alunno- scuola-famiglia. Lo sloveno scolastico era socialmente e politicamente avversato dalle istituzioni e, per plagio secolare perpetrato dalla maggioranza italiana, anche dagli stessi parlanti il locale dialetto sloveno. L’italiano, di per sé, storicamente imposto e sovrapposto al linguaggio della tradizione.
Nel 1992, dopo anni di crescita della scuola bilingue, sul periodico del Circolo culturale Studenci scrivevo: «Quale linguaggio, dunque, va insegnato? Soprattutto ai primi stadi della formazione del bambino? Francamente il problema non è di facile soluzione: sloveno locale e italiano standard sono presenti di fatto nella cultura del gruppo, il secondo più del primo; l’italiano quale mezzo di comunicazione, imposto dalle circostanze, ma universale; lo sloveno standard… purtroppo circoscritto quasi alla sola esperienza scolastica». E proponevo: «Che sia il caso di riflettere anche in questo ambito su concetti come: legame con l’ambiente e con la cultura del gruppo (quelli veri, non quelli desiderati)? Gradualità: anche nell’acquisizione del linguaggio standard partendo dai gradi inferiori del dialetto (quello concretamente presente)? Coinvolgimento delle famiglie e dell’ambiente sociale più vasto nell’opera di recupero del patrimonio linguistico preservato?». Oggi, quando ci poniamo il problema di un mancante feedback scuola/ ambiente, saremmo a questo livello se le riflessioni espresse fossero state prese in seria considerazione? Forse numeri minori nelle aule, ma più identità e senso di appartenenza ad una comunità che intende rinascere. (Riccardo Ruttar)

28 gen 2020

Zdravko Likar gost oddaje ‘TDD predstavlja’



V sredo, 29. januarja, ob 20.10 bo po deželnem omrežju RAI Tre Bis na sporedu oddaja TDD Predstavlja, katere gost bo tokrat nekdanji načelnik Upravne enote Tolmin in družbenopolitični delavec Zdravko Likar, velik prijatelj Benečije in njenih ljudi. SKGZ in SSO videmske pokrajine sta mu leta 2017 na 54. Dnevu emigranta podelili posebno nagrado za večdesetletno sodelovanje in vsestransko pomoč skupnosti na Videmskem. Gost se bo v oddaji spomnil številnih Beneških Slovencev, s katerimi je tesno sodeloval, obudil bo spomine na začetke novoletnih srečanj Slovencev videnske pokrajine in Posočja, spregovoril bo o nastajanju Planinske družine Benečije, k čemur je tudi sam veliko pripomogel, in orisal pomembno vlogo , ki ju opravljata Kobariški muzej ter ustanova „Fundacija Poti miru v Posočju“, katere predsednik je vse od njene ustanovitve. Pogovor z gostom bo vodila novinarka Ines Škabar, režijo podpisuje Peter Rustia.

27 gen 2020

Turistična kultura naj povezuje Benečijo in Gornje Posočje

Minister za kulturo Republike Slovenije Zoran Poznič se je torek, 21., v Tolminu srečal s predstavniki Slovencev videnske pokrajine v okviru širšega srečanja, na katerem so sodelovali tudi župani in kulturni delavci Gornjega Posočja. Minister se je seznanil s položajem kulturnih ustanov in organizacij, ki so naravnane tudi v turističnem pogledu. Povedal je, da vsak evro, ki je namenjen investicijam v turistično kulturo, teritoriju vrača šestkrat večjo vsoto. To so dobro razumeli prav v Posočju, kjer so te aktivnosti v vzponu in med uspešnejšimi v Sloveniji.
O položaju v Benečiji so spregovorili Luigia Negro, Iole Namor in Giorgio Banchig, ki so podčrtali potrebo po stalnem sodelovanju z ministrstvom za kulturo in izrazili potrebo, da bo nastajajoča skupina strokovnjakov, ki bo usposabljala mlade kadre na tem področju, svoje znanje prinesla tudi med Slovenci na Videnskem, kjer so taki strokovni pristopi nujno potrebni.
http://novimatajur.it/cultura/turisticna-kultura-naj-povezuje-benecijo-in-gornje-posocje.html

