A pochi mesi dalle prossime elezioni amministrative, in programma in primavera anche nel Comune di Resia, la giunta guidata dal sindaco Sergio Chinese, alla scadenza del suo secondo mandato consecutivo, deve rinunciare al proprio assessore con delega alle Attività Produttive (Turismo, Commercio, Artigianato, Industria e Agricoltura-Foreste), alla Sicurezza, Viabilità, ai Trasporti ed ai Rapporti con l’Ente Parco, Franco Calligaris. L’assessore, eletto nel 2014 con “Resia domani” e quarto per numero di preferenze sulla lista che appoggiava il primo cittadino resiano, ha rassegnato le proprie dimissioni rinunciando anche al suo seggio nel Consiglio comunale.
30 gen 2019
26 gen 2019
UNA PECORA SALVA LA MONTAGNA?
Il territorio del Friuli Venezia Giulia comprende una parte
consistente di montagne, che soffrono lo spopolamento e
l’abbandono delle attività produttive, nonché il degrado
paesaggistico. La politica regionale si dice sempre pronta a
sostenere questa parte del suo territorio, ma le risorse sono
sempre insufficienti e gli strumenti legislativi carenti.
La lotta contro l’abbandono della montagna ha trovato negli
ultimi tempi un progetto in più, ad opera della Legambiente
di Udine in collaborazione con l’azienda agricola Mario
Midun di Castelmonte (UD): “Adotta una pecora”. Si tratta
di preservare i prati montani, per i quali servono gli animali
che li mantengano. Così, con 100 euro si può adottare una
pecora, che mantiene l’equilibrio ecologico con il suo
semplice pascolare. Oltre a recuperare i prati abbandonati, si
favorisce un minimo di attività economica in un’area
disagiata. Le pecore adottate vengono gestite dall’azienda
agricola, che offre a chi aderisce al progetto il 50%
dell’offerta in salumi e miele di produzione propria.
Per informazioni: tel. 0432-402934 e 389-8066350 e-mail:
udine@legambiente.it
da Il lavoratore
da Il lavoratore
Giornata della Memoria: i campi di internamento-concentramento in Friuli
Risiera-luogo dove di trovava il forno crematorio |
Dopo la costituzione della Repubblica fascista di Salò,nel settembre 1943 questa cedette ai nazisti alcuni territori di confine come Fiume,Udine,Trieste e con loro il retroterra friulano ed istriano.I nazisti vi stabilirono una propria amministrazione e li battezzarono come "Adriatisches Kuestenland."Nella zona infuriava la lotta partigiana e quindi impiantarono a Trieste un campo di concentramento e sterminio.Fu scelto un edificio in disuso, adibito un tempo alla pilatura del riso, in località San Sabba.Da qui il nome del lager dove antifascisti,partigiani,civili italiani,sloveni,croati,ebrei furono rinchiusi,torturati,massacrati e infine cremati.
Oggi la Risiera di San Sabba è monumento nazionale,fu l'unico campo di sterminio in Italia.Vi transitarono oltre 25.000 persone dirette a Buchenwald,a Dachau ,ad Auschwitz.Persero la vita oltre 5.000 persone.Il 29 aprile 1945,quando i partigiani Jugoslavi del 9° Korpus avevano conquistato Trieste,i pochi nazisti rimasti fecero saltare la Risiera per cancellare le tracce.Nel dopoguerra i responsabili del lager furono condannati dal Tribunale italiano,ma sfuggirono alle pene.
I nomi di alcune delle vittime di Gonars scolpiti nel monumento alla memoria da https://www.wikiwand.com/it/Campo_di_concentramento_di_Gonars |
Il campo di Gonars è stato un campo di concentramento realizzato dal regime fascista nell'autunno del 1941 presso Gonars, in provincia di Udine, e utilizzato per internare i civili rastrellati nei territori occupati dall'esercito italiano nell'allora Jugoslavia.
bibliografia
- Alessandra Kersevan, Un campo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943., Kappa Vu Edizioni, Udine, 2003.
- Nadja Pahor Verri Oltre il filo: storia del campo di internamento di Gonars, 1941-1943, Arti Grafiche Friulane, Udine, 1996.
25 gen 2019
Il museo di Kobarid ha ricevuto il marchio qualità di esperienze a 5 stelle -“Slovenia Unique Experiences”, Kobariški muzej prejel znak za 5-zvedična doživetja
Al primo bando dell’Organizzazione turistica slovena per ottenere il marchio di qualità “Slovenia unique experiences”, destinato agli offerenti di esperienze a 5 stelle, ha partecipato con successo anche il Kobariški muzej. Il Museo ha convinto la commissione con l’esperienza “Storie di un soldato sul fronte dell’Isonzo”, curata in collaborazione con la Fondazione Vie di pace nella Valle dell’Isonzo e la latteria Mlekarna Planika e che verrà proposta settimanalmente tra maggio e ottobre. Il Kobariški muzej è l’unico, tra i nove insigniti del marchio, rappresentante della Valle dell’Isonzo e delle Alpi Giulie in generale.
