30 ago 2012

EMERGENZA SICCITA'

«Il perdurare della siccità sta compromettendo, anche nelle zone resistenti, gran parte delle produzioni agricole, con danni che in alcune località sono praticamente pari al 100 per cento per le coltivazioni di mais e soia». Inizia così la lettera urgente che Ennio Benedetti, presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia) del Fvg, ha inviato all’assessore regionale e al direttore centrale alle risorse agricole.
«Al fine di consentire alle aziende colpite di beneficiare della riduzione dei contributi Inps e di eventuali altre riduzioni fiscali – prosegue Benedetti – chiediamo che gli Ispettorati provinciali I competenti provvedano ai sopraluoghi di campagna per la stima dei danni e la conseguente delimitazione dei territori colpiti i quali, secondo le nostre stime, riguardano praticamente l’intero territorio regionale. Si chiede inoltre che la Regione metta in atto tutte le misure possibili (credito agevolato, calamità naturali ecc.), al fine di venire incontro alle difficoltà economiche che le imprese stanno vivendo. Si sottolinea inoltre – conclude il presidente della Cia Fvg – che a tutt’ora parecchie aziende non hanno ancora ricevuto i contributi per i danni subiti dalla siccità del 2006. Sarebbe quanto mai opportuno, dunque, provvedere al pagamento delle domande presentate».
http://www.teatronaturale.it/tracce/italia/

di C. S.



In questo fine settimana sia in provincia di Udine che di Pordenone si sono visti campi di mais già mietuti.Così almeno di ciò che è rimasto del mais potranno usufruire gli animali!!!

28 ago 2012

FESTA IN Val D'ALBA(Dordolla)

Riserva naturale regionale della Val Alba
Moggio Udinese


Udine - Friuli Venezia Giulia - Italy












Val Alba in Festa


Il piccolo e storico asilo della suggestiva frazione di Dordolla ospita il nuovissimo allestimento espositivo dedicato alla Riserva naturale regionale della Val Alba


Degustazioni piatti locali, escursioni e animazioni per bimbi



Inaugurazione domenica 2 settembre


dalle 7.30 e per tutto il giorno

27 ago 2012

SLOVENSKI PREGOVOR(DETTO)

L'albero giovane si può raddrizzare,il vecchio si spezza.



 
Mlado drevo se da zravnati, staro se zlomi.
 

SOS aiuto per banner

Chi mi aiuta a farlo?-Cari amici ho già fatto 2 volte il banner per scambio banner net-parade,ma me l'hanno scartato 2 volte!!!Evidentemente non so farlo!!!
vi allego il regolamento
http://scambiobanner.net-parade.it/banner.aspx

GRAZIE a chi si offre!!!

23 ago 2012

Riaperto il complesso turistico "Ai ciclamini"




Ha riaperto il 14 agosto il complesso turistico "Ai ciclamini"grazie all'intraprendenza delle sorelle Giada e Morena Molaro di Ter.Le ragazze hanno coraggiosamente dato via all'avventura lasciando precedenti e sicure occupazioni.
La cucina offre piatti tipici e casalinghi.(tel.0432/787916)
La struttura si compone di un locale ristorante con alloggio e del centro visite,foresteria e punto informativo del Parco delle Prealpi Giulie.La due unità ora vengono gestite da un soggetto unico.
L'obiettivo dell'operazione è migliorare l'offerta e richiamare più turisti.
fonte:dal web

Festa a Brieh-Pers domenica 26 agosto


Domenica 26 agosto è in programma la festa della Madonna della Guardia nel paesino ormai disabitato Brieh-Pers.
LA STORIA
La piccola frazione è stata l'ultima ad essere raggiunta da una strada carrozzabile.La frazione di Pers agli inizi del 900 faceva parte del Comune di Montenars, per passare poi nel 1926 sotto il Comune di Artegna. Al termine della seconda guerra mondiale ritornò nuovamente a far parte del Comune di Montenars e solo nel 1958 trovò la definitiva collocazione nel Comune di Lusevera.  A causa dell'isolamento i Briezeni hanno cominciato ad emigrare fin dagli anni '30.La meta preferita era la città di Genova.
I Briezeni di Genova nel'46 acquistarono,con i soldi raccolti mediante una sottoscrizione, la statua lignea della Madonna della Guardia che venne collocata nella chiesetta di Brieh,distrutta dal terremoto.Essa è ora sistemata in una nuova cappella,di cui ricorrono ora i dieci anni di consacrazione.
Il terremoto del 1976 ha completamente distrutto la chiesa ed anche tutte le abitazioni di Pers. L'unica costruzione che ha resistito alla furia del sisma è lo scantinato delle scuola elementare. Fortunatamente c'è stato soltanto un morto e solo qualche ferito fra i pochi abitanti che ancora popolavano la piccola frazione. A seguito del sisma anche questi, pur con molto rammarico, decisero di abbandonare il paese ad esclusione di una persona e l'anziana madre.
Questa statua è l'unico ricordo che è stato salvato della chiesa preesistente e dopo il sisma è stata custodita per parecchio tempo nella chiesa di Stella di Tarcento prima di venir trasferita a Tarcento  per essere restaurata.
Domenica 26 agosto  ci sarà festa.Alle 11.30 davanti alla Cappella sarà celebrata una messa dall'arcivescovo emerito Pietro Brollo e dal parroco di Montenars don Dino Pezzetta.Si potrà pranzare ed ascoltare musica.
fonte-dal web e dal Novi Matajur(articolo di I.Cerno)







