30 nov 2014

Lettera a mia madre - Pismo moji mami

Cara mamma ,quanti anni sono passati da quando mi hai lasciato.Penso sempre com'era bello quando parlavamo come due amiche.Sono passati 37 anni da quel giorno ,ma a me sembra ieri.
Ti ringrazio per gli insegnamenti ed i valori che mi hai dato:mi hai insegnato ad essere sincera ed onesta come lo eri tu.La tua vita è stata dura : sei rimasta orfana da giovane , hai vissuto la guerra,hai perso due fratelli ,hai lasciato la tua patria per andare in Italia,ti sei sposata, hai scritto per il giornale Matajur, ti sei ammalata .Hai vissuto in tempi e situazioni difficili,avresti meritato una vita più tranquilla e bella.
Grazie mamma per avermi educato in uno spirito sloveno,ne sono  molto orgogliosa!


Draga mama, koliko let je minilo odkar si za vedno odšla.Premišljujem, kako  je bilo lepo, ko smo se pogovarjale kod dve prijateljice.Minilo je 37 let, vendar se mi zdi včeraj.Se ti zahvaljujem za vrednote ki si mi dala:si me naučila biti iskrena in poštena, kot si bila ti.Tvoje življenje je bilo težko: si ostala mlada brez mame, si spoznala vojno, si izgubila dva brata, si zapustila svojo zemljo in  šla v Italijo, si se poročila,  si urejala  časopis Matajur, si  zbolela .Si živela v  težkih časih in razmerah, bi zaslužila mirnejše  in lepše življenje .
Hvala mama, da si  me vzgojila v  slovenskem duhu ,sem zelo ponosna na to!


29 nov 2014

Ciclovia Alpe Adria

Il progetto Ciclovia Alpe Adria Radweg CAAR, un esempio di cooperazione transfrontaliera per lo sviluppo della mobilità sostenibile, nasce dalla comune volontà delle tre regioni partecipanti (Regione Friuli Venezia Giulia, Land Salisburgo e Land Carinzia) di individuare un itinerario ciclabile transfrontaliero che, congiungendo Salisburgo con Villach, Udine, Aquileia e Grado, superi il confine fisico costituito dalle Alpi e realizzi un collegamento diretto tra la rete ciclabile centro europea e il mare Adriatico.

Tale progetto è risultato vincitore al bando di gara indetto per il Programma europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg IV Italia-Austria 2007-2013 e vede quale capofila la Regione Friuli Venezia Giulia e partner la Provincia di Udine con i Länder Salisburghese e Carinziano e le rispettive agenzie di promozione turistica.

Il tracciato indicato nelle mappe ripercorre con precisione quello che oggi è la Ciclovia Alpe Adria Radweg CAAR, dal valico di Coccau a Grado, denominata in Italia FVG 1

E' possibile quindi che nel tragitto si trovino situazioni qui non segnalate, in quanto alcuni tratti della FVG 1 sono in fase di completamento.

Di seguito troverete le caratteristiche generali della Ciclovia Alpe Adria, tratto italiano (fonte Regione Friuli Venezia Giulia, Direzione Centrale infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale, lavori pubblici, università).
  • Tratte adatte a tutti i ciclisti: (Coccau - Resiutta e Palmanova -Grado): sono segnalate e per lo più in sede riservata ai soli ciclisti.
  • Tratte adatte al ciclista medio: (Udine Parco Cormor - Palmanova) sono segnalate e con alcuni tratti in promiscuità con il traffico motorizzato, ma a bassa intensità.
  • Tratte adatte al ciclista esperto: (Resiutta - Moggio - Venzone - Bordano - Osoppo - Buja - Udine Parco Cormor) non sono segnalate e hanno parti rilevanti in promiscuità con il traffico motorizzato. Per tali tratte è indispensabile dotarsi del road-book cartaceo o delle tracce georiferite, scaricabili da questo portale.


Andare in bici è divertente ma bisogna rispettare le regole:
  • indossare sempre caschetto omologato, pettorina o bretelle rifrangenti e/o abiti sgargianti, soprattutto di notte ed eventuali altre protezioni come ginocchiere e guanti;
  •  dotare la bicicletta di kit per manutenzione
  •  luci sempre accese e in condizioni di efficienza, sia avanti che sul retro del mezzo;
  •  assicurare i bambini negli appositi sellini omologati;
  •  togliere gli occhiali da sole nelle gallerie;
  •  segnalare con le braccia l'intenzione di svoltare a destra/sinistra o di spostarsi al centro della carreggiata;
  •  controllare di frequente freni e ruote
  •  rispettare il Codice della Strada
  • http://www.turismofvg.it/Terra-dei-Patriarchi/Ciclovia-Alpe-Adria