V Sloveniji se lahko prvih devet ponudnikov oziroma doživetij ponaša z novim znakom “Slovenia Unique Experiences”. Znak si je zamislila Slovenska turistična organizacija, ki je lani objavila prvi razpis, na katerega seje prijavilo 16 ponudnikov oziroma 17 doživetij. Komisija je nato izbrala prvih devet petzvezdičnih doživetij, ki jih med drugim odlikujeta predvsem kakovost izkušnje in trajnostno ravnanje. Na seznamu prvih prejemnikov znaka “Slovenia Unique Experiences” je tudi Kobariški muzej, ki je svojo ponudbo izdelal v sodelovanju z Mlekarno Planika in Fundacijo Poti miru v Posočju. Izkušnji, ki jo bodo obiskovalcem oziroma manjšim skupinam predvidoma ponujali tedensko od maja do oktobra, so dali naslov “Pripoved vojaka s Soške fronte”.
Kot je komisija zapisala v utemeljitvi, gre za “produkt z izrazito lokalno identiteto in izjemno avtentično zgodbo, ki na intimen in tenkočuten združuje elemente kulture in gastronomije.” “Skozi ostaline nekdanje vojne krajine, kjer se je v času velike vojne borilo več kot dvajset narodov, štirih različnih veroizpovedi in osemnajstih jezikov, tenkočutno sporoča, kaj je vojna in zakaj do nje ne bi več smelo prihajati. Ciljno naravnano doživetje nagovarja dragocen segment raziskovalcev zgodovinskega spomina, ki želijo razumeti identiteto prostora in njegovo zgodbo, predvsem pa človeško ozadje velike vojne, ki je spremenila svet in življenje v naših krajih. Še več, potomce tistih, ki so na tem prostoru pustili svoje življenje, nagovarja k iskanju korenin svoje identitete, kar ustvarja izjemno turistično izkušnjo. Dodana vrednost je v nevsiljivem prepletanju zgodovinskega turizma s tisočletno tradicijo sirarstva na planinah, s čimer se kultura subtilno odpira bogati kulinariki tega prostora,” so zapisali o izkušnji, ki jo ponujajo v Zgornjem Posočju. Doživetje sicer predvideva voden ogled Kobariškega muzeja, obisk muzeja na prostem na Kolovratu, zaključi pa se v muzeju Mlekarne Planika s tradicionalno pastirsko malico.

Ostala izbrana 5-zvezdična doživetja pa so Garden Village – Noč v hišici na drevesih, sredi gozda in z lastnimi vrtovi (Plantea, Garden Village Bled), Kratke naravoslovne počitnice v Sloveniji – podaljšan vikend v naravi (Zavod Symbiosis, Bloke), Ljubljanski grad za vas – individualno grajsko doživetje (Javni zavod Ljubljanski grad), Vintage gourmet tour (Oljarna Lisjak, Koper), Ogled rudnika s kajakom (Podzemlje Pece), Po poteh Luke Čeča (Postojnska jama), Nepozabni dan v ribogojnici Fonda(Ribogojnica Fonda) in Brko tura (Turizem Ljubljana). Več o njih lahko preberete TUKAJ.
http://novimatajur.it/cultura/slovenia-unique-experiences-kobariski-muzej-prejel-znak-za-5-zvedicna-dozivetja.html
http://novimatajur.it/cultura/slovenia-unique-experiences-kobariski-muzej-prejel-znak-za-5-zvedicna-dozivetja.html
Il tesoro del Matajur
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pubblico dominio dal suo autore, Petar43 di Wikipedia in italiano. |
Sotto il monte c'è un paese che si chiama Matajur.Qui vivevano tre fratelli che non avevano voglia di lavorare e cercavano il modo di vivere bene senza faticare.I fratelli erano giovani,forti ed il coraggio non mancava loro.Un giorno, dopo aver parlato fra loro, decisero di andare sul Matajur a cercare il tesoro.Per non farsi vedere dalla gente si alzarono col buio e si incamminarono verso il monte.Nelle vicinanze ,dove si diceva che fosse sepolto il tesoro ,costruirono una casera che ancora oggi serve ai pastori per ripararsi in caso di pioggia .Quando la casera fu pronta iniziarono a scavare una buca profonda.Scavarono per molti giorni ,ma non trovarono nulla che sembrasse un tesoro,c'erano solo sabbia e sassi.
Una notte ,essendo molto stanchi per aver scavato tutto il giorno,si addormentarono nella casera vicino al fuoco.
All'improvviso sentirono delle urla e dei fischi e tutti e tre si svegliarono.Si spaventarono molto quando videro che c'era del fumo attorno alla buca e un odore di zolfo.Iniziò a piovere,tuonare e nel cielo si videro dei lampi.
Più morti che vivi ,al mattino,quando il sole era già alto,andarono a vedere la buca, ma non la trovarono.Dello scavo non c'era traccia,solo una grande pietra che nessuno potè spostare.Quando i tre fratelli videro ciò andarono in fretta a valle e raccontarono che il diavolo fa la guardia al tesoro del Matajur.
Solo dopo tanti anni gli abitanti della valle seppero dell'avventura capitata ai tre fratelli,risero molto e raccomandarono ai bambini di non andare mai sul Matajur a cercare il tesoro,perchè mai nessuno si è arricchito onestamente senza lavorare. Da allora nessuno va in cerca del tesoro del Matajur ,perchè si sa che il diavolo fa la guardia e non è bene avere avere a che fare con lui.
immagine da
https://www.wikiwand.com/it/Matajur
24 gen 2019
Un bando Interreg per consolidare il ‘cluster’ transfrontaliero

Questo quanto emerso durante l’incontro fra i sindaci dei comuni della fascia confinaria della provincia di Udine e quelli dell’alta valle dell’Isonzo dello scorso 19 gennaio, ormai tradizionale momento di confronto fra istituzioni dei due lati del confine che apre il Novoletno srečanje.