26 gen 2020

Giovani e agricoltura in montagna, misura ‘shock’ della Regione



Un nuovo canale di finanziamento per i giovani imprenditori agricoli “che si impegnano a mantenere la residenza in montagna”. Ammonta a 800mila euro complessivi la dotazione finanziaria messa a disposizione dalla Regione per il 2020 nella legge di stabilità (24/2019) per quanti intendano investire nella produzione di prodotti agricoli, nell’allevamento e attività connesse, nella trasformazione e commercializzazione degli stessi prodotti, nella gestione forestale sostenibile e nelle attività di trasformazione del legno.
La nuova disposizione è stata illustrata da Fabio Floreancig (p.o.) e Roberto Costantini del Servizio competitività sistema agroalimentare della Regione assieme a Stefano Predan (segretario provinciale) e Francesco Chiabai della Kmečka zveza, all’incontro informativo, organizzato dalla stessa associazione degli agricoltori, lo scorso 17 gennaio al Kulturni dom di San Pietro. Giovani
Il contributo, ha spiegato Floreancig, è pensato, per la modalità con cui viene erogato, come ‘shock’ al fine di invertire, almeno parzialmente, la tendenza dell’abbandono della montagna più marginalizzata. Viste, ha ribadito Floreancig, le enormi potenzialità attrattive, anche turistiche, che presentano i territori come quelli della vallate a ridosso del confine con la Provincia di Udine. La domanda di prodotti e di turismo per questo tipo di territori infatti, ha sostenuto, è in forte e costante aumento da diversi anni e rappresenta il futuro del settore. Servono, però, investimenti importanti per colmare il gap che si è creato nei decenni scorsi caratterizzati da una politica che, anche per l’agricoltura, ha badato soprattutto alla quantità a scapito della qualità.
I canali di finanziamento della nuova disposizione, sono stati illustrati da Francesco Chiabai ai tanti giovani, in buona parte donne, che hanno riempito la sala del Kulturni dom.
I potenziali beneficiari, dunque, sono i giovani (under 41) che sono già imprenditori o che intendono costituire un’impresa entro due mesi dalla presentazione della domanda. Purché, è il requisito fondamentale, risiedano e intendano investire nei territori montani di ‘svantaggio economico’, classificati come B e C secondo il DGR 3303 del 2000. Rientrano nelle due categorie tutti i comuni delle valli del Natisone ad eccezione di San Pietro, Nimis ed Attimis (ma non Faedis), Lusevera, Taipana e Resia. Il termine per la presentazione della domanda, per la cui compilazione è possibile rivolgersi agli uffici della Kmečka zveza, è fissato al 1 febbraio. Quanto alle spese ammissibili, la novità principale riguarda la possibilità di ottenere il 100 per cento della spesa sostenuta per la compravendita di terreni. All’80 per cento invece potranno essere finanziati la compravendita la costruzione o il miglioramento di beni immobili, la pianificazione e la gestione forestale, l’acquisto di macchinari e di attrezzature, la compravendita di animali e di piante, le spese di promozione, le spese tecniche generali ed amministrative e quelle per la conduzione aziendale nel limite del 30 per cento del totale delle spese ammissibili.
Il contributo, nel regime de minimis e su cui sarà possibile chiedere un anticipo del 70 per cento, sarò al massimo di 20mila euro per la produzione primaria e di ben 200mila euro per la trasformazione. È previsto il vincolo del mantenimento della residenza nei territori montani per almeno cinque anni.http://novimatajur.it/attualita/giovani-e-agricoltura-in-montagna-misura-shock-della-regione.html

Slovenska prisotnost v parlamentu na poti težav

Giuseppe Brescia, član Gibanja 5 zvezd, je vložil predlog novega volilnega zakona, ki ne predstavlja razlogov, da bi bili v manjšini zadovoljni z njim, saj ne ponuja kakšnih posebnih možnosti, da bi Slovenci dobili primerno zastopanost. S tega vidika je besedilo slabše od zadnjih volilnih zakonov. O novem predlogu smo se pogovorili z deželnim svetnikom in tajnikom Slovenske skupnosti Igorjem Gabrovcem.
Kakšna je ocena o predlogu novega volilnega zakona?
“V politično volilnem dogovoru, ki sta ga Demokratska stranka in Stranka Slovenska skupnost podpisali 23. februarja 2018 pred političnimi in deželnimi volitvami, je med drugim zapisano, da se »Demokratska stranka obvezuje, da bo skupno s Stranko Slovenska skupnost izoblikovala in podpirala tak predlog reforme volilne zakonodaje za Senat in Poslansko zbornico, ki naj predvideva olajšano izvolitev zastopnikov slovenske manjšine v obe veji parlamenta v smislu zakona 38/2001 in ob upoštevanju obstoječih zakonskih določil za volitve Evropskega parlamenta in Deželnega sveta FJk. Poleg tega je treba načrtovati spremembo Ustave, ki bo zagotovila pravico slovenske narodne manjšine do lastne zastopanosti v italijanskem parlamentu.« Obveza načelno sledi temu, kar je zapisano v zaščitnem zakonu iz leta 2001. V Poslanski zbornici se je pojavil zakonski osnutek reforme volilnega zakona, ki po poročanju medijev uživa podporo glavnine vladnih sil, vendar še zdaleč ne upošteva komaj navedenih smernic in torej ne odgovarja obvezam v odnosu do slovenske narodne skupnosti v Italiji.”
Kako se bo tvoja stranka vključila v razpravo o volilnem zakonu?
“Stranka je že uradno zaprosila za sodelovanje v fazi avdicij v pristojnih parlamentarnih komisijah, ki se bodo najbrž odvijale že v prihodnih tednih. Napovedano politično soočenje med SSk in DS na deželni ravni pa bo že prva priložnost, da stranki uskladita svoje poglede v smislu dogovorjenih obvez.”
Kakšen je vaš predlog glede volilnega sistema?
“Kot majhna in manjšinska narodna stranka smo seveda naklonjeni takim volilnim sistemom, ki ovrednotijo ali vsaj realno upoštevajo pomen in vlogo manjših političnih subjektov, ki v primeru zaščitenih narodno-jezikovnih manjšin pridobiva še dodatno na pomenu. Vprašanje je, če je predlagani volilni prag primeren ali previsok glede na strankarsko-politično fragmentacijo italijanske družbe. Menim, da bi za italijanske razmere bolj ustrezal volilni sistem v dveh krogih, ko v prvem krogu lahko vsi ali skoraj nastopajo samostojno, nakar pride do smotrnih povezav v drugem krogu, ko se odloča v dvoboju med dvema najbolje uvrščenima osebkoma, ki sklepata dogovore in povezave vsak s svojimi manjšimi zavezniki.
Glede naših razmer pa stranka SSk za enkrat vztraja na edinem modelu, ki se je izkazal za pravno nesporni in preizkušeno velja za evropske in deželne volitve. To smo zato bili zapisali tudi v politično-volilnem dogovoru z Demokratsko stranko. Tako imenovani ladinski model po našem skromnem mnenju ni uresničljiv in verjetno je tudi pravno sporen.”
Osnutek volilnega zakona predvideva 15 % volilni prag na deželni ravni. Kaj bi to pomenilo za vašo stranko in samo manjšino?
“V osnutku je zapisana t. i. pravica do tribune, ki predvideva petnajst odstotni volilni prag na deželni ravni. Za slovenske razmere v FJk je ta prag jasno neuporaben. Lahko pa zahtevamo, po sledi dosedanjih predlogov SSk, realen in torej dosegljiv volilni prag za skupno slovensko listo na deželni ravni. V skupni listi, ki ni lista SSk, lahko sodelujejo kandidati vseh političnih prepričanj. Nekdanji senator Stojan Spetič je javno iznesel prav tako zanimiv predlog za uvedbo dodatnega parlamentarca v nekem ekstra deželnem okrožju, kjer tekmujejo različnih kandidati po načelu preferenčnih glasov. Kot SSk smo vsekakor pripravljeni na resno soočenje o vsakem dostojnem in dostojanstvenem predlogu.”http://novimatajur.it/attualita/slovenska-prisotnost-v-parlamentu-na-poti-tezav.html