 

22 ago 2012

LA COMUNITA' SLOVENA NEL FVG(enc.Treccani 2011)

Slovena, comunita'

Enciclopedia dell'Italiano (2011)

di Rosanna Benacchio
slovena, comunità
1. Preliminari
L’area abitata dagli slavi alpini, un tempo più estesa verso ovest, è attualmente ristretta alla fascia di confine con la Slovenia, nella parte orientale del Friuli-Venezia Giulia(fig. 1).  . La colonizzazione degli attuali territori slovenofoni in Italia avvenne tra la fine del VI e gli inizi del VII secolo, epoca in cui una parte delle popolazioni slave si allontanò dalla zona di insediamento originaria (grosso modo, la zona carpatica) dirigendosi verso sud-ovest, nell’area compresa tra le Alpi e i Balcani (➔minoranze linguistiche).
Va fatta una sostanziale distinzione tra le minoranze della provincia di Udine (a parte il caso della Val Canale) da un lato e quelle di Gorizia e Trieste dall’altro. Fin dal XV secolo, con l’instaurarsi del dominio della Serenissima, le zone slovenofone del Friuli hanno sempre condiviso la storia di questa regione, mentre le province di Trieste e Gorizia hanno condiviso per secoli il destino degli sloveni d’Oltralpe. Questa diversità si è riflessa anche sul diverso status delle minoranze slovene: quelle del Friuli mostrano un senso di appartenenza all’area culturale slovena meno sviluppato, e solo di recente (1999) sono state riconosciute come minoranze linguistiche. La consistenza demografica complessiva della minoranza slovenofona è attualmente stimabile in poco più di 60.000 persone (Toso 2008: 81).
2. Le minoranze slovene del Friuli
2.1 Generalità
Appartengono alla provincia di Udine le comunità della Val Resia, delle Valli del Torre e del Natisone (che costituiscono il territorio della cosiddetta Benecia), nonché, separate da queste, più ad ovest, le comunità della Val Canale. Fatta eccezione per quelli della Val Canale (§ 2.5), si tratta di dialetti parlati sul versante occidentale delle Alpi Giulie, per la maggior parte circondati dall’area linguistica romanza, a contatto con la quale hanno vissuto per secoli. Fin dal 1420, in seguito alla caduta del Patriarcato di Aquileia, questi territori entrarono a far parte della Repubblica di Venezia, condividendo da quel momento le vicende storiche del Friuli: alla caduta della Serenissima, dopo le guerre napoleoniche e mezzo secolo di dominazione austriaca (1814-1866), divennero parte dello Stato italiano. Sia dal punto di vista economico che linguistico-culturale, questi territori non facevano quindi riferimento all’area slovena, bensì a quella romanza. Per la precisione, fino al 1866, il friulano era l’unica lingua in contatto con i dialetti sloveni del Friuli.
Il dialetto veneziano era diffuso soprattutto tra la popolazione urbana e occupava una posizione marginale. Dopo l’unione all’Italia, l’influenza dell’italiano, accanto al friulano, divenne evidente, soprattutto nei settori del lessico politico-amministrativo e tecnico. Solo dopo la seconda guerra mondiale però l’italiano comincia a svolgere un ruolo importante, entrando in concorrenza con il friulano e sostituendolo gradualmente. Per le suddette ragioni storiche, anche se hanno mantenuto il proprio dialetto e molte delle proprie abitudini e tradizioni, gli sloveni del Friuli non hanno però sviluppato quel senso di appartenenza all’area culturale e linguistica slovena che contraddistingue invece Trieste e Gorizia e, in minor grado, la Val Canale.
Le principali caratteristiche comuni dei dialetti sloveni del Friuli, e le peculiarità linguistiche che li contraddistinguono dallo sloveno standard, sono in genere il risultato di fenomeni di interferenza romanza (dall’italiano o dal friulano) quali:
(a) la regressione (e la perdita) del neutro, con assunzione di desinenze del maschile o del femminile a seconda del genere della corrispondente parola italiana: per es., nomin. plur. jabulke (< jabulku «mela»), jajce (< jajcë «uovo»), jëzaravi (< jëzaru «lago»); nomin. sing. miesta (in luogo di miesto «città»), brda (in luogo di brdo «montagna»);
(b) la conservazione dell’imperfetto (in resiano), a differenza dello sloveno standard e della maggior parte delle lingue slave;