A Tolmino a illustrare il bando è stata Tatjana Rener, responsabile dell’Ufficio governativo per lo sviluppo e la politica di coesione europea della Slovenia, indicando gli assi di intervento su cui presentare i progetti: il rafforzamento della capacità istituzionale e della “governance” transfrontaliera, la protezione e la promozione delle risorse naturali e culturali e la promozione delle capacità d’innovazione per un’area più competitiva. Nota rilevante anche l’imminente scadenza del temine per la presentazione dei progetti fissata per l’11 marzo.
Nel successivo workshop hanno discusso le possibilità di intervento i sindaci di Taipana (Alan Cecutti), Lusevera (Guido Marchiol), San Pietro al Natisone (Mariano Zufferli), San Leonardo (Antonio Comugnaro), Pulfero (Camillo Melissa), Savogna (Germano Cendou), Stregna (Luca Postregna), Grimacco (Eliana Fabello), l’assessore di Drenchia David Iurman, il sindaco di Tolmino (Uroš Brežan), di Caporetto (Marko Matajurc), di Bovec (Valter Mlekuž) e di Kanal Ob Soči (Tina Gerbec). Con loro si sono confrontati anche Zdravko Likar (Fundacija Poti miru v Posočju), Almira Pirih (direttrice del Posoški razvojni center), Luigia Negro (presidente provinciale dell’Skgz), Luciano Lister (dell’associazione don Mario Cernet-Sso), Stefano Predan (Kmečka zveza), e il consigliere regionale Igor Gabrovec.
Detto del clima di partecipazione e volontà di collaborazione che ha caratterizzato il confronto, rispetto al tema centrale del bando Interreg l’incontro si è chiuso con qualche interrogativo ancora aperto. Innanzi tutto sulle questioni tecniche: assente la rappresentanza della Giunta regionale (a rilevarlo è stato il sindaco di Pulfero Camillo Melissa), non è stato possibile individuare con certezza il lead partner del possibile progetto. I sindaci dei comuni della Benečija infatti, hanno ribadito come i piccoli enti che amministrano non sono abbastanza strutturati per potersi assumere l’onere di fungere da lead partner. A questo proposito Alan Cecutti, sindaco di Taipana, che è anche coordinatore per la parte dei comuni in Italia del cluster transfrontaliero, ha preso l’incarico di verificare la disponibilità della stessa Regione Fvg in tempi brevissimi, imposti dalla stessa scadenza per la presentazione dei progetti. Cecutti ha spiegato che l’assessore regionale Pierpaolo Roberti aveva da tempo annunciato l’impossibilità di partecipare all’incontro e di aver delegato allo scopo il consigliere regionale Danilo Slokar, assente per motivi personali.
SLAVISMI NELLA TOPONOMASTICA
Colonie slave sul Tagliamento non lontano da Spilimbergo
Credibile risulta collegare i toponimi a
un’immigrazione basso medievale slovena da un Canal del Ferro ancora
quasi interamente slavofono
Maurizio Puntin
GRADISCA
Gradisca di Spilimbergo-Pn /fr.
Gradìscja) - 1342 Matias quondam Grisey de Gradischa; 1343 Galmarius de Gradisca; de Gradischa de ultra Tulumento; 1345 quondam Losiç de Gradischa; Petrus dictus Vuassinith … de Gradischa (BS nn. 39, 69, 118, 162). Almeno una decina i toponimi di questa serie in regione, con base grad
‘castello’ ma anche ‘vallo di un castelliere’, ‘zona recintata’ ecc.
(B I: 196). Secondo alcuni la forma slovena originale sarebbe gradištje ( gradíšče, P I: 243). Secondo altri un’originaria aggettivizzazione gradíška ‘possessi di un castello’ o ‘terreni racchiusi da un recinto’, che sarebbe confermata da tutte le dizioni storiche friulane ( Gradiscja, Grediscje con – ca- palatalizzato). Per questa seconda ipotesi cfr. toponimi come Gradiška in Slovenia, Nova e
Stara Gradiška in Croazia, Bosanska Gradiška in Bosnia. Gradisca di Spilimbergo ha toponimi interni antichi come Tarnicis (sec. XVI, da slavo *Trnice ‘spineto’)..
PASSARIZZA
Passarizza in comune di Codroipo- Ud – 1300 quinque mansos in villa Pasarize; item unum sedimen molendini et unam silvam in dicta villa Pasarize
(dP: 129). Villaggio scomparso (forse durante le scorrerie turche) da
situarsi forse a nord-ovest di Codroipo. Sembra che si possa aggiungere
alla serie individuata e spiegata dal Torkar (Torkar 2007): Passariano
(1200 Presewrian di Lonca), Persereano (fr. Passariàn) e Perserean di Campolongo. Da un’antica base slava *syr- ‘palude, prato umido’, con preposizioni locative ( Pre, Po) e formanti diminutive (- ica; *Posyrica). Nel caso invece dei vari *Preserjan- si tratta di antichi suffissi (- jane / - jani)
indicanti un insediamento, all’incirca ‘coloro che abitano presso una
realtà indicata dall’elemento precedente’: es. Tapogliano da un Topoljane ‘quelli che stanno presso un pioppeto’. Ma per Passarizza risulta plausibile anche una seconda ipotesi, *Pozariza ( Požârica), da una voce slov. požâr ‘incendio’ (P II: 206), allusiva dell’antica pratica del debbio su terre da dissodare.