28 nov 2014

AL PARCO DELLE PREALPI GIULIE E AL PARCO DEL TRIGLAV IL RICONOSCIMENTO DI REGIONE PILOTA TRANSFRONTALIERA

La naturalità del territorio rappresenta un punto di forza del Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie.L’elevata biodiversità, attestata da oltre 1.200 tra specie e sottospecie floristiche oltre alla ricchissima fauna ed all’alto e diversificato numero di habitat, sono evidenti indicatori della significatività e della qualità ambientale dell’area protetta sita al confine con la Slovenia. Proprio oltre tale limite politico – amministrativo si trova uno dei più grandi e vecchi parchi nazionali europei, quello del Triglav (Tricorno). Anche questa è un’area dalle straordinarie caratteristiche naturalistiche.Già da diversi anni le due realtà collaborano attivamente e quotidianamente, tanto da aver ottenuto il riconoscimento di Ecoregione Transfrontaliera Alpi Giulie da Europarc, la federazione europea di parchi.Tale cooperazione ha conseguito nei giorni scorsi un nuovo significativo risultato attraverso il conferimento dell’attestato di regione pilota transfrontaliera per la connettività ecologica. Ciò è avvenuto nell’ambito del 57° Comitato Permanente della Convenzione delle Alpi, il massimo organo di attuazione delle politiche in ambito alpino, tenutosi nei giorni scorsi a Torino.A consegnare l’attestato al Presidente del Parco delle Prealpi Giulie Andrea Beltrame e al direttore del Parco del Triglav Peter Skoberne c’erano il Segretario Generale della Convenzione Markus Reiterer ed il rappresentante del Ministero dell’Ambiente italiano Paolo Angelini, presidente di turno della Convenzione stessa.Nel commentare il nuovo riconoscimento Beltrame ha affermato: “Il riconoscimento di regione pilota transfrontaliera per la connettività ecologica ottenuto insieme al Parco del Triglav conferma l’ottimo stato naturalistico dei nostri territori come pure la forza del legame costruito in questi anni con i colleghi sloveni. L’attestazione ricevuta ribadisce anche la dimensione e l’importanza europea dei nostri territori. Vorrei però ancora una volta sottolineare come anche questo momento debba essere accompagnato da un sempre maggiore impegno a fare in modo che queste eccezionali caratteristiche ambientali possano tradursi in ricadute concrete per chi vive in queste aree e per chi le visita”.

TRIGLAVSKI NARODNI PARK IN PARK JULIJSKIH PREDALP
PREJELA NAZIV ČEZMEJNE PILOTNE REGIJE

Alpska konvencija je na 13. Alpski konferenci v Torinu dne 19. novembra 2014
Triglavski narodni park in italijanski Naravni park Julijsko predgorje priznala za uradno čezmejno pilotno regijo za ekološko povezanost. Zavarovani območji sta z imenovanjem postali deveta tovrstna pilotna regija v Alpah. Imenovanje pomeni priznanje za prizadevanja za trajnostni razvoj in bo omogočilo sodelovanje na področju varstva narave z drugimi pilotnimi regijami, podporo pri tekočih in načrtovanih projektih ter umestitev projektov v subvencijske programe.

Gli uccelli/tiči della Terska dolina

*VISITATE LA TERSKA DOLINA * ALTA VAL TORRE *

Quando vado nella Terska dolina ho l'occasione di vedere la fauna che vola e che sembra mi accompagni a destinazione (ballerina- pliska),le senice si appoggiano anche sui davanzali delle case.


La ballerina bianca o pliska è un passeraceo della famiglia Motacillidae, diffuso in tutta l'Eurasia.
http://it.wikipedia.org/wiki/Motacilla_alba
pliska-ballerina
per  la nidificazione delle senice-cince
 La poiana comune-kanja è un uccello rapace della famiglia Accipitridae. Il suo areale copre la maggior parte dell'Europa e si estende in Asia. Vive in tutte le zone tranne che in quelle più fredde. Preferisce i boschi, ma di solito caccia in territori aperti.

Arriva in Val Torre per cacciare, animali da cortile pochissimi li tengono, selvaggina (ci sono più cacciatori che prede),trovano qualche topo,lucertola...


senica-cincia grigia

senica-cincia
I Paridi (Paridae)  sono una famiglia di uccelli passeriformi di piccole dimensioni, insettivori, che nidificano per lo più negli incavi degli alberi, noti come cince. La famiglia comprende 61 specie di passeriformi diffusi nell'area paleartica, neartica e in Africa.
dahttp://it.wikipedia.org/wiki/Paridae

fringuello ščinkavac
http://it.wikipedia.org/wiki/Fringilla_coelebs

Il fringuello -ščinkavac è un piccolo uccello passeriforme della famiglia Fringillidae

Sono arrivati,li ho visti domenica,uno stormo  di fringuelli si è sollevato da un cespuglio.

27 nov 2014

Lezione 12 di sloveno :Le preposizioni con due casi

učenec     gre    v šolo (lo scolaro va a scuola)

učenec     je      v šoli (lo scolaro è a scuola)

on        dene      knjigo       na mizo    (egli mette il libro sul tavolo)

knjiga    je      na mizi           (il libro è sul tavolo)

Le preposizioni slovene richiedono sempre un determinato caso che non sia il nominativo.Alcune v (in) e na (su) ,ne richiedono persino due.L'accusativo ed il locativo,e precisamente:

  l'accusativo nelle frasi col verbo che denota moto verso luogo;
  il locativo negli altri casi.

   La preposizione v si usa sempre con i nomi di luoghi chiusi,la preposizione na con i nomi di luoghi aperti.
Mentre in italiano in ambedue i casi usiamo talvolta anche altre preposizioni (specialmente la preposizione "a"),in sloveno l'uso è conseguente:

vado in questo campo:grem na to polje(luogo aperto)
vado a scuola : grem v šolo (luogo chiuso)

Altre preposizioni che richiedono due casi,e cioè l'accusativo e lo strumentale sono:

nad:sopra                    pred:davanti a
pod:sotto                     za:dietro a
                 med:fra

Queste preposizioni vogliono

l'accusativo nelle frasi col verbo che denota moto verso luogo;
lo strumentale negli altri casi:

denem knjigo pred učenca :metto il libro davanti allo scolaro
knjiga je pred učencem:il libro è davanti allo scolaro

Distingui;
dove va lo scolaro?:kam gre učenec?
dove abita lo scolaro?:kje stanuje učenec?

lo scolaro va a casa:učenec gre domov
lo scolaro è a casa:učenec je doma

fonte:una grammatica di mia proprietà con diritti scaduti


28/11/2014 18.00 - Ukve/Ugovizza/Ugovize/Uggowitz

immagine da Google


Krampus – Informacijski večer/Serata informativa/Serade informative/Informationsabend 