(c) la possibilità per i ➔ clitici di occupare il primo posto nella frase (con perdita della cosiddetta legge di Wackernagel): per es., sa diwa muko «si mette la farina», ga ublikla? «lo ha indossato?», mu je poviedala «gli ha detto», se parbliža an zahleda «si avvicina e vede»;
(d) il fenomeno della ripresa pronominale dell’oggetto: per es., mlë to mi plaža «a me mi piace», mene me na nič intereša «a me non mi interessa affatto», ecc.
Per quanto riguarda il rapporto fra i codici a disposizione della comunità, nei dialetti della Val Resia, del Torre e del Natisone si ha una situazione di sostanziale diglossia piuttosto che bilinguismo (➔ bilinguismo e diglossia). Di bilinguismo si può semmai parlare per le Valli del Natisone, dove la situazione sociolinguistica è più simile a quella delle aree di Trieste e Gorizia e dove lo sloveno standard gioca un ruolo importante. L’applicazione della legge 23 febbraio 2001 n. 38 «Norme per la tutela della minoranza linguistica slovena del Friuli Venezia Giulia» (➔legislazione linguistica), che venne a colmare una lacuna legislativa riguardante proprio l’area in questione, potrebbe col tempo portare a una situazione di bilinguismo in tutte le aree slovenofone del Friuli, omogenea a quella della Venezia Giulia. Oltre alla diglossia, per la quale italiano e dialetto sloveno hanno utilizzazione complementare, bisogna tenere presente che in tutte e tre queste aree è usato anche il friulano. Nelle tre aree inoltre non solo si tramanda una ricca tradizione popolare (canti, racconti, ecc.), ma attualmente si registra anche una ricca produzione letteraria in vernacolo, soprattutto in versi (come le poesie di R. Quaglia e S. Paletti in Resia, di G. Cerno per il Torre, di M. Cernetig per il Natisone, ecc.).
2.2 Il dialetto della Val Resia
Il dialetto (denominato in sloveno rezijansko) è parlato in Val Resia, una piccola valle che si estende dalle falde del massiccio montuoso di Canin, che divide l’Italia dalla Slovenia, fino al paese friulano di Resiutta, non lontano dal grosso centro abitato di Moggio Udinese.
Il resiano si è conservato meglio degli altri dialetti sloveni del Friuli. Ciò si spiega bene con le caratteristiche orografiche di questa piccola e stretta valle, circondata per tre lati da montagne impervie, con un’unica apertura sul lato occidentale, verso la pianura friulana. Per queste ragioni, il resiano non solo è entrato poco in contatto con l’area linguistica romanza, ma si è sviluppato in condizioni di sostanziale isolamento anche rispetto alla lingua slovena, conservando numerosi tratti arcaici che contraddistinguono questo dialetto all’interno dell’area linguistica slovena (e slava in generale) e che costituiscono il motivo principale dell’ininterrotto interesse di cui esso è stato oggetto tra gli slavisti ormai da circa due secoli (Benacchio 2002: 20-24).
Il resiano è stato molto studiato anche di recente, soprattutto in funzione di una sua normalizzazione secondo un canone standard in grado di favorirne l’uso scritto e quindi la conservazione (Steenwijk 1992; 1994; 1995; ➔pianificazione linguistica). Dal 2005 contribuisce alla diffusione della norma linguistica anche la rivista «Näš glas» («La nostra voce»). La norma ortografica ha consentito anche l’adozione di segnaletica toponomastica bilingue (in italiano e in resiano).
La valle è pressoché interamente abitata da popolazione autoctona (circa 1100 persone), di cui però solo la componente anziana parla correntemente il resiano. Anche tra le generazioni più giovani, comunque, si registra un rinato interesse per la parlata locale. Sebbene in misura limitata, l’insegnamento del resiano viene impartito anche nelle scuole. L’UNESCO Atlas of the World’s Languages in Danger (2009) assegna al resiano l’indice 3 («in pericolo»).
2.3 Il dialetto del Torre
Il dialetto (in sloveno tersko) è parlato nella valle superiore del fiume Torre (Ter), nonché in altre piccole valli attraversate dai suoi affluenti. Verso nord e verso est quest’isola linguistica è in contatto rispettivamente con le parlate della Resia e del Natisone. A ovest e a sud invece esso confina con l’area linguistica romanza. La popolazione slovena (circa 2000 persone) è concentrata nelle zone montuose.