POSTONCICCO
Postoncicco è una frazione di S. Martino al Tagliamento-Pn (fr. Pustunçìc) – 1204 Postonzichi; 1290 Pustinzich (CHD: 675); 1344 Amicus de Pustuncicho (BS n. 98). Da una forma originaria slava romanizzata
*Pustenza + suffisso - ik (< pustinica, pustina; B II: 128-29). Per la base cfr. sloveno pûst ‘deserto, abbandonato, incolto’ (P II: 364), che si continua nell’aggettivo friulano pustòt ‘terreno abbandonato’, molto frequente nella vecchia toponomastica regionale.
REDENZICCO
Redenzicco è una frazione di Sedegliano- Ud (fr. Ridinçìc) – 1268 in Ridincicho; 1300 in villa de Redenzich
Dom del 20-12-2018
Dom del 20-12-2018
(CHD: 727); 1342 decimas scitas in villa Ridicichi (BS n. 39).
Come nei casi precedenti di Postoncicco e Bonzicco la pronuncia friulana con formante -ìc intatta non permette la riproposizione di ipotesi del tipo dei prediali latini in -icum (oggi con esito friulano -ì, -îs, -ìns).
Il nome del paese sul Tagliamento si spiega bene invece con la base nominale slava Rado. Da confrontare con l’antico idronimo della Franconia, di epoca carolingia, Radenz (nei documenti erano nominati i Winidi / Slavi del fiume Radenz, in una regione poi germanizzata - Pritsak: 390), i toponimi Radenci, Radenski vrh, Radenščica
( potok) in Slovenia, Radenići, Radenčići in Croazia, ecc (2 – fine)
BIBLIOGRAFIA E ABBREVIAZIONI B = Bezlaj F., Slovenska vodna imena, I e II, Ljubljana, 1956, 1961.
BS = Bortolami S. (a cura di), Spilimbergo medioevale Dal libro di imbreviature del notaio Supertino di Tommaso (1341 – 1346), Sequals. CHD = Cinausero Hofer B., Dentesano E.,
Dizionario toponomastico. Etimologia, corografia, citazioni storiche,
bibliografia dei nomi di luogo del Friuli storico e della Provincia di
Trieste, Palmanova, 2011.
dP = Di Prampero A., Glossario Geografico Friulano, dal VI al XIII secolo, Venezia, 1882.
DV = De Vitt F. (a cura di), Il Registro battesimale di Gemona del Friuli 1379-1404, Tavagnacco, 2000.
KA = Kronsteiner O., Die alpenslavischen Personennamen, Wien, 1981.
P = Pleteršnik M., Slovensko – nemški slovar, I e II, v Ljubljani, 1894.
Pritsak O., The Slavs and the Avars, in Gli Slavi occidentali e meridionali nell’alto medioevo, Settimane del Centro ital. di studi sull’alto medioevo, XXX (Spoleto, 1982), Spoleto, 1983: 353-435.
Puntin M., A proposito dell’assimilazione delle colonie slave medievali nel Friuli centrale: il caso di Turrida di Sedegliano, in Sot la Nape, 1-2, 2006: 37-42.
Puntin M., La prima colonizzazione slava del Friuli nella toponomastica, in Dom, nn. 17, 18, 19, 20, 21, Cividale del Friuli, 2009: p. 3.
Torkar S., Toponim Preserje in slovansko-romansko prepletanje pripon -jane in - anum, in “ Merkujev zbornik”, Ljubljana, 2007: 481-492.
Wiesflecker H., Die Regesten der Graefen von Goerz, I Band, II Band, 1949, 1952.
23 gen 2019
»S projekti glejmo 30 let naprej« »Servono progetti per 30 anni e più«

«Per risollevarci dalla pesante situazione demografica, sociale ed economica in cui versano le valli lungo il confine tra Italia e Slovenia servono progetti di lungo termine. Di trent’anni e più». Lo ha detto Alan Cecutti, sindaco di Taipana, presidente provinciale della Kmečka zveza e coordinatore del cluster transfrontaliero, intervenendo al 49° incontro tra gli sloveni della provincia di Udine e del Posočje, ospitato a Tolmin, sabato 19 gennaio. A Cecutti ha fatto eco Uroš Brežan, sindaco di Tolmin: «I giornalisti alle volte mi chiedono dove sono i risultati di questi nostri incontri, che reputano interessanti, ma fine a se stessi. Oggi rispondo che la costituzione del cluster è un grande risultato! Impensabile fino a poco tempo fa. Esso, infatti, avvia una collaborazione istituzionale sitematica, quotidiana e non solo su singoli progetti. Ci dà un modus operandi nuovo, diretto, per affrontare ogni questione. Comunque di concreto potrei citare la pista ciclabile (lanciata con il progetto Bimobis) in fase di realizzazione, l’Alpe Adria trail e altre iniziative in ambito turistico. E con i colleghi sindaci di entrambi i versanti si sono create intese che vanno oltre l’impegno istituzionale, che si sono trasformate in amicizie». Oratoire ufficiale è stato il ministro della Cultura del governo sloveno Dejan Prešiček (nella foto), che ha sottolineato la necessità di collaborare e nel contempo di conservare l’identità slovena in Benecia, Resia e Valcanale, nel rispetto delle altre lingue e culture, come insegnava mons. Pasquale Guion.