Zbirališče je ob 18.00 na parkirišču pri restavraciji “Rio Argento” (via Pontebbana, 2). Večer se bo odvijal v bližnjem bunkerju št. 3 “Sbarramento Malborghetto”. V okviru večera bosta Anita Pinagli in Giovanna Mangione spregovorili o starem običaju sprevoda svetega Miklavža s krampusi ter o čustvih, ki so povezani z liki.
Punto di ritrovo alle 18.00 nel parcheggio presso il ristorante “”Rio Argento” (via Pontebbana, 2). La serata si svolgerà nel vicino bunker n. 3 “”Sbarramento Malborghetto”. Nell’ambito della serata Anita Pinagli e Giovanna Mangione parleranno dell’antica usanza dell’arrivo di San Nicolò coi krampus e dei sentimenti collegati a queste figure.
Si cjatisi li de aree di soste dongje il ristorant “Rio Argento” (via Pontebbana, 2). La serade e je inmaneade dentri il bunker n. 3 “Sbarramento Malborghetto” li dongje. Tal ambit de serade Anita Pinagli e Giovanna Mangione a favelaran de antighe usance de rivade di San Nicolau cui krampus e dai sentiments leâts a chestis figuris.
Treffpunkt am Parkplatz in der Nähe des Restaurants “Rio Argento” (via Pontebbana, 2). Der Informationsabend wird im nahe liegenden Bunker Nr. 3 “Sbarramento Malborghetto” organisiert. Im Rahmen des Abends werden Anita Pinagli und Giovanna Mangione sowohl über den alten Brauch, im Rahmen dessen der Heilige Nikolaus und die Krampusse ankommen als auch über die damit verbundene Gefühle reden.

25 nov 2014

Il Progetto "La PECORA NERA" di DEVIS BONANNI e MONICA a RAVEO

 Un ragazzo carnico  e la sua compagna hanno cambiato la loro vita per vivere di ciò che  dà loro la  natura .                                                  
                                                       
                                                PROGETTO PECORA NERA

Ieri ho ascoltato un'interessante intervista a Devis Bonanni,il ragazzo carnico che ha deciso di dare una svolta alla sua vita.Ha lasciato un lavoro da impiegato e si è stabilito  a Raveo in uno stavolo di proprietà dei suoi nonni con  la sua compagna Monica, che ha lasciato il suo lavoro di infermiera  in un grande ospedale emiliano.
Qui Devis coltiva cereali,fagioli,tegoline,patate,pomodori,melanzane.Trasforma le verdure facendo conserve e marmellate,alleva galline.Offre ospitalità anche in cambio di lavoro.


Monica aiuta Devis,ma lavora anche a partime,perchè non è sufficiente ciò che producono,per vivere.Mi è piaciuta l'affermazione di Devis che ha detto che quando a Cortina c'era il black-out elettrico lui invece era al calduccio vicino al suo spolert a legna.






Visita breve 
E' un incontro che di solito si tiene nel fine settimana. Cerchiamo di riunire più ospiti in una sola volta per creare qualche strano incrocio di destini tra chi ci viene a trovare e per non rispondere dieci volte alle stesse domande! 
Decidiamo la data e pubblichiamo l'annuncio sul sito web. Per chi viene da lontano e per chi vuole fermarsi a dormire abbiamo alcuni posti letto. Di solito si chiacchiera ma può scapparci anche qualche faticata! 

Scambio lavoro-ospitalità 
Nei momenti della stagione in cui il lavoro agricolo è più intenso ci serve una mano! Allora potete venire a trovarci per qualche giorno, magari anche per un'intera settimana. 
Dormite nella piccola casetta di legno che vedete nelle foto e che ora è adibita a mensa, salotto e casa degli ospiti. Ci sono tre posti letto e un divano per l'ultimo arrivato! ..... continua qui 
http://www.progettopecoranera.it/index.php?page=ospitalita

 
 il suo blog : http://www.progettopecoranera.it/


Pecoranera

Un ragazzo che ha scelto di vivere nella natura
Pecoranera
Vincitore del Premio Acea Ambiente / Fondazione Portus
 
Tra le montagne della Carnia, la straordinaria storia di un ventenne e della sua scelta di vita coraggiosa e controcorrente

"In questa nuova vita non ci sono domeniche. Le settimane non segnano più il passo. E' la natura a scandire il tempo. Non dovremmo portare più orologi al polso, come cappi al collo"

"Il diario di una bellissima esperienza, i ragazzi dovrebbero leggerlo" Barbara Palombelli
"La narrazione assolutamente genuina e spontanea di un'esperienza di vita"Luca Mercalli
"Un uomo che cambia, cambia il mondo. Questa è l'azione individuale che cambia la società. Devis l'ha fatto e questa è la dimostrazione che è possibile" 
Simone Perotti

"Pecoranera non narra solo la poesia dei boschi, entra anche per diritto nella vera letteratura, quella che mette innanzitutto sulla pagina la complessità di certe vite e di certe scelte, una letteratura che spiega, avverte, mette in guardia, e solo dopo invita a provare" Massimiliano Santarossa, Messaggero Veneto