Il dialetto è in una situazione decisamente più critica rispetto al resiano. Non mostra gli stessi segnali di ripresa, anche se recentemente sono uscite alcune pubblicazioni (soprattutto destinate all’uso liturgico) nella parlata locale. Anche qui si tenta di salvaguardare il dialetto tramite l’insegnamento, ma in misura ridotta rispetto a quanto avviene in Resia. Tale situazione critica, tradotta nei parametri UNESCO, potrebbe corrispondere a un indice di rischio 2 («seriamente in pericolo»), che contrassegna lingue usate quasi esclusivamente dalle generazioni più anziane.
2.4 Il dialetto del Natisone
Il dialetto (in sloveno nadiško) è parlato nella valle attraversata dal fiume Natisone nonché nelle valli minori del bacino di questo fiume. Verso ovest esso confina con il dialetto del Torre, mentre a nord-est è in contatto col dialetto dell’Isonzo, ormai in Slovenia. Verso sud le valli del Natisone si aprono nella pianura friulana. Questo dialetto si differenzia dagli altri finora trattati per il fatto di essere stato in contatto diretto con i dialetti sloveni parlati sull’altro versante delle Alpi. Non a caso, esso ha conservato una minore quantità di tratti linguistici arcaici rispetto al dialetto del Torre e ancor meno rispetto al resiano e costituisce il dialetto sloveno del Friuli più vicino alla lingua slovena standard. Particolarmente forte è in questo territorio il senso di appartenenza alla comunità linguistica e culturale slovena, che non si discosta molto da quello diffuso tra gli sloveni di Trieste e Gorizia. Nella Valle del Natisone, per es., è attiva una scuola bilingue dove i bambini studiano lo sloveno standard, come a Trieste e Gorizia. A Cividale escono due giornali, «Novi Matajur» e «Dom», portavoce della popolazione slovena delle Valli del Natisone (e, più in generale, del Friuli), redatti parzialmente nel dialetto locale.
Sicuramente anche grazie alla presenza della scuola bilingue, il dialetto del Natisone (che è parlato da circa 7000 persone) è ben conservato anche tra le giovani generazioni e, tra tutti i dialetti del Friuli, è quello che teme meno il pericolo di estinzione. Tradotta nei parametri UNESCO, la situazione potrebbe riflettere un indice di rischio 4 («minacciato»).
2.5 Il dialetto della Val Canale
Il dialetto (che appartiene al cosiddetto ziljsko) occupa un posto a sé tra le aree linguistiche slovene del Friuli. È parlato all’estremità nord-orientale della regione, nel tratto che collega Pontebba a Tarvisio, in una zona in cui lo sloveno è a contatto con l’italiano e il tedesco (oltre che col friulano). Il territorio, per secoli appartenuto all’Austria, entrò a far parte dell’Italia solo dopo la prima guerra mondiale. L’influsso dell’italiano (e del friulano) ha pertanto avuto qui un significato minore rispetto agli altri dialetti del Friuli.
Il dialetto è usato da una minoranza di persone, per lo più appartenenti alle generazioni più anziane. Tale situazione, altamente critica, tradotta nei parametri UNESCO, potrebbe corrispondere a un indice 2 («seriamente in pericolo») se non addirittura 1 («gravemente in pericolo»).
3. Le minoranze slovene della Venezia Giulia
Nelle province di Gorizia e Trieste si parla sloveno nei territori del Collio e del Carso goriziano e triestino. Il dialetto del Collio (in sloveno briško) è parlato in un’area molto limitata nell’omonima regione che si estende solo in minima parte in Italia, nel Goriziano (la maggior parte del Collio fa oggi parte della Slovenia). Si tratta di un’area prevalentemente rurale dove l’uso del dialetto è molto più diffuso che quello dello sloveno standard.
L’area slovenofona principale della regione è costituita dalle zone rurali intorno a Gorizia (Gorica) e Trieste (Trst). Naturalmente, anche se in misura minore, la popolazione slovena è presente anche nei centri urbani. Per quanto riguarda Trieste, per es., secondo Toso (2008: 82), almeno il 10% della popolazione è slovena. Per l’omogeneità linguistica e storico-culturale che le caratterizzano, le minoranze di Trieste e Gorizia possono essere trattate assieme. Come è noto, infatti, Trieste e Gorizia, e lo stesso Collio, entrarono a far parte del Regno d’Italia solo dopo la prima guerra mondiale. Fino ad allora, a partire dal XV secolo, esse