22 gen 2019
Cinema sloveno, tanti i progetti per il 2019
La direttrice del Centro sloveno per la cinematografia Nataša Bučar ha presentato recentemente i progetti per il 2019. Otto i film di cui inizieranno le riprese e due i documentari in programma. Nove sono le pellicole che dovrebbero essere terminate, tra cui il film del regista sloveno di Trieste Martin Turk ed il lungometraggio di Gregor Božič “Zgodbe iz kostanjevih gozdov (Storie dai boschi di castagne)”, girato nelle Valli del Natisone.
Quattro invece i film che andranno in distrubuzione, tra cui “Izbrisana” di
Miha Mazzini, in programma anche stasera 21 gennaio al Trieste Film Festival. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Mazzini, che racconta la vicenda dei Cancellati sloveni attraverso gli occhi di una madre nubile, Zala (Ana nel film), che nel 1992, alla clinica di maternità di Lubiana, dove si è recata per partorire, scopre di non fare più parte del sistema informatico e quindi di non esistere ufficialmente. Né lei né il suo bambino appena nato esistono nei documenti di nessun paese. È il destino di oltre 25 mila sloveni nati nel posto sbagliato, in un paese disintegrato. L’anno scorso Bottega Errante ha pubblicato il libro di Mazzini in lingua italiana nella traduzione di Michele Obit.
http://novimatajur.it/cultura/cinema-sloveno-tanti-i-progetti-per-il-2019.html


http://novimatajur.it/cultura/cinema-sloveno-tanti-i-progetti-per-il-2019.html
La palestra di arrampicata a San Leonardo
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palestra di San Leonardo |
VALLI DEL NATISONE
Una struttura che rappresenta un’opportunità di valorizzazione di tutto il territorio
La palestra di arrampicata di San Leonardo è nata a cavallo tra 2011 e 2012 grazie all’iniziativa di più associazioni sul territorio che si sono radunate e su richiesta della precedente amministrazione del sindaco Giuseppe Sibau che ha dato la disponibilità di un contributo per la costruzione ex novo della struttura. Alcuni anni è rimasta chiusa. L’attuale amministrazione del sindaco Antonio Comugnaro, a sua volta, continua a credere molto nell’iniziativa, tant’è che ha destinato importanti risorse all’ampliamento della palestra, con 18 nuove vie tracciate durante la pausa natalizia, per un numero totale di itinerari giunto a 55.
«La palestra di arrampicata farà conoscere tutto il territorio delle Valli – ha spiegato il sindaco Comugnaro – perché diventerà, anche grazie alle innovazioni che abbiamo apportato ultimamente, una delle strutture più attrezzate del Friuli Venezia Giulia. Se toccheremo delle presenze importanti potremo avere delle soddisfazioni ». Il sindaco ha concluso notando come si debba cercare di puntare su quelli che possono essere gli interessi delle persone, tra i quali anche quelli sportivi.
Il direttore tecnico è la guida alpina, Massimo Laurencig: «Si tratta di una palestra attrezzata solamente per l’arrampicata, l’unica altra in regione si trova a Codroipo». L’arrampicata può essere di tipo Lead o Boulder, ossia con l’impiego della corda o meno; può essere anche di tipo Speed, per misurare la velocità impiegata ad arrivare in cima a un tracciato. In Regione sono presenti molte sale Boulder – alte non più di 4 m, arrivati in cima si salta sul materasso – e qualche palestra di arrampicata con la corda in verticale: una a Tarvisio, una a Codroipo, a Trieste ve ne sono due; solo quelle di san Leonardo e di Codroipo, però, sono costruite appositamente per l’arrampicata, a Tarvisio e a Trieste sono ospitate nei palazzetti sportivi. Laurencig, incaricato di occuparsi dell’ampliamento, ha iniziato con delle ricerche di mercato, facendosi fare dei preventivi, e trovando poi un’azienda disponibile a procedere a un ampliamento a lotti. Nella palestra vengono organizzati anche corsi: per tenersi informati sulle attività che vi si svolgono, oltre alla pagina Facebook – Valli del Natisone Climbing –, si può consultare il sitowww.vallidelnatisoneclimbing. it. Nelle strutture Indoor i corsi sono a cadenza trimestrale, quelli autunnali cominciano a ottobre e finiscono a dicembre; dopo una pausa invernale, si riprende in primavera, da marzo fino a maggio. Nella sessione invernale si fa solo Indoor,ossia solo arrampicata sportiva; nella fase primaverile si fa Indoor in abbinamento alle uscite sulle falesie naturali.
«Per anni io ho dovuto fare chilometri per raggiungere palestre attrezzate – ha spiegato Laurencig –. Questa palestra nasce in primis per il territorio, per le persone rimaste nelle Valli. So cosa vuol dire dover percorrere lunghe distanze per poter assecondare una passione, la palestra più vicina la avevo a Sesto in Pusteria. Si tratta di dare una possibilità di aggregazione in più ai ragazzi».
La palestra di San Leonardo ha raggiunto un buon afflusso di gente, che però viene per lo più da fuori perché nelle Valli non è presente una sviluppata cultura di arrampicata. «Per far conoscere questo sport ai nostri ragazzi organizziamo corsi con le scuole – ha raccontato Laurencig –. Nell’estate 2018 abbiamo tenuto un centro vacanze. I corsi di quest’anno sono stati prevalentemente orientati ai ragazzi, per capire a chi poteva piacere e per poi poter coltivare «la materia prima».