 
Ha solo vent’anni Devis, quando in lui scocca la scintilla: vivere altrimenti è possibile. All’inizio è solo un sentimento, un’aspirazione, che a poco a poco si trasforma in concreto progetto di vita. Inizia così la sua avventura: da un piccolo orto senza aver mai visto prima una pianta di pomodoro, coltivando patate e cereali per ritrovare un contatto più immediato con la Natura e realizzare una prima, rudimentale forma di autosufficienza alimentare, accompagnata da uno stile di vita semplice ed ecosostenibile. Passa un po’ di tempo e a chi prevede che presto si stancherà di tutto ciò risponde con un atto irrevocabile: a 23 anni si licenzia dall’impiego come tecnico informatico e si trasferisce in una casetta prefabbricata riscaldata da una stufa a legna per dedicarsi a tempo pieno a quella che battezza “vita frugale”. Sono gli anni della crociata solitaria, caratterizzati da avventure e disavventure di ogni tipo, da episodi epici e tragicomici. Sono gli anni in cui nasce e matura un rapporto simbiotico con la Natura e i suoi elementi. E proprio quando le forze sembrano esaurirsi e l’entusiasmo delle prime stagioni vacilla, in Devis matura la convinzione che non potrà proseguire oltre senza condividere con altri il suo cammino.
“Si definisce pecora nera della famiglia o di un gruppo di conoscenti un individuo che ha imboccato una cattiva strada o che non soddisfa le aspettative degli altri componenti.” Pecoranera potrebbe essere solo l’espressione di un disagio generazionale, di una frattura già vista tra genitori e figli, tra il boom economico e la decrescita felice. Ma nel libro c’è anche altro: proposta e non protesta, tensione positiva proiettata nel futuro, un percorso di crescita individuale che si snoda in una mescolanza di anarchia contadina e sensibilità ecologica.
progettopecoranera.itUn breve estratto del documentario che MTV ha dedicato alla storia di Devis:http://vimeo.com/33020277

Il sito di Devis: www.progettopecoranera.it

La pagina Facebook di Pecoranera: http://www.facebook.com/pecoraneralibro

Devis parla del libro con Barbara Palombelli a "28 minuti" su Rai Radio 2:http://www.radio.rai.it/podcast/A42435254.mp3


I nostri giovani non sono bamboccioni,sanno inventarsi un lavoro.Devis e Monica hanno avuto il coraggio di lasciare un lavoro sicuro per inventarsene uno faticoso,ma che dà loro maggior soddisfazioni.
BRAVI DEVIS E MONICA DELLA PECORA NERA !!!


24 nov 2014

Etnia, cittadinanza e nazionalità:definizioni

Rileggendo un libro della mia biblioteca,mi sono piaciute queste definizioni spiegate molto chiaramente e riferite al Friuli.Penso che potranno chiarire le idee a molte persone.

etnia è un raggruppamento di persone basato su caratteri culturali e linguistici,usato in linguaggio giornalistico con il significato di minoranza ,gruppo etnico minoritario.

cittadinanza è un legame giuridico ,territoriale ed anagrafico che  un individuo ha con uno stato ,con tutti i diritti e i doveri che ne conseguono,rispetto alle leggi,alle tasse,alle elezioni,ecc...


nazionalità è il legame linguistico e intellettuale con una nazione nella quale la comunità si riconosce come il prodotto di una storia ed una cultura comune.

Ecco perchè il legame linguistico ed intellettuale con una nazione nella quale la comunità si riconosce come il prodotto di una storia ed una cultura comune.
Ecco perchè essere italiano,sloveno o croato di minoranza etnica non significa in alcun modo desiderare l'annessione del proprio territorio all'Italia,alla Slovenia o alla Croazia,come alcuni credono,ma è semplicemente il segno dell'appartenenza e della partecipazione alla sfera etnica culturale e linguistica italiana,slovena o croata,vissuta come cittadini che abitano all'interno di uno stato diverso e,soprattutto,all'interno della società civile di quello stato.

fonte "Etnie senza frontiere "di Franco Fornasaro

Seminato l’aglio resiano- Vsadili rezijanski “strok”

L’abbondante nevicata di qualche giorno fa, che ha fatto prendere alle montagne che circondano la Val Resia il classico aspetto invernale, ha posto fine alle complesse operazioni di semina del noto aglio resiano, in dialetto “Strok”. Per la cronaca Livio Pielich e Madotto Bruno sono stati gli ultimi a terminare i lavori collegati alla semina che quest’anno hanno visto un bell’incremento sia in termini di quantità di bulbi messi a dimora, sia nel numero di nuovi produttori che hanno messo a produzione molti altri terreni incolti. Ed ora l’aglio riposa nella generosa terra resiana sotto una articolata pacciamatura formata da uno strato di letame, una soffice copertura di foglie secche e ancora sopra un abbondante coltre di fieno; una protezione che servirà all’aglio per svernare e “traghettare” il bulbo a fine mese di aprile, quando le prime miti temperature “sveglieranno” il seme che comincerà a germogliare e crescere sotto lo stretto controllo dei premurosi produttori resiani. Più o meno a metà del prossimo luglio sarà effettuato il raccolto di questo prezioso prodotto che, dopo un periodo di naturale essiccazione, sarà commercializzato nelle tante iniziative organizzate per l’occasione in tutta la Val Resia ed in particolare nel corso della manifestazione “La nostra terra – terra di arrotini” che si svolgerà a Stolvizza sabato 8 e domenica 9 agosto 2015. Un lungo percorso quindi attende questa lunga crescita, un gravoso impegno da parte dei produttori che giustifica sicuramente il prezzo superiore alla media di mercato, ma che conferma anche la bontà di questo prodotto di nicchia, che è anche presidio slow food e che negli ultimi anni si è creato uno spazio commerciale quanto mai significativo. Il successo di questo prodotto nasce dalla consapevolezza di essere di fronte ad un grande prodotto della terra della montagna friulana, un frutto dal sapore e profumo inimitabile che le associazioni in particolare “ViviStolvizza”, hanno da sempre promosso con grande efficacia tanto che le richieste del prodotto resiano sono andate via via sempre più crescendo. Attualmente i produttori non hanno più aglio da commercializzare mentre presenti e molto richiesti sono i suoi derivati che potranno essere acquistati anche nei due mercatini di Natale che si terranno a Stolvizza mercoledì 24 e venerdì 26 dicembre in occasione della suggestiva manifestazione “Notte di Natale in Val Resia” che, come sempre, veicolerà su Stolvizza un gran numero di turisti. Nel cuore della produzione di aglio inoltre, da Severino a Stolvizza, si possono ancora gustare piatti unici a base di aglio: crostini alla crema d’aglio, zuppa d’aglio e pasticcio di aglio che hanno conquistato un gran numero di buongustai.