erano state sotto il dominio della casa degli Asburgo, condividendo il destino degli sloveni d’Oltralpe. La continuità storico-geografico-culturale del rapporto con la lingua standard è rimasta quindi ininterrotta per secoli. Non a caso, la popolazione slovena di Trieste e Gorizia percepisce e difende la propria appartenenza alla lingua e alla cultura slovena, e in queste province operano scuole e altri enti culturali (organizzazioni ricreative, sportive, teatrali, musicali, ecc.) sloveni. Tali istituzioni hanno una lunga e solida tradizione (assente nel Friuli) che risale ancora al periodo dell’amministrazione austro-ungarica. Entrate a far parte dell’Italia, soprattutto nel secondo dopoguerra con la fine del fascismo (che aveva perseguito una politica di assimilazione culturale e linguistica) le comunità slovene di Trieste e Gorizia, sostenute dalla stessa Slovenia, poterono riannodare i fili di questa tradizione e usufruire nuovamente di tali istituzioni culturali. Queste contribuirono sensibilmente da un lato a promuovere la crescita culturale e sociale della minoranza, dall’altro a diffondere il modello linguistico dello standard sloveno, favorendone l’uso didattico ed evitando così un impiego esclusivamente dialettale della lingua. Analoga funzione è svolta dai numerosi organi di stampa (per es., il quotidiano «Primorski dnevnik») e dalle trasmissioni radiofoniche della RAI (Toso 2008: 84).
In sloveno standard, infine, si esprimono gli autori letterari più affermati della zona, siano questi autori di prosa come B. Pahor, A. Rebula, F. Bevk o di poesia come M. Košuta, M. Kravos, A. Gradnik, per citare solo quelli già affermati.
Non va comunque dimenticato che anche in queste aree sono vivi i dialetti (per la precisione, il kraško e il notranjsko) e che anche qui esiste una produzione letteraria, soprattutto poetica, in vernacolo (per es., M. Mijot). Sempre in dialetto locale si tramanda anche qui una ricca tradizione popolare.
Il rilievo del dialetto rimane comunque scarso, soprattutto se comparato a quello rilevato nella provincia di Udine. A eccezione dell’area del Collio, che presenta diglossia fra italiano (standard) e varietà dialettale slovena, nelle province di Trieste e Gorizia è ormai maturata una situazione di sostanziale bilinguismo italiano-sloveno. Contemporaneamente, opera però sempre anche una condizione di diglossia, dovuta al fatto che l’italiano e lo sloveno standard vengono utilizzati in situazioni e con ruoli diversificati e complementari. Esiste cioè un’indubbia distribuzione non paritaria delle due lingue, testimoniata anche dal fatto che i fenomeni di interferenza vanno oggi quasi esclusivamente in una sola direzione, dall’italiano verso lo sloveno e non dallo sloveno all’italiano (Francescato & Ivašič 1978: 31-33). Usando le parole di Ž. Gruden, la situazione linguistica degli sloveni di Trieste «fluttua tra la politica linguistica dell’autorità, che spinge verso la diglossia e lo sforzo della minoranza, che tende ad assicurarsi il bilinguismo» (Gruden 1976-1977: 73). Non bisogna infine dimenticare la situazione di diglossia che si manifesta all’interno di ognuna delle due lingue, sloveno e italiano, quando accanto alla variante standard vengono anche utilizzati, in situazioni complementari, lo sloveno dialettale e il triestino. Nel complesso, lo sloveno della Venezia Giulia gode comunque di un grado di vitalità elevato.
Studi
Benacchio, Rosanna (2002), I dialetti sloveni del Friuli tra periferia e contatto, Udine, Società Filologica Friulana.
Francescato, Giuseppe & Ivašič, Marta (1978), La comunità slovena in Italia: aspetti di una situazione bilingue, «Quaderni per la promozione del bilinguismo» 21-22, pp. 1-38.
Gruden, Živa (1976-1977), Prispevek k spoznavanju jezikovne situacije tržaških Slovencev, «Jezik in slovstvo» 3, pp. 72-79.
Steenwijk, Han (1992), The Slovene dialect of Resia. San Giorgio, Amsterdam, Atlanta.
Steenwijk, Han (1994), Ortografia resiana. Tö jošt rozajanskë pïsanjë, Padova, CLEUP.
Steenwijk Han (1995), Piccolo dizionario ortografico resiano. Mali bisidnik za tö jošt rozajanskë pïsanjë, Padova, CLEUP.
Toso, Fiorenzo (2008), Le minoranze linguistiche in Italia, Bologna, il Mulino.