25 gen 2020

La Val Saisera fa felici gli sciatori- Dolina Zajzera razveseli smučarje


Molto apprezzata già a partire dal periodo natalizio la novità della pista da fondo della Val Saisera. Il tracciato, omologato Fisi, ha già ospitato gli allenamenti di diverse squadre nazionali di sci di fondo, impegnate tra il 21 e il 22 dicembre nella tappa di Coppa del mondo di Planica in Slovenia. Dal giorno di Natale, con grande riscontro, l’anello di sci di fondo è a disposizione di tutti gli sciatori. È intitolato a Piero Di Lenardo, compianto sportivo valbrunese. Per gli utenti lo skipass giornaliero ammonta a sei euro. I ticket e gli abbonamenti possono essere acquistati direttamente dal personale in pista, oppure al locale Saisera Hütte.
Preparata con neve programmata, la pista di fondo della Bassa Saisera è lunga 3.750 metri e rappresenta una novità nella stagione invernale valcanalese, visto che è di nuova realizzazione. Accanto all’amministrazione comunale di Malborghetto-Valbruna, alla sua realizzazione ha contribuito anche la Regione Friuli Venezia Giulia, tramite Promoturismo Fvg. È dotata di quattro cannoni per la produzione della neve, che sono stati fondamentali per la preparazione di gran parte del percorso. Per il momento, infatti, le temperature e le condizioni meteorologiche non sono state ottimali ai fini di buone precipitazioni nevose. Quando lo sono state, la neve è stata guastata dalle condizioni meteorologiche dei giorni successivi. Per il loro lavoro, non affatto facile, gli addetti all’allestimento del tracciato hanno ricevuto i complimenti dell’amministrazione comunale di Malborghetto-Valbruna, che delle piste è proprietaria. Con l’arrivo di freddo al di sotto dello zero termico e di ulteriori nevicate, il tracciato potrà essere allestito integralmente. La novità estende l’offerta turistica invernale della Val Saisera, dove in estate si snoda un’ampia gamma di sentieri per tutti i gusti. (l. l.)
Smučarski tekači uživajo na novi tekaški progi v Dolini Zajzera pri Ovčji vasi. Dostopna vsem smučarjem je že od božičnih praznikov. Novo progo, ki razpolaga tudi s homologacijo smučarske zveze Fisi, so imenovali po oškem športniku Pieru Di Lenardu. Dnevna vstopnica za tek na smučeh stane 6 evrov. Vstopnice lahko kupite pri osebju na sami progi ali v baru Saisera Hütte.
Tekaška proga v spodnji dolini Zajzera, ki so jo uredili preko umetnega zasneževanja, je dolga 3.750 m. Poleg naborješko-oške občinske uprave je k njeni ureditvi prispevala še Dežela Furlanija Julijska krajina, sicer preko družbe Promoturismo Fvg. Opremljena je s štirimi zasneževalnimi topovi.

23 gen 2020

Predstavitev Trinkovega koledarja/Presentazione del Trinkov koledar

>> ŠPIETAR
>> v sriedo, 29. ženarja, ob 18.
bo v Slovenskem kulturnem domu predstavitev Trinkovega koledarja. Za glasbene inserte bo poskarbel Nikita Predan s harmoniko. Parpravlja Kulturno društvo Ivan Trinko.
>> SAN PIETRO AL NATISONE
>> mercoledì, 29 gennaio, alle 18
si terrà allo Slovenski kulturni dom la presentazione del Trinkov koledar. Gli intermezzi musicali saranno curati da Nikita Predan con la fisarmonica. Organizza il Circolo di cultura Ivan Trinko.