«Voglio sottolineare ciò che il sindaco Comugnaro ha fatto, non so chi altro avrebbe avuto il suo coraggio – ci ha tenuto a dire Laurencig –. A Tolmezzo hanno una sala Boulder, ma, nonostante siano molti gli interessati, non riescono a farsi concedere degli spazi dal comune».
Veronica Galli
dal dom del 15-01-2019
Eventi
Izlet v Slovenijo/Gita in Slovenia
2 Febbraio 2019 - 06:00
>> KMEČKA ZVEZA
>> v saboto, 2. febrarja,
parpravja izlet v Slovenijo, ob sejmu kmetijske in gozdarske opreme Agritech v Celju. Za informacije in de bi se upisal’, pokličite od pandiejka do sabote, od 8.30 do 12.30, na 0432 703119 al’ pišite mail na kz.cedad@libero.it.
>> v saboto, 2. febrarja,
parpravja izlet v Slovenijo, ob sejmu kmetijske in gozdarske opreme Agritech v Celju. Za informacije in de bi se upisal’, pokličite od pandiejka do sabote, od 8.30 do 12.30, na 0432 703119 al’ pišite mail na kz.cedad@libero.it.
>> KMEČKA ZVEZA
>> sabato, 2 febbraio,
organizza una gita in Slovenia alla fiera di attrezzature agricole e forestali Agritech a Celje. Per informazioni e iscrizioni, chiamate da lunedì a sabato, dalle 8.30 alle 12.30, lo 0432 703119 o scrivete una mail a kz.cedad@libero.it.
>> sabato, 2 febbraio,
organizza una gita in Slovenia alla fiera di attrezzature agricole e forestali Agritech a Celje. Per informazioni e iscrizioni, chiamate da lunedì a sabato, dalle 8.30 alle 12.30, lo 0432 703119 o scrivete una mail a kz.cedad@libero.it.
La Regione per la scuola plurilingue-Dežela FJK za večjezični pouk

A. Rosolen, I. Gabrovec e W. Bandelj alla scuola di Ugovizza/A. Rosolen, I. Gabrovec in W. Bandelj v ukovški šoli
Lingue e internazionalità, sport e natura. Secondo l’assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen, bisogna scommettere su questi tre punti di forza per evitare il declino della montagna in Valcanale e Canal del Ferro. Rispetto alla conoscenza delle lingue, durante la visita di lunedì, 14 gennaio, ai plessi di Pontebba, Ugovizza/Ukve, Tarvisio/Trbiž e Tarvisio Centrale, l’assessore ha potuto constatare con mano la bontà dei metodi di insegnamento delle lingue minoritarie nell’ambito dell’Istituto omnicomprensivo di Tarvisio.
Nel corso della mattinata, l’assessore Rosolen ha incontrato i rappresentanti delle locali amministrazioni comunali, tra cui il sindaco di Pontebba, Ivan Buzzi, col vicesindaco Sergio Buzzi e l’assessore alla cultura Arianna Donadelli, il sindaco di Malborghetto-Valbruna, Boris Preschern, gli assessori all’istruzione di Malborghetto-Valbruna/Naborjet-Ovčja vas e Tarvisio, Alberto Busettini e Barbara Lagger, il dirigente dell’Istituto omnicomprensivo di Tarvisio, Antonio Pasquariello, diversi membri del corpo docente e alcuni rappresentanti dei sodalizi delle minoranze slovena e tedesca, Don Mario Cernet e Kanaltaler Kulturverein.
Hanno partecipato alla visita anche il presidente della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso, Walter Bandelj, il consigliere regionale Igor Gabrovec, nonché, per un saluto nel plesso di Ugovizza, il vicepresidente del Consiglio regionale, Stefano Mazzolini.
Durante la mattinata, Rosolen ha anticipato alcuni dei temi rispetto a cui la Regione intende attivarsi per ottenere dallo Stato più attenzione per il plurilinguismo della zona. Più attenzione, in Valcanale, è chiesta dalla stessa comunità locale, che per i propri figli ogni anno si avvale quasi all’unanimità dell’insegnamento delle lingue del territorio.

Con gli 80.000 euro a valere sulla legge di tutela della minoranza linguistica slovena previsti dalla legge di stabilità, prevedibilmente da febbraio, la sperimentazione plurilingue sarà estesa anche all’ultimo anno delle scuole d’infanzia di Camporosso/Žabnice, Tarvisio/Trbiž e Tarvisio Centrale e alle classi prime delle scuole primarie di Tarvisio e Tarvisio Centrale; a Pontebba, invece, nel corso dell’anno scolastico 2019-2020, sarà potenziato l’insegnamento del tedesco.
Nella nuova legge regionale sull’istruzione, l’assessore Rosolen intende inserire un articolo che stabilizzi la sperimentazione già in atto – con la partecipazione comune degli organismi delle comunità slovena, tedesca e dei fondi per la lingua friulana. L’operazione sarebbe condotta di concerto con l’assessore alle Identità linguistiche, Pierpaolo Roberti, e con l’aiuto del consigliere regionale Igor Gabrovec, in un’ottica trasversale.