DA MELS (CH) A MELS di Colloredo di Montalbano

UDINE. Cinquecento chilometri a piedi, superando le Alpi, dalla Svizzera al Friuli Venezia Giulia, per rinsaldare il legame tra una piccola cittadina svizzera, Mels, e la omonima frazione di un piccolo comune della provincia di Udine, Monte Albano.
Li hanno percorsi, zaino in spalla, Ernst Ackermann, 51 anni, operatore sanitario, e l’amico Oliver Thu-ring, 45 anni, tipografo, supportati dalle mogli, Mirella e Brigitte, di 44 e 51 anni, tutti di lingua tedesca.
Sono partiti dalla cittadina svizzera di Mels, nel Cantone di San Gallo, il 2 agosto scorso, e sono arrivati a Mels di Colloredo di Monte Albano (Udine), nel pomeriggio di ieri, 21 agosto, accolti da un comitato di benvenuto composto da numerosi abitanti della frazione, dal sindaco Ennio Benedetti e dal parroco, don Giuliano Mauro.
Nel 1976, Alexdander Good, una guardia pontificia elvetica di Mels in servizio a Roma, scoprì che anche in Friuli Venezia Giulia esisteva un paese con lo stesso nome, e che era stato devastato dal terremoto. Si attivò subito e, tramite le parrocchie dei due paesi, diede avvio a un’operazione di aiuto, da Mels a Mels.
La comunità della cittadina svizzera donò due campane per la chiesa di Ognissanti dopo il rovinoso crollo della parte sommitale del campanile. S’era salvata allora, solo una campana del gruppo originale, che poi fu la prima, in tutto il Friuli terremotato, a suonare dopo il sisma, anche in diretta tv, dando nuova fiducia alla popolazione in sofferenza, rimasta improvvisamente senza casa, lavoro e a volte senza affetti.

Gruppo focloristico «Val Resia» cacciato dalla sua casa

 

Il gruppo folkloristico «Val Resia» cacciato dall’amministrazione comunale dal centro culturale «Ta rozajanska kultürska hiša» di Prato, struttura realizzata dopo il terremoto del 1976, proprio su richiesta del prestigioso sodalizio ambasciatore di Resia in tutto il mondo, con fondi della Repubblica di Slovenia stanziati a sostegno della comunità slovena locale. E al danno si potrebbe aggiungere la beffa dell’affidamento della gestione dei locali all’associazione «Identità e tutela Val Resia», che osteggia con forza il riconoscimento della minoranza slovena e l’applicazione delle relative leggi di tutela.
«Estate amara per il gruppo folkloristico “Val Resia”, al quale il Comune di Resia non ha rinnovato la convenzione per la gestione del centro culturale “Ta rozajanska kultürska hiša” (Casa della cultura resiana), scaduta il 30 giugno di quest’anno – si legge in un comunicato del sodalizio–. Dopo oltre 30 anni di gestione, al gruppo folkloristico “Val Resia” viene raccomandato di sospendere tutte le attività con nota sindacale, parzialmente rettificata verbalmente in occasione di un incontro interlocutorio svoltosi presso il municipio».

21 ago 2012

LIWKSTOK


LIWKSTOK

koncert v Livku - concerto a Livek
petek - venerdi' 31.8.2012
od - dalle 19.00


BODO IGRALI - SUONERANNO:
* Shape
* Sons of a Gun
* BK evolution
* FunkULoveI
* Pomarac
* The Fishkillers
* EviL KeviL


Organizira - Organizza:
Športno Društvo Livek

S pomočjio - Con l'aiuto di:
SKGZ, Inštitut za slovensko kulturo, KD Rečan, ANPIvalli del natisone

pod pokroviteljstvom - con il patrocinio:
občina Sauodnja - comune di Savogna

18 ago 2012

CONOSCERE LA SLOVENIA:Kobarid/Caporetto


Caporetto (Kobarid ),è un comune di 4.172 abitanti, situato all'incrocio storico del sentiero attraverso la valle dell'Isonzo (Soča).


Posta in posizione strategica nell'alta valle dell'Isonzo, è famosa per la battaglia della prima guerra mondiale che si combatté in queste zone tra il 24 ottobre e il 26 ottobre 1917, tra le truppe italiane e quelle austriache, e si concluse con la celebre rotta delle truppe italiane che si dovettero ritirare fino al fiume Piave perché non esistevano piani per la difesa delle posizioni, essendo la strategia del Regio Esercito basata esclusivamente sull'offensiva. Per ricordare gli eventi del primo conflitto mondiale, negli anni Novanta è stato costruito un museo , oggi meta di numerosi visitatori. Il Sacrario di Sant'Antonio, costruito su un colle, custodisce le salme di 7014 soldati italiani.

CONOSCERE LA VICINA SLOVENIA:folclore della Carniola

SLOVENSKI PUŠELC/ IL BOUQUET SLOVENO





Slovenska folklora je polna posebnih simbolov. Ko govorimo o lepih slovenskih narodnih običajih je najprej treba poudariti vlogo rdečega nageljna v pušeljcu, ki simbolizira ljubezen, njegova rdeča barva pa se nanaša na kri. Pravega pušeljca pa seveda ni brez rožmarina. Rožmarin je močnega duha, naj bo zelen ali pa suh. Tretja sestavina pušeljca je roženkravt, čigar zelena barva simbolizira upanje. O takšnem pušeljcu pa govorijo številne slovenske ljudske pesmi.
di più:http://www.rtvslo.si/blog/tatjana-malec/lepi-slovenski-narodni-obicaji/74200




Il folclore sloveno ha molti simboli:nel bouquet sloveno che accompagna i costumi,il geraneo simbolizza l'amore,il colore rosso il sangue.Non c'è vero bouquet senza il  profumato rosmarino,sia fresco che seccato.La terza componente è il roženkravt (geraneo profumato),il cui colore verde simbolizza la speranza.Di questo bouquet parlano numerose canzoni popolari slovene.