Prvo obilno sneženje letošnje zimske sezone je označilo konec sajenja znamenitega rezijanskega česna, ki ga po domače imenujejo “strok”. V Reziji je česen največja kmetijska posebnost. Kot veliko redkost so ga pred izumrtjem rešili rezijanski kmetovalci v sodelovanju z gibanjem “Slow Food”.Proti koncu novembra stavijo semena v zemljo, nato jih prekrijejo z gnojem, suhim listjem in obilo sena. Nato semena počivajo. Prebudila jih bo šele aprila pomladanska toplota. Novi česen bodo izkopali v privi polovici julija, potem ga bodo par tednov sušili. Pripravljen bo za prodajo meseca avgusta.
http://www.dom.it/seminato-laglio-resiano_vsadili-rezijanski-strok/

22 nov 2014

Slovenci v Reziji?

«L’interrogativo, se considerare o no sloveni gli abitanti di Resia, è riferito alla realtà complessa di Resia, dove i contrasti sono dovuti a questa conflittualità di fondo. Sul piano genetico e linguistico, gli abitanti di Resia sono sicuramente parte dell’insediamento etnico sloveno e, di conseguenza, il dialetto resiano rientra tra i dialetti sloveni. Diversa è la prospettiva sociolinguistica, legata all’appartenenza nazionale dichiarata dalla popolazione. Oggi la maggior parte della popolazione di Resia non si considera slovena».
Per quale motivo?
«Per secoli, a causa dell’isolamento geografico, i resiani hanno vissuto separati dal restante territorio etnico sloveno».
Se in Slovenia Resia viene vista come una terra bella, misteriosa, ma a volte triste, in Italia viene considerata in modo del tutto diverso, vero?
«Nel periodo della guerra fredda gli italiani vedevano una minaccia in tutto ciò che aveva connotazione slovena, considerando la slovenità l’equivalente del comunismo. Oggi Resia  è considerata parte del territorio italiano, abitato da cittadini italiani. Gli italiani, infatti, identificano la cittadinanza con la nazionalità; se sei cittadino italiano sei italiano. In Europa i concetti di nazionalità e di cittadinanza vengono interpretati in modo molto diverso. Così come l’Italia, anche gli altri Stati in cui si parla una lingua romanza non fanno un distinguo tra i due concetti. Per i popoli germanici, invece, conta l’origine. Se, per esempio, nelle mie vene scorre sangue tedesco, sono tedesco, anche se vivo in Russia e non conosco una parola di tedesco. Nei popoli slavi la nazionalità è legata soprattutto alla cultura e alla lingua: uno sloveno della Carinzia, per esempio, conserverà la sua identità slovena, se coltiverà la lingua, le tradizioni, i canti e i balli sloveni.Noi sloveni, dunque, non interpretiamo la coscienza nazionale nello stesso modo degli italiani. Per questo motivo molti italiani non riescono a cogliere il concetto di nazionalità come lo intendiamo noi sloveni.
http://www.dom.it/resiani-fieri-specialita_rezijani-ponosni-so-posebni/

La stessa motivazione vale anche  per tutte le persone della Benecia che non si considerano slovene.

Slovenci v Reziji :incontro per la presentazione del libro



Gli sloveni in Val Resia, gli aspetti giuridici e la situazione attuale della minoranza slovena è il tema affrontato nella pubblicazione scientifica scritta dal ricercatore Dejan Valentinčič che è stata pubblicata in collaborazione dall'Università di Klagenfurt, dagli Istituti Karantanija e Jože Pučnik nonchè dalla Facoltà per gli studi europei e nazionali di Kranj.
Si è tenuto giovedì sera a Gorizia un incontro per la presentazione del libro .L'autore  ha affrontato in maniera dettagliata il tema del  lavoro della sua ricerca riguardo la popolazione slovena della Val Resia.Ad arricchire la serata è stata la testimonianza diretta della situazione nella valle di due importanti operatori culturali del luogo, che con il loro lavoro quotidiano sono impegnati nella conservazione dell'eredità resiana della lingua e della cultura: Sandro Quaglia, membro del direttivo del SSO (Confederazione organizzazioni slovene) e dipendente del Museo della popolazione resiana e Pamela Pielich, coordinatrice del gruppo folcloristico Val Resia e consigliere nel Consiglio comunale resiano nel periodo travagliato a causa dell'emissione della prima carta d'identità bilingue. Sandro Quaglia, ha affermato che a Resia in genere non credono che ci sia una connessione tra l'origine dei dialetti e le diverse etnie. "Se si parla il dialetto sloveno, siamo quindi sloveni?"Questa logica non è molto diffusa a Resia.il percorso sulle proprie origini ognuno deve farle da sè.
La stessa cosa hanno dovuto fare  gli abitanti delle Valli del Natisone dove sono più consapevoli,perchè c'è la scuola bilingue.
Sandro Quaglia ha proposto anche a Resia di istituire una scuola bilingue,ma la cosa non è piaciuta.Per il futuro di Resia e della sua comunità secondo Valentinčič è determinante la scuola ed un maggior numero di bambini iscritti.Valentinčič e Quaglia hanno parlato della trasformazione negli anni dei dialetti sloveni,compreso il resiano,dove c'è una grande differenza fra la parlata degli anziani e dei giovani per l'influsso del friulano ed italiano. Il dialetto locale prevale tra le persone del posto che hanno trenta o più anni.i più giovani comunicano fra loro in italiano,ha sottolineato Quaglia. Valentinčič durante la sua ricerca ha rilevato che i resiani sono generalmente molto orgogliosi delle proprie tradizioni e  cultura, mentre  nel  resto  della Benecia c'è un  certo senso di inferiorità. Per quanto riguarda il grado di vitalità della lingua, a suo parere, in Val Torre-Terska dolina la situazione è la peggiore.
Il libro "Slovenci v Reziji?" edito in sloveno ed inglese è già esaurito e presto uscirà una ristampa.