Nel corso della mattinata gli assessori Busettini e Lagger hanno ricordato la grande opportunità che una scuola plurilingue rappresenterebbe per gli allievi, mentre il sindaco di Malborghetto-Valbruna, Boris Preschern, ha sottolineato la sua importanza per salvare l’identità locale: «Le nostre lingue stanno scomparendo velocissimamente e chiediamo alla Regione Friuli Venezia Giulia e al ministero dell’Istruzione, università e ricerca un intervento».
In alcuni ambienti gira ancora voce che l’insegnamento plurilingue non esista, ma Preschern e Bandelj hanno ricordato come, già da alcuni anni, esista in Val di Fassa. La sperimentazione linguistica della Valcanale ne rappresenta un’implementazione. (Luciano Lister)

Rosolenova je v okviru dopoldneva v Kanalski dolini lahko tudi spoznala učno osebje in predstavnike društva nemško govorečih Kanaltaler Kulturverein ter slovenskega Združenja Don Mario Cernet. Obiska so se udeležili tudi predsednik Sveta slovenskih organizacij Walter Bandelj in deželni svetnik Igor Gabrovec ter podpredsednik deželnega sveta Stefano Mazzolini.
Rosoloneva je namignila na strategijo, ki jo bo Dežela izbrala, da bi pritegnila večjo pozornost Države na domačo večjezičnost. V Kanalski dolini že leta skoraj vsi starši prijavljajo otroke k pouku domačih jezikov, zato lahko upravičeno govorimo o želji po pozornosti, ki prihaja s teritorija. Rosolenova je spomnila, kako sta v okviru deželnega proračuna za leto 2019 deželni odbor in deželni svet Furlanije Julijske krajine z amandmajem odobrila financiranje, da bi zagotovila nadaljevanje in širitev poskusnega večjezičnega pouka.
Tako naj bi ga že februarja uvedli v otroške vrtce v Žabnicah, na Trbižu in na Centralnem Trbižu in v prve razrede osnovnih šol na Trbižu in na Centralnem Trbižu. V okviru projekta bi med drugim v naslednjem šolskem letu okrepili poučevanje nemščine v šolskih poslopjih na Tablji. Vse to bo omogočil zaščitni zakon za slovensko manjšino, na podlagi katerega so Medobčinski teritorialni uniji za Železno in Kanalsko dolino podelili prispevek v višini 80.000 evrov, da bi v okviru Večstopenjskega zavoda Trbiž poučevali jezike.
Odbornica Rosolenova bo prosila za uradno priznanje večjezičnega eksperimentiranja v okviru Trbiškega večstopnejskega zavoda italijanskega ministra za izobraževanje Marca Bussettija. V novi deželni zakon o šolstvu namerava pa za zdaj vnašati člen, ki bo učinkoval tako, da bo večjezično ekperimentiranje postalo stalno – sicer v sodelovanju z organi slovenske in nemške skupnosti in s podporo sredstev za furlanski jezik.
Pobudo bodo izvedli v sodelovanju z odbornikom za jezikovne identitete Pierpaolom Robertijem in s pomočjo deželnega svetnika Igorja Gabrovca.
20 gen 2019
Ob respectum gentium barbarorum – La Slavia veneta Massimo Zoppi
Ob respectum gentium barbarorum – Per timore delle barbare genti / La Slavia veneta 1420-1797
Čedad – Cividale del Friuli 2012
Editore: Most società cooperativa a r.l.
Pagine: 185
Prezzo: 12,00 euro
Editore: Most società cooperativa a r.l.
Pagine: 185
Prezzo: 12,00 euro
Il libro è in italiano.
Eravamo convinti che sull’autonomia della Slavia sotto la Repubblica di Venezia fosse stato già ricercato e scritto tutto il possibile, a partire da Carlo Podrecca alle ultime tesi di laurea e gli interventi ai Beneški kulturni dnevi. Invece no: sotto questo aspetto c’è ancora tanto di nuovo nel volume di Massimo Zoppi «Ob respectum gentium barbarorum – Per timore delle barbare genti / La Slavia veneta 1420-1797», edito dalla cooperativa Most di Cividale. C’è di nuovo non tanto nel delineare i tratti fondamentali dell’impianto istituzionale dell’autonomia e dei privilegi goduti dagli Schiavoni in quei 377 anni di dominio veneto, quanto nella messe di fonti provenienti dagli archivi di Stato di Venezia e di Udine e da pubblicazioni, anche antiche, che fin qui sono rimaste sconosciute o inaccessibili ai cultori e ricercatori di storia locale.
La struttura dell’opera (che ha avuto origine dalla tesi di laurea discussa dall’autore all’Università di Padova con il prof. Jože Pirjevec) è alquanto lineare e allo stesso tempo complessa, arricchita com’è da appendici ad ogni paragrafo che riportano documenti, tabelle, prospetti ed approfondimenti della ‘narrazione’ sviluppata nei testi dei capitoli.