16 ago 2012

Mangiare a Zavarh-Villanova piatti tipici dell'alta Val Torre




A Zavarh-Villanova, dopo aver visitato le suggestive grotte carsiche, è possibile mangiare al "Terminal Grotte"una trattoria dove si può gustare le specialità della Val Torre.Da anni è gestito da Carloni Guglielmo (originario di Monteaperta) e dalla sua gentile moglie Por, di origini thailandesi.



Il Terminal partecipa con entusiasmo alla kermesse gastronomica "A tavola nell'Alta Val Torre "ed ospita manifestazioni canore e culturali che avvicinano la gente del territorio alle Valli del Natisone e alla Slovenia



Il locale  si trova vicino alla biglietteria per l'ingresso alle grotte,situato tra il verde del bosco  è il luogo ideale per rilassarsi.
La trattoria è accogliente ed è dotata di un'ampia terrazza chiusa con vetrate.
In un'atmosfera raccolta e gradevole si può gustare i piatti tradizionali dell'alta Val Torre.Un tempo erano piatti "poveri",ora sono specialità.
očikana:gnocchi di polenta conditi con burro fuso e formaggio Montasio gratuggiato
štak :purea di patate con tegoline condite con lardo fuso
gramperesa :polenta con farina gialla con patate
 požganik:salsiccia con latte e farina
frico di patate e cipolla: una pietanza composta di patate,cipolla e formaggio Montasio fuso, tagliati a fettine e disposti a strati (formaggio, patate, formaggio) in una padella coperta da un coperchio e lasciati fondere; il frico viene rigirato da ambo i lati fino a raggiungere una bella doratura esterna.
močnik:polenta morbida con speck e castagne
La trattoria offre inoltre selvaggina,funghi,frittate con le erbe,zuppe varie a seconda delle stagioni,
vasta scelta di vini rossi friulani e l'ambrato Ramandolo per il dessert.

Su prenotazione si possono gustare piatti thailandesi.
Il locale è dotato di ampio parcheggio auto,pullman e camper,area picnic.

Locale convenzionato con le GROTTE DI VILLANOVA e LA CASA DELLE FARFALLE(Bordano)

MENU' TURISTICO a prezzo modico

11 ago 2012

LIJEPA VOŠNICA/BUON FERRAGOSTO


PELLEGRINAGGIO DEI TRE POPOLI/18 AGOSTO/LUSSARI

SANTUARIO DI MONTE LUSSARI
Pellegrinaggio dei Tre Popoli, aperte le iscrizioni  
L'atteso momento di preghiera e incontro si rinnova sabato 18 agosto
- È un evento atteso il Pellegrinaggio dei Tre Popoli. Atteso dai fedeli delle diocesi di Lubiana, Gurk-Klagenfurt e Udine che ogni anno condividono un intenso momento di fede nella comune devozione alla Vergine Maria.

10 ago 2012

Sveta Marija Vošnica tou Zavarhu/Madonna Assunta a Villanova




  • Località: Lusevera;
  • Luogo: Villanova delle Grotte - Area Festeggiamenti (Piazza panoramica della Chiesa)
  • Tipologia: Enogastronomia; Escursione; Manifestazione sportiva; Rievocazione, festa tradizionale; Visita guidata, promozione culturale; Interesse locale; Sagra ;
  • Data: Da Martedì 14 a Mercoledì 15 Agosto 2012
  • Consigliato per: Tutti
  • Descrizione

    Ritorna l'antica e tradizionale Sagra dell'Assunta a Villanova delle Grotte, una bella occasione per godere, dall'area festeggiamenti, della spettacolare vista sulle Prealpi Giulie, per fare una visita in grotta o partecipare alla Marcialonga "Camminiamo insieme" con percorsi per tutti e degustare le specialità tipiche della zona, una tra tutte l'Ocikana.(la "ocikana" gnocchi di polenta conditi con burro fuso e formaggio latteria grattato)


    Programma:

    V sončno deželo/Nella terra del sole/Prifarski muzikanti

      postato su youtube da Prifarci

    Koncert Poklon Sloveniji(omaggio alla Slovenia), v Cankarjevem domu, novembra 2011
    V sončno deželo
    Prifarski muzikanti: Mitja Ferenc, Toni Obranovič, Martin Marinč, Valentin Južnič, Uroš Obranovič, Jernej Pečak, Brane Počkar

    http://www.prifarskimuzikanti-drustvo.si
    http://www.facebook.com/Prifarci

    9 ago 2012

    BOKICE U ZAVARHU-MUCCHE A ZAVARH-ser/formaggi


    La prima mucca è arrivata a Bardo nell'anno 1793 portata al pascolo da una signora di Gemona.Negli anni 50' a Zavarh c'erano più di 300 mucche e due latterie.L'ultima mucca è stata venduta nel 1978.
    Oggi c'è qualche tentativo di ritornare ai vecchi mestieri da parte di persone venute dal Friuli,con l'allevamento di capre,mucche e produzione di prodotti caseari.