fonte rielaborazione e traduzione di articoli trovati sul web

21 nov 2014

Vivere per leggere-leggere per vivere


Maurizio Mattiuzza finalista al premio Soldati

                         Domenica 23 alle 18 al teatro Ristori di Cividale.
Maurizio Mattiuzza: poeta, scrittore, agitatore culturale è nato alle porte di Zurigo nel luglio del ‘65. Vive in Friuli dal ‘76 . Punk-rocker della prima ora e mezza, ha prestato voce e caviglie alla scena friulana degli anni ‘80 passando poi a condurre, per diverse stagioni, programmi di indie-rock su alcune radio, inclusa la mitica Onde Furlane. Laureato in scienze politiche ha fotocopiato ed incollato fanzines di ogni sorta, prima di debuttare felice su Usmis, rivista di cui ha condiviso rizomi e sbocchi fino a pubblicare, nel ‘97, La cjase su l’ôr, suo primo libro solista. Co-fondatore del movimento di azione poetica dei “Trastolons”, ha calcato con gli stessi i palchi e le pagine di una raccolta colletiva intitolata Tons Trastolons e dell’audiolibro Tananai. Nell’autunno 2001 ha inoltre pubblicato assieme al cantautore carnico Lino Straulino, curandone i testi e le parti recitate, l’album Tiere Nere (nota records) sull’onda del quale è nata una intensa attività live che ha toccato diversi clubs tra Friuli, Veneto e Piemonte. Suoi racconti ed articoli sono stati pubblicati sulle riviste “La Comugne” e “PaginaZero”. L’inutile necessitâ(t) è il suo secondo libro.

Presentata la storia della Slavia-Predstavili beneško zgodovino


Grande interesse e pubblico numeroso giovedì 20 novembre nella libreria «Odos» a Udine per la prsentazione dei tre volumi editi dalla cooperativa «Most» in collaborazione con l’associazione «don Eugenio Blanchini» e la Confederazione delle organizzazioni slovene. Si tratta di «Slavia-Benečija. Una storia nella storia» e «Benečija. Ko se mala in velika zgodovina srečata» di Giorgio Banchig (illustrazioni di Moreno Tomasetig) e «Moj dnevnik. La seconda guerra mondiale vista e vissuta nel ‘focolaio’ della canonica di Lasiz» di don Antonio Cuffolo nella seconda edizione curata dallo stesso Banchig. Moderati da Riccardo Ruttar, coordinatore del gruppo «S. Girolamo-Sloveni a Udine» in seno all’associazione “Blanchini”, sono intervenuti il teologo e direttore del «Dom», mons. Marino Qualizza, il docente di sloveno all’Università di Udine, Roberto Dapit, l’autore e l’illustratore. I tre volumi saranno  presentati mercoledì 26 novembre a Lubiana, al «Cankarjev dom» alle 11, in occasione della Fiera del libro. La presentazione della storia della Slavia avrà luogo, poi, venerdì 5 dicembre alle 18 nella sala consiliare di San Leonardo.

V četartak, 20. novemberja, so pred številno publiko v knjigarni (libreriji) Odos v Vidnu  predstavili bukva »Benečija. Ko se mala in velika zgodovina srečata«, ki jih je ilustriru Moreno Tomasetig in so izšle par zadrugi Most v sodelovanju z združenjam Blankin in s Svetom slovenskih organizacij. Gre za dvoje bukva, po slovensko in po italijansko. Nastale so na podlagi 103. nadaljevanjih, ki so izšla v Domu od lieta 2006 do lieta 2010. Predstavili so tudi drugo pregledano in dopunjeno izdajo Mojega dnevnika g. Antona Cuffola o drugi svetovni vojski, ki jo je urediu le Giorgio Banchig in izdala zadruga Most v sodelovanju z združenjam Blankin in s Svetom slovenskih organizacij. Vičer je povezavu Riccardo Ruttar, koordinator  Skupine Sv. Hieronima-Slovenci v Vidnu par združenju Blankin. Guorila sta teolog in direktor petnajstdnevnika Dom msgr. Marino Qualizza in profesor slovenskega jezika na videnski univerzi Roberto Dapit, ter avtor in ilustrator. Obuoje bukva bojo  predstavili v Ljubljani v sriedo 26. novemberja ob 11. uri v dvorani Lili Novy v Cankarjevem domu. Tuole bo na konferenci za časnikarje, ki jo bojo imele slovenske založniške hiše v Italiji na začetku knjižnega sejma, ki puojde naprej do 30. novemberja. Hmal’ potle bojo bukva o zgodovini predstavili v sami Benečiji. Zgodilo se bo v petak 5. dičemberja ob 18. uri v Gorenji Miersi, v dvorani konseja podutanskega kamuna, ki je dau pokroviteljstvo (patrocinio). Guorili bojo profesor cerkvene zgodovine msgr. Sandro Piussi, sekretar na Ministerstvu za kulturo Republike Slovenije Silvester Gaberšček in profesor slovenskega jezika na videnski univerzi Roberto Dapit. Parsotna bota seviede avtor in ilustrator.
dal dom

20 nov 2014

Favole

Molte favole che hanno come protagonisti San Pietro e Gesù  che vanno in giro per il mondo si ritrovano in Slovenia ,Carnia e Benecia.