Disservizi nel servizio postale, il problema arriva in Regione



Ritardi della corrispondenza sempre più frequenti e disagi sempre più pesanti. Vista la situazione ormai intollerabile, il primo cittadino di Valvasone Arzene Markus Maurmair è pronto alla class action contro Poste Italiane spa che – di fronte a sindaci e amministratori di una ventina di Comuni della regione – aveva annunciato la riorganizzazione del servizio di recapito postale, per migliorarlo, in realtà peggiorandolo, a giudizio di Maurmair e dei suoi concittadini.
Alla luce dei disservizi e malfunzionamenti segnalati, il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia interroga la Giunta regionale per conoscere lo stato di fatto e quali azioni intende intraprendere per sanare le eventuali criticità e ridurre al massimo i disagi patiti dai cittadini.
“È inaccettabile che un’azienda che fa utili di centinaia di milioni di euro non garantisca un servizio di base ai cittadini, in particolare a quelli dei piccoli Comuni – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo –. La situazione riguarda gran parte del territorio del Friuli-Venezia Giulia. La Regione prenda posizione e pretenda rispetto per le nostre comunità.”

Così ho ricominciato a parlare in sloveno

Un’avventura iniziata 40 anni fa, le trasmissioni radiofoniche Rai in lingua slovena, anno in cui dopo la laurea a Torino, ho cambiato lavoro, dopo quattro anni di insegnamento in altrettanti comuni confinanti con la Jugoslavia di allora. Per la tesi di laurea avevo studiato da vicino, sul territorio, un problema che allora – ed ancor più oggi – si rappresentava cruciale per la sopravvivenza della comunità slovena valligiana. «Problemi di identificazione in bambini sloveni della provincia di Udine» era il tema delle mie ricerche teoriche e sul campo. Assunto nell’Istituto sloveno di Ricerche-Slovenski raziskovalni inštitut, mi aspettava il compito arduo di riappropriazione del patrimonio linguistico, culturale ed identitario che in cinque lustri di studi italiani si era offuscato e in qualche modo mascherato. Si è trattato di un percorso accelerato di deassimilazione e di riconquista dei valori tramandatimi dalla mia famiglia e dalla mia gente. Tuttavia del limitato patrimonio linguistico dell’infanzia mi rimaneva comunque la competenza passiva, in quanto comprendevo perfettamente la nostra variante linguistica locale, ma ben più difficile mi riusciva la competenza attiva, quella di poter esprimere compiutamente il mio pensiero, anche quello della banale quotidianità. È stata quell’«avventura », la radio Rai in lingua slovena, con cui ho iniziato a collaborare da subito, con le rubriche in lingua locale Pod Matajurjam e Nediški zvon a costringermi settimanalmente a recuperare l’uso della lingua materna nella preparazione delle trasmissioni radiofoniche. Parrà strano a qualcuno, ma ho seguito un procedimento inverso a quello normale per riappropriarmi del materiale linguistico adeguato al compito assunto. Usavo il vocabolario sloveno-italiano e viceversa per trovare le parole che spontaneamente non mi venivano in mente; mi bastava il suggerimento, la radice dei vocaboli della lingua slovena standard per ricondurli al dialetto in uso nell’ambiente nostrano. Non dal dialetto alla lingua, ma dalla lingua al dialetto, scoprendo così la reale ed effettiva vicinanza e consonanza della lingua letteraria slovena con quella usata in famiglia e nell’ambiente valligiano. Alla faccia di chi affermava, l’incomunicabilità tra di esse, il presunto snaturamento e la scomparsa della variante linguistica più debole e meno strutturata. Rimaneva, quindi, implicito il valore sociologico e psicologico dell’uso, il più diffuso possibile, della lingua locale slovena proprio al fine dell’acquisizione della lingua standard, ovviamente più idonea ad una comunicazione efficace ed adeguata ai tempi. Credo che questo sia stato, e tale rimanga, lo scopo delle rubriche Rai accennate sopra. Non ho contato quante volte sono andato personalmente in onda in questi 40 anni tra l’iniziale Pod Matajurjan ed il Nediški zvon, ma potrei farlo riesumando dai cassetti i manoscritti ed i file accumulati negli anni nelle memorie digitali. Non mi interessa affermarmi tra coloro che possiedono più materiale letterario, più prosa dialettale slovena valligiana, tuttavia, spero di poter lasciare ai posteri una consistente testimonianza sociolinguistica quando, anche il nostro dialetto farà la fine ingloriosa cui le lingue minoritarie sono destinate. Mi piacerebbe sapere che qualche giovane locale possa seguire il mio percorso ma, oggi potendolo, con una conoscenza perfetta della lingua madre standard di riferimento. Perché, e questo va riaffermato con forza, la nostra variante slovena locale potrà tentare una qualche sopravvivenza solo se aiutata dalla forza e capacità comunicativa della lingua madre cui è indissolubilmente legata. Ma non basta per questo la sola conoscenza scolastica dello sloveno standard; non in un ambiente così rarefatto di interazioni tra le generazioni, di scarsissimo scambio linguistico e valoriale tra i nonni ed i nipoti, tra genitori di estrazione linguistica e figli. Non c’è da meravigliarsi che in casi frequenti l’uso della lingua slovena degli alunni si limiti all’ambito scolastico con scarsissime possibilità di interlocuzione con i portatori del lessico locale, e che di conseguenza da questi ultimi venga etichettata ed avvertita come estranea o addirittura come straniera. Ricordo quanto io insistessi, già dai primi anni della mia collaborazione nell’Istituto di ricerca, nelle trasmissioni, nel piccolo periodico del Circolo Studenci/Sorgenti, sulla necessità di non interrompere nella scuola bilingue il flusso tra la variante locale e lo sloveno da manuale. Oggi, non solo nel nostro caso, gli psicologi stanno riscoprendo il valore fondamentale del linguaggio famigliare, paesano, immediato e carico di valenze non solo semantiche ma soprattutto affettive. La scuola, infatti, è solo una delle cosiddette agenzie di socializzazione, anche se di fondamentale importanza, ma lo sono la famiglia, lo sport, il gruppo dei pari, l’ambiente fisico ed umano circostante, senza dimenticare, purtroppo spesso nefasta, l’influenza dei social. Forse è tardi per riprendere in seria considerazione, oggi, l’importanza dei dialetti, delle varianti linguistiche che sono la fonte primaria della comunicazione spontanea ed immediata, senza tuttavia nulla togliere al valore del plurilinguismo per coloro che intendono cavarsela nella complessità del sistema comunicativo odierno. Riccardo Ruttar
 (Dom, 15. 11. 2019)SLOVIT