    


    23a MARCIA CAMMINIAMO INSIEME

    Mercoledì 15 Agosto 2012 La Pro Loco Alta Val Torre, c/o Centro Sociale Lemgo-Pradielis-Lusevera (UD), organizza la 23a MARCIA CAMMINIAMO INSIEME - Memorial Franco Negro
    Partenza dalle ore 8.30 alle 9.30
    Percorsi: Km. 7-13-18
    Percorsi nell'alta val del Torrre con tratti misti e sentieri in mezzo ai boschi.
    Contributo di partecipazione:
    - senza riconoscimento : 2,00 euro per i soci FIASP e 2,50 euro per i non soci
    - con riconoscimento. 7,00 euro per i soci FIASP e 7,50 euro per i non soci
    Ristori: 1 per i 7 km, 2 per i 13 km e 3 per i 18 km.
    Manifestazione non competitiva a passo libero aperta a tutti coloro che sono in regola con l’iscrizione.

    "MOSTRA AGANE" di Marina Toffolo

    Si è appena conclusa ,nell'ambito della "Fieste di Madone di Grazie"  di Chialminis di Nimis ,l'interessantissima "mostra agane"  di Marina Toffolo .L'artista ha esposto  le sue bellissime opere di incisione,ceramica e scultura.
    Marina Toffolo nata a Udine nel 1960 ha frequentato a Udine l'Istituto d'Arte Giovanni da Udine con indirizzo Ceramica.Ha conseguito la qualifica di Figurinista Modellista,dal 1978 insegna Stilismo-Moda-Abbigliamento e Pittura di base presso vari istituti e scuole professionali del Friuli.Ha partecipato negli anni 80 a esposizioni collettive presso le Gallerie La Loggia e Morena di Udine,ha preso parte alla rassegna "Cuore di Udine"per il millenario della città.
    Dagli anni 90 apprende  e sviluppa le tecniche dell'incisione.Attualmente collabora come scenografa e costumista con la compagnia teatrale "il tagal".
    Nella sua formazione e ricerca giovanile i soggetti sono figure umane,prevalentemente femminili.
    Nella maturità le sue opere si caricano di nuovi significati.
    Negli ultimi anni si è dedicata con passione all'incisione(acquaforte,acquatinta,puntasecca e ceramolle).
    Risiede e lavora a Udine a Pasian di Prato,dove ha sede il suo laboratorio.

    fonte:http://www.marinatoffolo.it/



      

    



    
    




    4 ago 2012

    Slovenska modruost/saggezza popolare slovena


    Če je na Lourenca(5 avgust) lepo, tudi jeseni ne bo slabo.
    Se per San Lorenzo(5 agosto) sarà bello lo sarà anche l'autunno.
                    sagra a Monteaperta/Viskorsa

    Če se magla zjutraj vzdiguje, slabo vreme napoveduje. 
     La nebbia che si alza al mattino preannuncia tempo brutto.

    Veliki šmaren brez dežja, sladko vince bo doma.
    Ferragosto asciutto,vino dolce in cantina.
    sagra a Villanova/Zavarh,Taipana/Tipana

    VACCINAZIONE ANTIRABBICA orale per volpi



    A causa del persistere di focolai di rabbia silvestre nella vicina Slovenia e Croazia è  proseguirtala campagna vaccinale orale delle volpi che si è effettuata il 14 luglio 2012.E 'stata predisposta l'Operazione ,in via precauzionale,in FVG.Ha interessato i Comuni delle Valli del Natisone ,dello Iudrio e della sponda sinistra del Torre:Attimis,Faedis,Cividale,Lusevera,Nimis Taipana,Tarcento ecc.
    La vaccinazione è stata effettuata con l’utilizzo di mezzi aerei (elicotteri) che hanno  sorvolato il territorio ed hanno lanciato le esche.Sul territorio sono visibili i cartelli di avviso.
    dal web

    2 ago 2012

    SELEZIONATO da NET-PARADE come sito interessante di oggi

    Net-Parade ha selezionato per te oggi i seguenti siti

    Fatti e curiosità da questo piccolo comune bilingue(sloveno-italiano)del FVG. Il comune di Bardo-Lusevera si trova vicino al confine con la Slovenia ed è arroccato ai piedi delle montagne della catena dei Musi. Qui vi troverete cultura, storia, tradizioni, arte, manifestazioni, foto e tanto altro.

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