Favola resiana

 Una volta Gesù e San Pietro camminavano lungo un sentiero  e videro una donna  che seminava le rape nel suo ripido campicello.
Gesù chiese alla donna per chi seminasse le rape e lei rispose che lo faceva per lei e la sua famiglia,
continuarono a camminare e  Gesù fece la stessa domanda ad un'altra donna.
La donna
si girò verso di lui ed affermò che seminava per i ladri,poi per i poveri ed infine per la sua famiglia,se Gesù lo avesse voluto.
Quando era ora di raccogliere le rape ,la prima donna non raccolse nulla ,mentre la seconda dopo aver sfamato i ladri e i poveri,raccolse tante rape anche per la sua famiglia.

fonte: racconto di mia nonna














Do 15. aprila zimske gume -Fino al 15 aprile gomme invernali

Dal 15 novembre al 15 aprile sulle strade delle zone di montagna del Fvg è obbligatorio avere gli pneumatici invernali, o avere a bordo le catene. Dal 15 novembre al 15 marzo le stesse condizioni sono obbligatorie in Slovenia, mentre dal 15 novembre al 15 aprile in Austria.

Od 15. novembra 2014 do 15. aprila 2015 bo obvezno imeti nameščene zimske gume za avtomobile, ki se bodo vozili po gorskih cestah v Furlaniji Julijski krajini. Tisti, ki ne bodo imeli nameščenih zimskih pnevmatik, naj imajo s sabo snežne verige, da bi jih namestili v primeru sneženja.V Sloveniji je za vsa motorna vozila obvezna uporaba zimske opreme v obdobju med 15.11. in 15.3. oz. pred ali po tem datumu v primeru zimskih razmer. Predpisi omogočajo uporabo zimskih in pod določenimi pogoji tudi letnih pnevmatik, vendar nacionalna avtomobilna zveza (AMZS) svetuje pa voznikom, da na svoja vozila namestijo zimske pnevmatike, ker bodo zaradi svoje zgradbe in sestave v zimskih voznih razmerah le te omogočale varno in zanesljivo vožnjo. Od 1. novembra in vse do 15. aprila je tudi v Avstriji obvezno imeti nameščene zimske pnevmatike, da bi vozili po cestih, ki so v “zimskih razmerih”. Če jih nimate montiranih, imejte s sabo verige.

http://www.dom.it/od-15-11-zimske-gume_dal-15-novembre-pneumatici-invernali/

19 nov 2014

L'ultima estate

 L’ultima estate l’articolo pubblicato sul Novi Matajur

https://www.facebook.com/lultimaestate




Questa è la storia vera della prima vittima sull’Isonzo e degli ultimi giorni di un mondo scomparso www.ultimaestate.net

SLAVIA: Un unico popolo e un’unica lingua, alle origini degli slavi

di Matteo Zola

Da dove vengono gli slavi? Quale fu il loro spazio originario? Sono interrogativi senza risposta. Sappiamo che appartengono al grande ceppo indoeuropeo, e sappiamo che giunsero alle porte d’Europa tra il secondo e il terzo secolo dopo Cristo. Cosa fu di loro prima di allora lo si può a malapena dedurre dai ritrovamenti archeologici che ne mostrano la progressiva “iranizzazione” (non pensate all’odierno Iran, che pure non sarebbe così sbagliato, ma a sarmati, sciti, alani, popolazioni indoeuropee – come gli iraniani di oggi – che occuparono l’area della moderna Persia). Dalle popolazioni iraniche apprenderanno anzitutto la coltivazione della terra e la cremazione dei morti, tratti salienti della cultura slava fino alla conversione al Cristianesimo avvenuta, più o meno, intorno all’anno Mille.
Quando arrivano alle porte d’Europa gli slavi hanno una cultura definita, una propria produzione artigianale e una forte connotazione agricola. Non hanno scrittura (non l’avranno fino al nono secolo dopo Cristo) ma parlano la stessa lingua, lo “slavo comune“. Si stanziano nel bacino del Pripjat, tra i fiume Dnestr e Dnepr, o almeno così si crede. A spingerli in quelle terre, a cavallo tra le moderne Ucraina e Bielorussia, è la spinta di altri popoli che premono verso ovest. E’ infatti quella l’età delle grandi migrazioni.
Lo “slavo comune”
La lingua originaria degli slavi è oggi deducibile grazie alla filologia, esistono infatti molte parole comuni nelle moderne lingue slave grazie a cui è stato possibile stabilire quale fosse il “proto-slavo”, detto anche “slavo comune”, da non confondersi con il “paleoslavo”, di cui parleremo in futuro, che è stata la prima lingua letteraria. Lo “slavo comune” andò differenziandosi via via che le tribù slave si allontanavano tra loro, nello spazio e nel tempo, dopo aver lasciato la “culla” originaria nel bacino del Pripjat. Cosa fu a dividerle? La spinta di altre popolazioni provenienti da oriente, come gli unni e gli avari, frantumarono l’unità slava costringendo le tribù a disperdersi. Queste, nella loro diaspora, arriveranno a occupare uno spazio immenso che va dal Baltico al Mar Nero. L’uniformità linguistica ha retto fino al nono secolo, pur deteriorandosi rapidamente dal sesto secolo in poi. Ne sono nate una dozzina di lingue tra loro collegate da molti dialetti. Oggi, da Mosca a Praga a Skopje, la differenza non è così grande come sembra e sono ancora circa millesettecento le parole comuni.
La differenziazione è stata progressiva, tuttavia è stata più marcata dove la continuità tra genti slave è stata spezzata. Ad esempio gli slavi che, dalla “culla” originaria, si diressero verso ovest, si trovarono a un certo punto separati dagli slavi del sud a causa della presenza germanica e magiara. Le lingue slave si dividono oggi in tre gruppi che raccolgono lingue tra loro simili:
- lingue slave occidentali: polacco, ceco, slovacco, sorabo e casciubo
- lingue slave orientali: russo, bielorusso, ucraino
- lingue slave meridionali: sloveno, macedone, serbocroato e bulgaro (sul serbocroato, che tante questioni ha sollevato dopo la fine delle guerre jugoslave, si legga qui)
Il vocabolario comune
Dal vocabolario comune possiamo comprendere quali fossero le conoscenze tecniche degli slavi e come fosse il loro ambiente originario: descrivevano l’ambiente circostante con termini specifici per l’elemento acquatico (fiume, torrente, lago, mare ma anche palude, fango, acquitrino, ghiaccio). Conoscevano le stagioni, segno che vivevano in una zona temperata, e sapevano definire il tempo. Fanno pare del vocabolario comune il miglio, l’orzo, l’avena, la canapa e il lino, e usavano l’aratro, la vanga, il rastrello, il falcetto e la zappa. Conoscevano l’albero del melo ma non il faggio, cui diedero nome solo dopo essere migrati verso le terre dei germani (lo chiameranno “buk”, dal tedesco “buche”). Il loro mondo spirituale era fatto di divinità legate alla terra, alla guerra, ma anche a virtù morali (come amore, odio, giustizia, vendetta, bene e male, saggezza e castigo) che avevano sviluppato ben prima dell’incontro con il Cristianesimo. Ma è nella definizione delle strutture famigliari che raggiungono livelli tali da superare i germani, segno dell’importanza e della complessità dei rapporti sociali. I termini per descrivere queste realtà restano ancora oggi comuni ai popoli slavi.
La radice indoeuropea
Anche se i nazisti sostenevano il contrario, gli slavi sono indoeuropei (indogermanici o indoariani, come dicevano a Berlino). Questo si riscontra proprio nel vocabolario famigliare: mat, in russo, e mati in ucraino, ceco, serbocroato, bulgaro e sloveno, sono l’equivalente del latino mater e del tedesco mutter. Nel russo e nel bulgaro il termine sestra corrisponde al latino soror, quindi sorella, soeur, sister. Lo stesso vale per il russo brat, che è brother in inglese e frater in latino. La casa è dom in molte lingue slave, come in latino è domus, ed evidente è la comune origine del latino mare e dello slavo more. Interessante, in ambito tecnico, la parola kamen, che in slavo vuol dire pietra ma la cui radice “kam” è da accomunare alla radice germanica “ham“, che in inglese dà “hammer” (martello, che è fatto di pietra) e l’islandese hamarr conserva il significato originario di “roccia”.
Lo spazio slavo originario resta tuttavia difficile da definire e proprio per questo si è spesso prestato ad essere immaginato. E’ anzitutto uno spazio psicologico, un luogo vasto e perduto cui riandare nei momenti di difficoltà, quando l’identità delle nazioni slave è oppressa. Un’identità tuttavia forte, la cui specificità si è mantenuta grazie al relativo isolamento in cui gli slavi si sono trovati tra il 1000 a.C. e il 500 d.C.. Da quel momento in poi inizierà la storia degli slavi per come oggi la conosciamo. Una storia europea che vi racconteremo nelle prossime puntate.