Knjiga »Rojaki« osvaja bralce - Gran successo per il libro «Rojaki»


Knjiga Rojaki. Pol stoletja sodelovanja med beneškimi in posoškimi Slovenci, ki jo je izdala založniška zadruga Most, je zaznamovala jubilejino 50. novoletno srečanje Slovencev videnske pokrajine in Posočja . Nastala je izpod peresa treh avtrjev, domačina Zdravka Likarja in dveh zamejskih ustvarjalcev Giorgia Banchiga in Ezia Gosgnacha. Pred številno publiko jo je 17. januarja v Kobariškem muzeju predstavil Igor Jelen, profesor za politično in gospodarsko geografijo na Univerzi v Trstu, prisotni so bili avtorji Giorgio Banchig in  Zdravko Likar. Knjiga vsebuje štiri poglavja: “Meje in odnosi med posoškimi in beneškimi Slovenci skozi zgodovino”, “Odnosi Posočja s sosedi na zahodu”, “Novoletna srečanja so še zelo potrebna”, četrto poglavje pa je fotoalbum od prvih do lanskega srečanja. V knjigi je objavljenih več kot sto fotografij. Avtorji so v pisno besedo pretočili svoje bogate izkušnje s terena. Ne gre torej za teoretičen ali iz druge roke prenesen opis dogajanja, marveč povečini popis osebnih izkušenj in stanja na terenu, zapis srečanj, dogodkov, projektov, skupne kulturne dediščine in narečne besede. Nič čudnega, da se je že na predstavitvi v Kobariškem muzeju zbralo veliko število ljudi iz Benečije in Posočja, med njimi tudi kobariški župan Marko Matajurc, ponovno pa je bilo slišati poziv in sporočilo tudi slovenski državi, naj ne pozabi na Slovence na drugi strani meje, ki se trudijo in gojijo slovensko besedo. V času, ko v Evropi in svetu umirajo narodne vrednoste, pripadnost narodu in se briše nacionalna identiteta, je toliko bolj pomembno, da se zavedamo, da tisti na drugi strani meje, pa najsi bo to na slovenski ali italijanski, govorijo isti jezik, imajo enake težave in se trudijo za enake stvari, sta na predstavitvi poudarila avtorja Zdravko Likar in Giorgio Banchig.
Pubblico delle grandi occasioni alla presentazione del libro Rojaki. Pol stoletja sodelovanja med beneškimi in posoškimi Slovenci, edito dalla cooperativa «Most» in occasione del 50° incontro di inizio anni tra gli sloveni della provincia di Udine e del Posočje (alta valle dell/Isonzo). Uditori provenienti dal versante sloveno e da quello italiano del confine, il 17 gennaio, hanno riempito la sala delle conferenze del museo di Kobarid per ascoltare le parole di Igor Jelen, professore di geografia politica ed economica dell’Università di Trieste, che ha inquadrato il libro, e degli autori, Zdravko Likar e Giorgio Banchig, che con Ezio Gosgnach hanno scritto i contenuti. I testi sono accompagnati da oltre cento foto su mezzo secolo di rapporti tra Benecia e Posočje nonché illustrazioni storiche di Moreno Tomasetig.