Il volume si apre con il corposo capitolo «Diritti, privilegi e immunità» nel quale vengono approfondite l’origine e la funzione della gastaldia di Antro, di origine longobarda confluita poi in quella di Cividale nel XVI secolo, delle vicinie paesane, della vicinia grande e dell’arengo della Schiavonia, che rappresentano i tre gradi dell’autonomia amministrativa, delle giurisdizioni private acquisite solitamente da ricchi borghesi o nobili cittadini, delle investiture, in particolare quelle concesse a Clemente Gallanda nel 1626 che contemplavano le Banche di Antro e Merso, ma anche quella di Drenchia, la quale giudicava in «prima istanza civile, e criminale nei casi lievi». Nello stesso capitolo vengono approfonditi i temi delle esenzioni da tributi, servitù e prestazioni d’opera da parte dei sudditi della Schiavonia e degli obblighi da essi dovuti nei confronti di Cividale o di provvedere alla manutenzione della strada del Pulfero. Alquanto approfondito e documentato è il paragrafo dedicato ai giudizi esercitati dalle Banche di Antro e di Merso, la cui istituzione, funzioni e prerogative sono di molto antecedenti all’estensione del dominio veneziano sul Friuli e la Schiavonia come testimoniano i verbali dei processi tenuti ad Antro nel 1306 e nel 1401. Ai giudizi delle Banche si aggiungevano quelli dei giurisdicenti privati, che però si limitavano alle cause civili e penali con l’esclusione dei reati capitali.
Il capitolo secondo, più breve rispetto agli altri, parla del territorio, della popolazione e delle risorse prodotte nella Schiavonia. Per avere un quadro esauriente della situazione demografica, della ripartizione del suolo risultano molto utili le tabelle riportate in appendice al capitolo. I dati, «in sostanza – scrive Zoppi – mostrano una miseria meno disperata di quella del resto del Friuli, certamente grazie al commercio ambulante, un’attività simile a quella dei cramârs carnici, che alcuni indizi lascerebbero supporre fosse svolta sin dal medioevo» (p. 90).
La novità maggiore del volume è rappresentata dal capitolo terzo dal titolo «Difesa del confine», difesa che caratterizzò profondamente la storia degli Schiavoni e per certi versi fu all’origine e condizionò il particolare trattamento ‘privilegiato’ di questa comunità da parte delle autorità veneziane. Nel primo paragrafo vengono trattate le questioni relative alla strada del Pulfero e degli altri accessi – Luico, Clabuzzaro, Clinaz e San Nicolò – che portavano nelle valli dell’Isonzo e dello Judrio, alle fortificazioni, che in realtà non assunsero mai dimensioni e funzioni importanti, e al confine, che venne definitivamente tracciato nella seconda metà del XVIII secolo. La Schiavonia forniva duecento uomini per la sorveglianza dei cinque passi che portavano in territorio austriaco e questa incombenza rappresentava, per certi versi, il ricambio per i ‘favori’ che la Serenissima assicurava attraverso i ‘privilegi’ e le esenzioni dalle tasse. Interessante, infine, il capitolo dedicato alle battaglie che si svolsero nella Schiavonia o alle quali parteciparono i suoi uomini in armi. In particolare viene ricordata la resistenza del fortino di Robič all’assalto dei Turchi il 23 luglio 1478. In una ducale del 1492 il doge Barbarigo, in riferimento a questo fatto d’armi, conferiva agli Schiavoni il titolo di ‘fidelissimi’ e confermava loro le immunità affinché continuassero a vigilare il confine, come recita il titolo del volume, «ob respectum gentium barbarorum».
Massimo Zoppi
Ob respectum gentium barbarorum – Per timore delle barbare genti / La Slavia veneta 1420-1797
Čedad 2012
Založba: Most società cooperativa a r.l.
185 str.
Cena: 12,00 evrov
Založba: Most società cooperativa a r.l.
185 str.
Cena: 12,00 evrov
Publikacija je v italijanščini.
Mislili smo, da so že raziskali in napisali marsikaj o Benečiji pod Beneško republiko – ob upoštevanju raziskav Carla Podrecce, zadnjih diplomskih nalog in posegov v okviru Beneških kulturnih dnevov. Pa ne: s tega vidika je še marsikaj novega v knjigi Massima Zoppija z naslovom »Ob respectum gentium barbarorum – Per timore delle barbare genti / La Slavia veneta 1420-1797« (»Ob respectum gentium barbarorum – Iz bojazni pred barbarskimi ljudstvi / La Slavia veneta 1420-1797«), ki jo je izdala čedajska Zadruga Most. Marsikaj novega ni v orisanju temeljnih značilnosti institucionalne strukture avtonomije in privilegijev, ki so jih v 377 letih Benečani uživali pod oblastjo Beneške republike. Marsikaj novega je v obširnem številu virov, ki je bilo na razpolago iz državnih arhivov v Benetkah in Vidnu ter iz starodavnih publikacij, ki so doslej ostale neznane ali nedostopne raziskovalcem in gojiteljem na področju domače zgodovine.
Struktura publikacije (ki je nastala na podlagi diplomske naloge, s katero je avtor diplomiral na Univerzi v Padovi pod mentorstvom profesorja Jožeta Pirjevca) je precej linearna a tudi zapletena, saj jo obogatijo razni dodatki k vsakemu odstavku, ki vsebujejo dokumente, tabele, preglede in poglobitve “pripovedovanja”, ki se odvija po besedilu v treh poglavjih.
V začetku obravnava knjiga v prvem obširnem poglavju pravice, privilegije in imunitete (»Diritti, privilegi e immunità«). Drugo poglavje obravnava ozemlje, prebivalstvo in dobrine iz Benečije. Tretje poglavje pa obravnava obrambo ob meji, zaradi katere je domača skupnost uživala privilegije s strani osrednje oblasti v Benetkah.
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