(immagine Wikipedia: le lingue slave oggi)

Licenza Creative Commons

18 nov 2014

Monte Lussari-Višarje

E' arrivata la neve sul Lussari- Višarje
http://www.meteomin.it/WebCam/webcam_Lussari.asp


Il Monte Santo di Lussari (1.790 m s.l.m. - detto anche Svete Višarje in sloveno,
 La Mont Sante dal Lussâr in friulanoLuschariberg in tedesco) è una montagna delle Alpi Giulie.
Si trova nel comune di Tarvisio (UD), a sud della frazione di Camporosso.
Il nome in sloveno significa letteralmente "Le sante alture".
Il Lussari, con i suoi 1.789 m s.l.m., non è una delle maggiori cime delle Alpi Giulie e deve la
 sua fama
 principalmente al convento sorto nel XVI secolo in cima al monte.
Dalla sua sommità si gode un ampio panorama sulla conca del tarvisiano e sulle alture circostanti,
 quali i gruppi del Mangart e del Jof di Montasio . Dalla cima si dipartono diversi sentieri, il più noto dei quali 
è quello che porta alla Cima del cacciatore a 2.071 m s.l.m.

Il santuario

La prima cappella, della quale non rimane più traccia, venne costruita nel 1360 nel luogo ove secondo la
tradizione venne ritrovata una statuetta della Madonna con il Bambino.
L’attuale chiesa risale invece al 1500 ed al 1600. Nel corso dei secoli ha subito alcuni danneggiamenti:
nel 1807 venne colpita da un fulmine e nel 1915 venne bombardata, ma venne sempre ricostruita
. Nell’anno 2000, in occasione del Giubileo, la chiesa è stata completamente ristrutturata e rinnovata.
La chiesa è chiamata anche “dei tre popoli”, in quanto è luogo di pellegrinaggio per le genti di tutte e tre
 le nazionalità confinanti: austriaci, italiani e sloveni.

La stazione sciistica

Il Lussari è anche una stazione sciistica: è raggiungibile con la telecabina che porta gli sciatori, da
dicembre ad aprile, a cimentarsi sulle svariate piste che sorgono sui fianchi del monte quali la Di Prampero
 (con una lunghezza di 3.920 m ed un dislivello di 940 m) e la Alpe Limerza. Questa pista, oltre che essere stata
teatro di numerose gare di sci valevoli per la Coppa Europa, ha ospitato la Coppa del Mondo di sci
femminile nel 2007, nel 2009, e il 5 e 6 marzo 2011.

La telecabina

Dalla frazione di Camporosso, ad 805 m s.l.m. parte una moderna telecabina, che con una lunghezza di 3.070 m ed una portata di 1.880 persone/ora porta in poco più di 11 minuti a quota 1.760, ai piedi del borgo abitato ed all’inizio delle pista da sci.

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