Dreka izgubila še tri ljudi - Tre residenti in meno a Drenchia




Dreški kamun je še naprej te narbuj majhan v deželi Furlaniji Julijski krajini. Na koncu lieta 2019 so zaštieli, de v cielin kamunu živi 101 človek, kar je tri manj ku lieto piet. V lietu 2019 so v Dreki umarli trije ljudje, rodiu se nie nobedan. Pod 16 lieti je samuo pet ljudi. Vse kupe je 74 družin. Narvič ljudu živi par Peternielu in v Dubenijah. Novice, de se je tudi lani zmanjšalo število previvalcu parhajata tudi od kamunu Bardo in Tipana. Znižanje števila ljudi ima za posledico tudi, de zaprejo lokali. Z novim lietam so zaparli butigo v vasi Ter, le v kamunu Bardo so zaprli restavracijo La zucule v Zavarhu. Pozitivna novica parhaja pa iz Ta na meje, le v terski dolini, saj so odparli planinsko kočo. V Nediških dolinah so pa zaparli socialni center Potok v Oblici in poznano restavracijo in hotel Škof v Podbuniescu. Vse tuole pomieni, de je v Benečiji nimar buj težkuo dielati in živieti.
Anche per il 2019 e Drenchia a risultare il paese con meno abitanti del Friuli Venezia Giulia. La maggior parte delle persone che ci vivono ha un’età superiore ai 60 anni. Al 31 dicembre scorso i residenti, in calo di 3 unità rispetto all’anno precedente, risultano essere 101. La persona più anziana ha 97 anni ed è stata festeggiata da tutto il paese. Tre i decessi, nel corso delle 2019, purtroppo nessun nuovo nato anche se Drenchia conta cinque, tra ragazze, ragazzi, bambini e bambine sotto i 16 anni. Le più longeve restano le donne che sono 53 contro il 48 cittadini maschi. Tutte le frazioni, a ogni modo, continuano a essere abitate anche, se solo da una sola persona. Sono 74 le famiglie che risultano al 31 dicembre 2019 agli Uffici Anagrafici. A cavallo tra 2019/2020 è deceduta una persona, un uomo di 70 anni, ma ha anche stabilito la sua residenza, a inizio anno, un nuovo cittadino. Due delle persone più giovani sono emigrate altrove, per motivi personali, mentre una terza per motivi di lavoro. I borghi più popolosi, se così si può dire, restano Peternel e Obenetto.

Prijave v šolsko leto 2020 -2021 - Iscrizioni al nuovo anno scolastico


Do 31. ženarja so tudi na dvojezični daržavni večstopinski šuoli v Špietru odprta vpisovanja po internetu za prihodnje šuolsko lieto 2020/2021. Za vpisat otroke v vartac bojo starši muorli pa napunit vpisni model in ga nest na tajništvo (segreterijo). Dvojezična šuola v Špietru vabi starše, de pomisilijo na šuolanje otruok v dvieh jezikah, ki je pozorno do teritorija in odparto v Evropo.
L’Istituto comprensivo statale con insegnamento bilingue sloveno-italiano Paolo Petricig di San Pietro al Natisone informa che fino al 31 gennaiosono aperte le iscrizioni on-line (ad eccezione della scuola dell’infanzia, per la quale è previsto il modello cartaceo) per il prossimo anno scolastico 2020/202i.  L’Istituto comprensivo bilingue invita, pertanto, i genitori a partecipare alle iniziative informative proposte e di valutare l’opportunità di inserire il proprio figlio in un percorso educativo bilingue, attento al territorio ed aperto alle prospettive europee.

22 gen 2020

‘La balena e le foglie’ alla Libreria Friuli a Udine




Datum, Ura
Date(s) - Gio 23 Gen
18:00 - 20:00
Kraj | Luogo
Libreria Friuli



Alle 18 la Libreria Friuli di Udine, via dei Rizzani 1, ospita il primo incontro annuale del ciclo La poesia non fa paura. Verrà presentata la raccolta poetica ‘La balena e le foglie’ di Michele Obit pubblicata da Qudu edizioni. A dialogare con l’autore sarà Francesco Tomada.

21 gen 2020

Z nasmehom lahko navade oživimo - Le tradizioni rinascono col sorriso

In seno alla Collaborazione pastorale di Tarvisio/Trbiž quest’anno si è cercato di osservare il più possibile l’usanza della questua dei Re Magi.
Su iniziativa della comunità paesana, la tradizione ha ripreso vita anche a Valbruna/Ovčja vas. I tre Re non visitavano le case del paese da oltre settant’anni – dal periodo successivo alle opzioni del 1939.
L’usanza, che si svolge nella festività dell’Epifania del Signore (6 gennaio), è stata mantenuta negli anni solo in alcuni paesi della Valcanale, con la canzoncina in sloveno e tedesco a seconda di quale fosse un tempo la lingua d’uso preponderante nei singoli paesi, o anche in italiano. La canzoncina in sloveno è stata tramandata soprattutto a Ugovizza/Ukve e Camporosso/Žabnice.
A Valbruna i bimbi del paese, alcuni genitori e nonni si sono incontrati diverse volte nella sede dell’Associazione/Združenje don Mario Cernet, che per l’occasione ha messo a disposizione i propri spazi nell’ex casa canonica di Valbruna. Nell’ambito di un laboratorio hanno, così, imparato la vecchia canzone tradizionale in dialetto valbrunese «Mi smo štiəri, vsi pastiərji», che un tempo i tre Re Magi, durante le loro visite di casa in casa, cantavano solo a Valbruna.
Fondamentale è stato l’aiuto dell’anziana valbrunese Greti Wedam, che ancora ricordava la melodia. Alla preparazione dei vestiti dei tre Re hanno contribuito l’Associazione/Združenje don Eugenio Blanchini di Cividale e alcuni valbrunesi.
Vestiti da Gaspare, Melchiorre, Baldassarre, stella e pastore (nella foto), nella giornata del 6 gennaio i bimbi, accompagnati da alcuni genitori e nonni e dai giovani valbrunesi che li hanno preparati, hanno fatto visita ai compaesani. Dopo l’iniziale saluto di buon augurio in due lingue, in ogni casa hanno cantato la vecchia canzone tradizionale paesana, benedetto le stanze con acqua e incenso e scritto col gesso benedetto sulla porta d’ingresso l’anno 2020 e G+M+B. Le offerte raccolte dai bimbi andranno alla parrocchia. Ai bambini restano i dolciumi e viene offerto qualcosa.

Mi smo štiəri, vsi pastiərji

Mi smo štiəri, vsi pastiərji, mi bi radə Ježša videli.
V eni štalci, v eni skalci, lepa svetua uč gəri.
Ko sə jogre to zagled’le, hitro za njo sə jezdale.
Sə parnesli za ofr, zuata, miəra in kadiua,
zuata, miəra in kadiua.
Naš ta stari Sveti Jožef, žie siua brada ma.
Le pacingli, le pauingli, Ježša ta usmiljenga.
Le pacingli, le pauingli, Ježša ta usmiljenga.

V okviru pastoralnega sodelovanja Trbiž so si letos prizadevali, da bi po tamkajšnjih vaseh čim več spoštovali običaj koledovanja Svetih treh kraljev. Na pobudo vaške skupnosti so staro navado oživeli tudi v Ovčji vasi. Trikraljevski koledniki niso več obiskovali vaških hiš že dobrih sedemdeset let – od časa po opcijah. Običaj, ki se odvija na Kristusovo razglašenje (6. januarja), je bil vsa ta leta s slovensko pesmico vred še vkoreninjen le v sosednjih Ukvah in Žabnicah.
Od konca novembra so se vaški otroci, starši in stari starši večkrat srečali na sedežu Združenja don Mario Cernet, ki je vaščanom dal na razpolago prostore v bivšem oškem farovžu. V okviru delavnice so se naučili stare pesmice z naslovom »Mi smo štiəri, vsi pastiərji«, ki so jo trikraljevski koledniki nekoč po domovih zapeli le v Ovčji vasi. Melodije se je še spomnila Ovčanka Greti Wedam. Pripravo oblek so finančno podpirali Združenje don Eugenio Blanchini iz Čedada in nekaj radodarnih Ovčanov.
Ponosno oblečeni v Gašperja, Melhiorja, Baltažarja, zvezdo in pastirja (na sliki), so otroci 6. januarja s starši in mladimi, ki so jih pripravili, obiskali Ovčane. Po pozdravu v italijanščini in slovenščini so jim zapeli staro pesem, blagoslovili hišo z vodo in kadilom in napisali na vrata letnik 2020 in G+M+B z blagoslovljeno kredo. Denar, ki so ga otroci zbrali, je namenjen župniji. Nekaj so pustili tudi otrokom.

20 gen 2020

TIK, 60 let od igel do katetrov - Tik, 60 anni dagli aghi ai cateteri



Kobarid se je razvijal in rasel tudi po zaslugi največjega podjetja v kraju, Tovarne igel Kobarid. Na Kobariškem skoraj ni družine, iz katere kakšen član ne bi vsaj del življenja preživel v TIK-u. Konec novembra je podjetje obeležilo 60-letnico obstoja, ob kateri ima veliko razlogov za veselje, saj si uspešno utira pot razvoja in prodora na evropske trge.
Jubilejne svečanosti so se udeležili tudi minister za gospodarstvo Zdravko Počivalšek, eden najbolj izpostavljenih gospodarstvenikov v državi Marjan Batagelj, ki je lastnik TIK-a, ter župan Kobarida Marko Matajurc. Uradno so odprli novo linijo urinskih katetrov, s katerimi so letos naredili velik korak na evropski sceni. TIK se je dvignil z roba preživetja in postaja pomembna gospodarska sila severne Primorske. »Leta 1951 so začeli s proizvodnjo igel za potrebe šiviljstva, 1959 pa z medicinskimi iglami. V dolgi zgodovini so se vrstili vzponi in padci. Danes kolektiv s 162 zaposlenimi in s proizvodnjo, ki je plod lastnega znanja, konkurira v izjemno zahtevni branži medicinskih pripomočkov,« je povedala direktorica podjetja Petra Borovinšek. Kratica TIK zdaj poudarja tradicijo, inovativnost in kakovost. Z novim lastnikom, družbo Postojnska jama in Marjanom Batageljem, je podjetje dobilo zagon in cilj iz zgolj proizvodnega postati razvojno podjetje. Letos so investirali v izgradnjo dodatnih čistih prostorov, ki jih nujno potrebujejo za doseganje zastavljenih ciljev.
Danes več kot 85% izdelkov prodajo na tuje trge, njihov najpomembnejši proizvod pa so urinski katetri. Razvili so lastno blagovno znamko Greencath katetrov, za kar so skupaj s slovenskim parterjem od Gospodarske zbornice Slovenije prejeli srebrno priznanje za inovacijo. Ocenjujejo, da na območju Evropske unije edini izdelujejo tovrstne katetre in načrtujejo nove linije proizvodnje, ki bodo produktivnost in prodajo izdelkov lastne blagovne znamke še povečale. Vizija podjetja je postati eden od vodilnih evropskih proizvajalcev medicinskih pripomočkov za enkratno uporabo.
Ko je v družbo Certa Holding, večinsko lastnico TIK-a, vstopil Marjan Batagelj, so se preimenovali v Larix, po slovensko macesen. Na slovesnosti je novi lastnik spregovoril o odločitvah, da podjetju omogoči rast. »Ko sem pred tremi leti iskal navdih kaj storiti s podjetjem TIK, pravzaprav nisem vedel nič o njem. Vsi so mi govorili, da je to nebodigatreba. A ko vidiš, da v tej družbi dela prek 160 ljudi, o teh ljudeh ne moreš govoriti kot o nebodigatreba. Vsi ekonomski izračuni so sicer kazali, da bi bilo bolje podjetje prodati. Ampak nekaj mi ni dalo miru … Potem se je zgodil preskok. Morda je bila kriva stara škatlica, ki sem jo našel v najstarejši kajži na Jezerskem. To je bila škatlica neke gospodinje, ki je očitno zelo rada šivala, v njej so namreč igle TIK-a. Ne vem, koliko, so stare, ampak še vedno so uporabne … Tudi o logotipu podjetja nisem vedel nič, a je zgovoren … Macesen je drevo, ki v naravi kljubuje vetru, snegu, dežju, podobno kot je TIK kljuboval 60 let, in je varuh rastlin, kot je morda TIK varuh stabilnosti v Kobaridu,« je dejal Batagelj.
Župan Matajurc in minister Počivalšek sta bila enotna, da so uspešna podjetja na podeželju zelo pomembna, ker ponujajo delo tudi visoko izobraženim in omogočajo, da ostanejo doma in se ne odselijo v Ljubljano ali tujino. V TIK-u za zdaj ne bodo na novo zaposlovali, ker bodo proizvodnjo modernizirali in racionalizirali ter poenostavili transportne poti. Inovativne tehnološke rešitve v proizvodnji pa prinašajo občutne prihranke tudi pri rabi električne energije. (P. U.)
A fine novembre l’impresa Tic, che negli anni ha contribuito allo sviluppo e alla crescita di Kobarid (Caporetto), ha festeggiato 60 anni di attività. Nella zona di Kobarid sono pochissime le famiglie in cui almeno un membro non abbia trascorso un periodo della propria vita nello stabilimento dell’azienda, che ora si afferma con successo sul mercato europeo.
Alla celebrazione dell’importante anniversario hanno partecipato anche il ministro dell’Economia della Repubblica di Slovenia, Zdravko Počivalšek, uno tra gli esperti di economia sloveni più seguiti e proprietario di Tic, Marjan Batagelj, e il sindaco di Kobarid, Marko Matajurc.
Nell’occasione è stata inaugurata ufficialmente la nuova linea di cateteri urinari con cui, quest’anno, è stato compiuto un grosso balzo in avanti a livello europeo.
Tik si è rialzata dal margine di sussistenza e e si sta affermando come importante forza economica nella zona settentrionale della regione della Primorska. La dirigente, Petra Borovinšek, ha ripercorso le tappe nella storia dell’azienda, iniziata con la produzione di aghi da sartoria nel 1951 e di aghi a uso medico nel 1959. Attraversando fasi positive e negative si è giunti alla situazione attuale, con 162 unità impiegate e una produzione frutto del proprio sapere, che concorrono nel settore dei dispositivi medici. Tik si basa su tradizione, innovatività e qualità. La nuova proprietà, costituita dalla società Postojnska jama e Marjan Batagelj, ha impresso all’azienda una linea di sviluppo che non è più di sola produzione.
Oltre l’85% dei prodotti è venduto sui mercati esteri. Il prodotto più importante sono i cateteri urinari; l’impresa ha, tra l’altro, sviluppato un proprio marchio di cateteri, Greencath. Per questo motivo, insieme a un partner sloveno, ha ricevuto un riconoscimento all’innovazione da parte della Camera di commercio della Slovenia.
Quando nella società Certa Holding, proprietaria di maggioranza di Tik, è entrato Marjan Batagelj, il nome è stato modificato in Larix. Il nuovo proprietario ha ricordato come molti gli avessero espresso l’opinione che Tik non fosse un’azienda desiderabile; per lui, tuttavia, un’azienda con oltre 160 lavoratori non poteva essere indesiderabile. Un giorno in una vecchia casa di Jezersko ha trovato una vecchia scatola contenente aghi della Tik, vecchi ma ancora utilizzabili… E il logo di Tik, raffigurante un larice, era eloquente… Il larice, infatti, tiene testa al vento, alla neve, alla pioggia, come Tik ha tenuto testa a 60 anni. Veglia anche sulle piante, come forse Tik veglia sulla stabilità di Kobarid, ha detto Batagelj.
Il sindaco Matajurc e il ministro Počivalšek sono stati concordi nel ritenere che le imprese di successo nelle zone di periferia siano importanti, perché offrono lavoro anche a profili con alta formazione, facendo sì che restino a casa e non si trasferiscano a Ljubljana o all’estero. Per il momento Tik non effettuerà nuove assunzioni, perché renderà più razionale e moderna la produzione e semplificherà le modalità di trasporto.

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